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Governo: Camusso, nessun premier si augurerebbe di perdere la più grande azienda del paese
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 12, 2011
Governo: Camusso, nessun premier si augurerebbe di perdere la più grande azienda del paese |
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12/01/2011 da www.cgil.it
E’ il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, a chiudere, con il suo intervento, la seconda Assemblea Nazionale delle Camere del Lavoro. Lo fa sottolineando l’importanza della contrattazione sociale territoriale, argomento di dibattito di queste due giornate, centrale nella costruzione di un welfare inclusivo, presupposto per il benessere, ma anche motore dello sviluppo del territorio. Quello a cui dobbiamo puntare, ha spiegato Camusso, è un welfare in grado di costruire una reale cittadinanza, per i lavoratori italiani e stranieri, ma soprattutto per i giovani, perché, come ha aggiunto la dirigente sindacale, c’è il rischio di trovarci difronte ad una generazione che pensa di non avere nulla da perdere, con tutti i rischi che ne conseguono. Il paese, Secondo Camusso, deve interrogarsi sul ‘movimento’ dei giovani che ha riempito le piazze durante questo autunno, e sul debito che grava, purtroppo, sulle nuove generazioni. Un debito che si misura nelle poche prospettive previdenziali, nei tagli all’istruzione, nell’idea dell’impiego pubblico parassitario e nel disinvestimento che sta consegnando ai nostri futuri cittadini un territorio in perenne pericolo. Secondo la leader della CGIL, bisogna inoltre sconfiggere l’egoismo sociale che è nato dai modelli della globalizzazione, dove tutto sembra vicino, ma in realtà si rischia di rimanere soli. Discutendo delle prospettive per il futuro, il Segretario Generale della CGIL ha poi voluto rispondere alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, secondo il quale, in caso di vittoria dei no al referendum di Mirafiori, la FIAT, farebbe bene a lasciare l’Italia. “Io non conosco – ha detto Camusso – un Presidente del Consiglio, di nessun paese, che si augura che se ne vada il più grande gruppo industriale”. ”E mi piacerebbe – ha aggiunto Camusso – che non solo noi, ma anche il mondo delle imprese e della politica, dica che se questa è la sua idea del Paese è meglio che se ne vada”. Nel criticare l’azione di governo Camusso ha poi puntato il dito contro il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che “ci spiega come il governo non ha compiti se non uno: per l’ennesima volta cambiare la Costituzione, cambiare l’articolo 41”. “Questo – ha aggiunto la leader di Corso d’Italia – la dice lunga sulla cultura che si sta affermando, cioè se ho un problema non lo affronto ma lo aggiro per raggiungere qualche altro obiettivo”. “Il ministro dell’Economia – dice ancora Camusso – che già aveva fatto una straordinaria scoperta sul fatto che la crisi c’è ancora, oggi ha scoperto che c’è un possibile declino del Paese. Vorremmo – ha sottolineato ulteriormente il Segretario Generale – un governo che avanzi qualche proposta per governare e non che cambi la storia del Paese”. Esiste un punto, ha concluso Camusso, fondamentale per il sindacato “noi abbiamo sempre avuto una bussola: non si può mai mettere in discussione la dignità delle persone, ma lo stesso deve valere anche per la dignità del Paese”. |
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