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P.A.: Camusso, intesa è un soccorso al governo

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 7, 2011

P.A.: Camusso, intesa è un soccorso al governo
In una intervista al quotidiano ‘La Repubblica’ la leader della CGIL afferma che l’accordo “non costituisce una soluzione alla priorità del pubblico impiego che è la precarietà” . La Confederazione è pronta a chiedere il referendum abrogativo
» CGIL, accordo è scambio politico, rimangono emergenze » Testo accordo » Scheda tecnica
07/02/2011 da www.cgil.it

Segretario Camusso, perché non ha firmato l’accordo sulla produttività nel pubblico impiego?
«Non abbiamo firmato innanzitutto perché questo accordo non costituisce una soluzione alla priorità del pubblico impiego che ha un nome preciso: precarietà».

Infatti non era questo lo scopo dell’accordo.
«Non abbiamo firmato per tante altre ragioni. Perché la premessa all’intesa era la stessa sottoscrizione dell’accordo separato del 2009 che coincide con la condivisione del blocco della contrattazione. Non abbiamo firmato perché è la prima volta che un accordo sindacale serve, come è stato detto al tavolo, per impedire che in Parlamento si presentino emendamenti al cosiddetto Milleproroghe per far slittare la cosiddetta riforma Brunetta. E ancora abbiamo detto no a un pasticcio tra la riforma e la manovra estiva che, proprio come la CGIL denunciò isolata, riduceva di fatto gli stipendi dei dipendenti pubblici. Non abbiamo firmato perché c’è un vulnus democratico anche nel pubblico impiego dove si cerca di non far rinnovare le rappresentanze sindacali, questione che, in maniera davvero audace, il governo ha pensato di superare con un accordo separato. Infine non abbiamo firmato perché in quell’intesa c’è pure un atto di imperio nei confronti delle Regioni che sulla sanità avevano firmato un contratto unitario e che ora l’intesa di Palazzo Chigi vorrebbe nei fatti modificare».

Lei ha detto che con l’accordo si prendono in giro i lavoratori. Vuol dire che CISL e UIL prendono in giro i lavoratori?
«Quest’intesa è un soccorso al governo. Non può esistere, e i fatti lo dimostrano, una riforma della pubblica amministrazione senza contrattazione e senza il coinvolgimento dei lavoratori».

Dovrà riconoscere che, nonostante la grave crisi, ai dipendenti pubblici italiani non è stata tagliata la retribuzione. In altri paesi è stato fatto.
«A parte il fatto che non in tutti i paesi sono state ridotte le retribuzioni, se davvero ci sono delle risorse aggiuntive andrebbero utilizzate per stabilizzare i precari».

Lei crede che ci sia quello che Brunetta chiama il “dividendo dell’efficienza”?
«Nella Finanziaria del 2008 c’era una norma secondo la quale il 50 per cento dei risparmi ottenuti attraverso una maggiore efficienza sarebbe dovuto andare alla contrattazione. Secondo alcune voci ministeriali per il biennio 2009-2010 ci sarebbero 23-24 milioni. E sempre secondo le stesse voci pare che quando si è parlato di “dividendo” il ministro dell’Economia abbia detto: «Non se ne parla nemmeno». In ogni caso, se la cifra è quella vuol dire che non potrebbero essere premiati nemmeno i 600 mila lavoratori interessati all’accordo su 3,5 milioni di dipendenti pubblici. D’altra parte il ministro dell’Economia non c’era al tavolo con i sindacati pur essendo stato invitato».

Insomma: un accordo bluff?
«Un’operazione politica finalizzata a far vedere che il governo si occupa di economia e lavoratori. In realtà è un ritorno al passato, alla pratica degli accordi separati».

Considera CISL e UIL alla stregua di due stampelle che sostengono il governo? È un’accusa grave.
«Non so se sia nelle loro intenzioni. Ma oggettivamente è così».

Il Segretario della CISL, Bonanni dice che così alimentate un clima di violenza, addirittura vi ha indirettamente paragonato ai naziskin.
«Bonanni sa bene cosa pensa la CGIL della violenza. Per questo credo che debba evitare di utilizzare questi argomenti per impedire una dialettica. Dovrebbe essere lui il primo a non usare il termine naziskin nei confronti della CGIL e delle sue categorie».

Farete lo sciopero generale del pubblico impiego?
«Lunedì decideremo le forme di mobilitazione».

Proporrete il referendum sull’accordo?
«Proporremo innanzitutto di verificare la rappresentatività di chi ha firmato, come prevedono le norme sul pubblico impiego. Poi, nel caso, chiederemo il referendum abrogativo. Anche questo è previsto dalla legge. O l’hanno abrogata?».

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