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FIOM: rispondendo alle associazioni datoriali…
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 30, 2010
In relazione alla nota diffusa ieri dalla locale Associazione Industriali congiuntamente all’Api Siena, la FIOM CGIL di Siena, chiamata direttamente in causa, coglie l’occasione per ricordare e rimarcare alcuni aspetti che evidentemente le associazioni datoriali non hanno ancora ben compreso – il che sarebbe veramente molto grave denotando una preoccupante ottusità – o viceversa, cosa molto più probabile, fanno semplicemente finta di non vedere.
Se in passato, come ricordato dagli stessi rappresentati delle aziende, il sistema di relazioni sindacali è stato tale da poter garantire stabilità anche attraverso una bassa conflittualità, ciò è avvenuto principalmente perché le aziende locali avevano raggiunto una certa maturità per capire che le ragioni portate avanti dalla FIOM non potevano essere liquidate con sufficienza, bensì doveveano essere valutate attentamente per giungere a soluzioni condivise; metodo che da parte sindacale, viceversa, è sempre stato osservato quando sono state le aziende a sollevare criticità, ad esclusione di quando in forma pretestuosa le stesse imprese hanno cercato di mettere in discussione elementi di tutela dei lavoratori.
Il punto è proprio qui: le aziende, tramite le loro associazioni, in questo particolare momento stanno cercando di fare leva sull’insicurezza dilagante, che ormai ha fatto presa in alcune fette del mondo del lavoro, per riscrivere o quanto meno modificare nella pratica quelle regole che hanno consentito in passato la crescita e il consolidamento del sistema industriale e dei livelli occupazionali nel territorio, traguardi conseguiti tramite un confronto costruttivo che ha trovato nella FIOM di Siena l’interlocutore da sempre più rappresentativo e affidabile.
Le iniziative di protesta che hanno investito recentemente alcune realtà lavorative della Val d’Elsa discendono proprio da questi aspetti: la decisione opportunistica da parte di chi rappresenta le aziende di utilizzare la disponibilità di altri sindacati – alcuni dei quali a malapena rappresentano se stessi, figuriamoci i lavoratori – per introdurre meccanismi che rendono i lavoratori più deboli nel momento in cui si presentano davanti ai datori di lavoro per tutelare diritti e salario.
E’ comprensibile quindi che i lavoratori reagiscano vedendo nella FIOM l’unica forza sindacale in grado di opporsi a questo stato di cose. Sbagliano profondamente pertanto gli imprenditori nel considerare le azioni della FIOM animate da motivi di stampo ideologico, tutt’altro, questo Sindacato nel territorio senese si è sempre distinto per aver portato avanti tematiche concrete, così come avvenuto anni or sono per regolamentare in molte aziende il ricorso a forme di lavoro precario – aspetto questo, è bene ricordarlo, fortemente avversato dagli autori della nota stampa di ieri – o per la battaglia fatta in alcune grandi aziende per far cadere il tabù dell’impiego di mano d’opera femminile.
Azioni sindacali, quelle delle ultime settimane, che si stanno inasprendo attraverso forme di astensione dal lavoro che alcuni avevano dimenticato e che dovrebbero far capire alle aziende quanto i lavoratori siano pronti a forme di protesta ancora più dure se a livello imprenditoriale non si riacquista coscienza sul fatto che la pace sociale non è garantita quando si fanno accordi con chi non rappresenta i lavoratori.
E’ bene fra l’altro ricordare, per l’importanza da noi data al confronto dialettico, che prima di iniziare le nostre rimostranze abbiamo invitato le aziende a trovare con noi delle soluzioni ai temi posti, proprio per ricostruire quel clima di collaborazione e responsabilità richiamata; le risposte, purtroppo, non sono andate oltre una dichiarazione di indisponibilità.
Se, come asserito da Associazione Industriale ed API, è anche loro obiettivo operare per creare condizioni future tese a migliorare stabilità e benessere anche per le prossime generazioni, bene, prendiamo atto che finalmente abbiamo un obiettivo in comune sul quale chiamiamo aziende e loro rappresentanti ad attivarsi per definire con la FIOM tempi e modalità di un confronto che eviti il dilagare di ulteriori contestazioni alla riapertura delle fabbriche dopo la pausa estiva.
Marco Goracci, Segretario Generale FIOM CGIL Siena
Siena, 29 luglio 2010
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