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Crisi: sistema previdenziale non è bancomat
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 10, 2011
Crisi: CGIL, sistema previdenziale non è bancomat |
Dal blocco delle pesnioni di anzianità per 12-18 mesi alla riforma che aggancia l’età pensionabile alle aspettative di vita, ipotesi al vaglio del Governo per far fronte alla crisi. La Confederazione avverte “a ringraziare sono i detentori di alti redditi, di grandi patrimoni, gli evasori fiscali, le rendite finanziarie: a tutti costoro il governo non ha chiesto un solo euro” » Pensioni: CGIL, misure crude da respingere » Crisi: SPI CGIL, no alla macelleria sociale |
10/08/2011 da www.cgil.it
“Nel mirino del governo ci sono nuovamente le pensioni di anzianità: evidentemente ha scambiato il sistema previdenziale come una sorta di bancomat”. E’ quanto affermano in una nota il Segretario Confederale della CGIL, Vera Lamonica, e il responsabile del dipartimento Welfare del sindacato, Sandro Del Fattore, in merito alle ipotesi allo studio del governo, circa le pensioni, per far fronte alla crisi. Per quanto riguarda le pensioni di anzianità, infatti, le ipotesi al vaglio dell’esecutivo vanno da un blocco totale per un anno o 18 mesi ad un innalzamento dei requisiti, ossia la quota che somma età anagrafica a età pensionabile che potrebbe essere portata nel 2013 da 97 a 100. “Si vuole accelerare il meccanismo delle cosiddette quote” spiegano i dirigenti sindacali, ricordando che “quelle quote però sono state già abbondantemente superate”, infatti, proseguono “ci si dimentica, che già con la manovra dello scorso anno è entrata in vigore la cosiddetta ‘finestra mobile’ che prolunga di un anno la permanenza al lavoro”. Tutto ciò, proseguono Lamonica e Del Fattore “vale anche per i lavoratori e le lavoratrici che maturano i 40 anni di contribuzione”, i quali, inoltre “sono ulteriormente penalizzati visto che, a causa delle misure recentemente approvate, dovranno posticipare la ‘finestra mobile’ di un mese nel 2012, due mesi nel 2013 e tre mesi nel 2014”. I dirigenti sindacali della CGIL sottolineano come, per questi lavoratori “al danno si aggiunge la beffa” poiché, spiegano “rimarranno al lavoro per più di un anno, continueranno a versare la contribuzione ma ciò non avrà alcun corrispettivo sulla futura prestazione previdenziale”. Inoltre, fanno sapere Lamonica e del Fattore “si sono aggiunte ulteriori misure, come il legame automatico dell’età di pensionamento all’aspettativa di vita che prolungano l’età di pensionamento aprendo una spirale tendenzialmente senza fine”. Dunque i dirigenti sindacali ribadiscono come, mentre il Governo ha “evidentemente” scambiato il sistema previdenziale come una sorta di bancomat, “a ringraziare sono i detentori di alti redditi, di grandi patrimoni, gli evasori fiscali, le rendite finanziarie: a tutti costoro – concludono Lamonica e Del Fattore – il governo non ha chiesto un solo euro”. |
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