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Contratti, simulazione della Cgil: “In 4 anni si perderebbero 1.352€”

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 25, 2009

Il segretario confederale Agostino Megale a Domenica In: “Noi non avremmo mai firmato un’intesa sulle regole senza Cisl e Uil”

ROMA – La Cgil non retrocede sul proprio no al nuovo accordo sui contratti, e ne denuncia le conseguenze devastanti per le tasche dei lavoratori. Simulando l’applicazione della riforma del modello contrattuale ai contratti nazionali degli ultimi quattro anni, tra il 2004 e il 2008, “i lavoratori avrebbero perso in media 1.352 euro, mentre per il sistema delle imprese ci sarebbe stato un guadagno di 15-16 miliardi”. A calcolarlo è Agostino Megale, segretario confederale della Cgil.

“Il nostro no – ha spiegato Megale intervistato a Domenica in – parte dal presupposto che vogliamo difendere e tutelare i lavoratori”. Megale ha poi confermato la richiesta di un referendum tra i lavoratori: “Se il voto sarà favorevole, noi ci adegueremo, sennò gli altri dovranno riflettere”.

L’accordo-quadro per la riforma del modello contrattuale, valido sia per il settore privato che per quello pubblico, è stato firmato il 22 da Cisl e Uil. Tra le novità previste dal nuovo modello di contratto la durata triennale, tanto per la parte economica che normativa, e la scomparsa dell’inflazione programmata che verrà sostituita dall’Ipca (indice dei prezzi al consumo armonizzato in ambito europeo per l’Italia), depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati. L’elaborazione della previsione sarà affidata ad un soggetto terzo.

“Noi non avremmo mai sottoscritto un’intesa sulle regole senza Cisl e Uil: – ha detto ancora Megale – la crisi spinge ad agire insieme. E non sembri paradossale, perché in un contesto in cui tutti firmano e noi diciamo no sembra che vogliamo assumere una posizione negativa. Invece no, il Paese ha bisogno di mettere insieme le energie migliori”.

Pertanto, ha proseguito, “noi non avremmo mai sottoscritto un’intesa sulle regole senza Cisl e Uil. Come può Confindustria non immaginare la necessità della ricerca paziente di un compromesso?: giovedì per 4 ore abbiamo lanciato proposte sull’inflazione e sul diritto di sciopero, ma abbiamo trovato chiuse porte e finestre”.

Megale ha poi spiegato che la Cgil “valuterà nei prossimi giorni nei propri organismi le iniziative da assumere, perché non si può produrre un fatto del genere senza che abbia delle conseguenze”, ferma restando la disponibilità a riaprire il dialogo su quei punti che hanno impedito la firma da parte del sindacato di Guglielmo Epifani.

da Repubblica.it (25 gennaio 2009)

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