Il Segretario della CGIL Guglielmo Epifani non ha dubbi: la manovra di Tremonti è iniqua, e per questo il governo si merita uno sciopero.
Pensa di trovare un clima favorevole nel Paese? Tutto sommato agli stipendi degli statali si rinfaccia di essere cresciuti più degli altri…
«Alt: sull’argomento è necessario un distinguo. A crescere sono state soprattutto le categorie dei lavoratori “non contrattualizzati”, cioè quelli i cui stipendi vengono regolati da una legge e da automatismi di carriera. Chi sono? Gli alti dirigenti pubblici, gli ambasciatori, i magistrati di fascia alta… le loro retribuzioni sono cresciute molto, mentre per gli altri l’incremento è stato appena sopra all’inflazione. Tra gli statali c’è il dirigente da 200 mila euro l’anno e il portantino da 1.200 euro, non è certo quest’ultimo a tirare su la media».
Deve ammettere che l’apparato pubblico è pletorico, inefficiente.
«E così si pensa di motivarlo di più? Ma andiamo. C’è un congelamento delle retribuzioni e degli automatismi per quattro anni, le liquidazioni sono rateizzate per tre anni, si fanno tagli di spesa lineari, e quindi indiscriminati. Si rinuncia a qualsiasi sfida riformatrice. Al lavoratore pubblico, che guadagna 1.200 euro al mese e non può fare contrattazione neanche di secondo livello, si ripropone il vecchio patto: lavori quanto ti pare».
Riuscirete a coinvolgere pure i lavoratori privati nella vostra protesta?
«Anche i privati sono colpiti: si rinvia di un anno il pensionamento, e per chi è in mobilità è assicurato il passaggio al pensionamento, ma solo per 10 mila. E se fossero 30 mila? Aspettano un anno senza mobilità e senza pensione? Infine, con i tagli a comuni e regioni ci saranno due effetti: uno sui servizi ai cittadini, l’altro sulla domanda pubblica. I sacrifici vanno fatti, ma non solo dai lavoratori: qui c’è una parte del Paese che non paga. Se congeli retribuzioni e automatismi, è come se mettessi una tassa solo su una parte dei cittadini. Agli altri niente».
Il governatore Draghi ha additato gli evasori come i responsabili della macelleria sociale: si torna a una forte contrapposizione tra lavoro dipendente e lavoro autonomo? E la CGIL dove sta?
«Abbiamo scioperato, nei mesi scorsi, perché siano abbassate le tasse sul lavoro dipendente e per chiedere una vera lotta all’evasione fiscale insieme al ripristino della tracciabilità delle transazioni. Se il governo non avesse, come primo atto, cambiato le norme introdotte da Prodi e non avesse abolito l’ICI sulla prima casa per i redditi medio-alti, ora staremmo meglio, e questo è per intero responsabilità del governo».
Ci vuole una tassa sulle rendite finanziarie?
«Andava già messa da tempo. Io l’ho chiesta dieci anni fa. Perché il risparmio deve pagare due volte meno di chi investe?».
Il popolo delle partite Iva si salva dalla manovra?
«A loro viene rinviato il pensionamento di un anno e mezzo. Hanno redditi più bassi, e si può pensare che sia la lotta all’evasione l’elemento che ristabilisce l’equità. Ma si può scambiare una cosa con l’altra? La lotta all’evasione andrebbe fatta sempre, a prescindere dalla manovra, anche perché quelli che pagano fino all’ultimo euro e continuano a pagare più tasse per il fiscal drag, poi si arrabbiano».
Il capo della CISL Raffaele Bonanni ha accusato la CGIL di fare solo protesta invece che lavorare per un patto tra forze sociali. È l’ultimo treno, ha detto. Voi rischiate di perderlo. È meglio restare a piedi?
«Bonanni pensi, semmai, a tornare a fare sindacato e a impegnarsi, insieme a noi, nelle richieste di modifica a questa manovra».
Che rapporto avete con Tremonti? Vi sta a sentire?
«Pare che Tremonti in questa fase voglia parlare solo con chi gli può dar ragione. In nessun paese democratico questo sarebbe successo».