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‘Le crisi dell’Ateneo e le responsabilità istituzionali’
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 28, 2010
L’Ateneo e la sua comunità sono chiamati in questi giorni di calma apparente a dover attendere con ansia risposte importanti per il proprio futuro. Le dimissioni del Prof. Barretta dall’incarico di Direttore Amministrativo non lasciano indifferenti e gettano nell’immobilismo più totale 1.200 persone, che subiscono senza averne colpa atti di poca responsabilità, proprio a ridosso di appuntamenti importanti come le nuove immatricolazioni ma anche la firma definitiva dell’accordo con la Regione Toscana attraverso l’AOUS per la vendita del Policlinico “Le Scotte”, determinante per definire la seconda tranche di pagamento dell’operazione. L’augurio è che il Prof. Barretta che ha accettato questo incarico mettendo da parte la sua carriera di docente universitario voglia continuare a proferire il suo impegno per l’Ateneo ancora per qualche mese, nonostante sia fresco di nomina per l’idoneità a docente ordinario. Se il suo è un incarico fiduciario verso l’attuale Rettore Focardi, che è ancora in carica e lo sarà di diritto per i prossimi tre mesi, perché dimettersi proprio ora e non aspettare il 31 ottobre? C’è la speranza in un ripensamento proprio in nome di quel senso di responsabilità richiesto a un dirigente pubblico, in un momento delicato e per le consegueze che questo gesto potrebbe comportare. Il “rettorato Focardi” affronta l’ennesima difficoltà nel mare della crisi dell’Ateneo. Un vero e proprio “vuoto di potere” che si potrebbe creare, bloccando la macchina amministrativa. In quattro anni ha perso tre Direttori Amministrativi (Bigi, Miccolis, Barretta), due Pro Rettori (Santoro, Minnucci), diversi delegati. Oltre a più di 100 dipendenti della cooperativa “Solidarietà”, un centinaio di ex stabilizzandi e precari, diverse centinaia di dottorandi, assegnisti e precari della didattica e della ricerca senza più un futuro. Oltre 1.200 dipendenti senza la possibilità di avere accesso a parte delle risorse che spettano loro, come quelle per le progressioni, e 44 CEL con 1/3 dello stipendio. Alla profonda crisi economico-finanziaria si affianca e appare in tutta la sua crudezza una crisi politica tutta interna all’Ateneo: acuta e con profonde ripercussioni sociali sul territorio. L’augurio finale è che questa partita la vincano l’Università degli Studi di Siena, chi ci studia e chi ci lavora.
FLC-CGIL Siena
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