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La denuncia NIdiL su Terrecablate: “internet + telefono…” + precarietà!
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 20, 2011
Dalla CONFERENZA STAMPA di NIdiL CGIL Siena (Nuove Identità di Lavoro) su TERRECABLATE del 19/10/2011
“Terrecablate: internet + telefono” è lo slogan che leggiamo per le strade di Siena.
“Terrecablate: internet + telefono.. + precarietà!” è la nostra denuncia.
Terrecablate Reti e Servizi S.R.L. è una società partecipata con un unico socio, il Consorzio Terrecablate. Un consorzio costruito da tutti i comuni della provincia di Siena, e dalla Stessa Provincia. La provincia e il comune di Siena detengono un terzo della proprietà.
Terrecablate Reti e Servizi S.R.L offre servizi e impianti nell’ambito della telefonia.
Un’azienda privata che come tutte le partecipate a sua convenienza si definisce pubblica.
Dodici persone lavorano con un contratto a tempo indeterminato, altre nove sono precarie. Tre contratti di somministrazione, tre contratti a tempo determinato, due partite IVA. Persone che sono partite da uno stage pagato con buoni pasto per continuare nell’incertezza, ma che da anni garantiscono con le loro professionalità la sopravvivenza di questa azienda.
Questa diversificazione è un modo per eludere l’art. 18 (la possibilità di non licenziare senza giusta causa) che si applica alle aziende con più di 15 dipendenti.
Nella realtà il 45% dell’attività lavorativa e dei servizi è garantita dai precari.
Terrecablate Reti e Servizi S.R.L., in base ad una legge (legge Bersani), in quanto società di servizi non può essere gestita da una società pubblica, il Consorzio Terrecablate. Negli ultimi, tre anni sono stati pubblicati tre bandi di gara, che sono però tutti andati deserti.
Diverse società inizialmente hanno mostrato un forte interesse che però non si è mai concretizzato in una proposta. Le ragioni sono nel forte indebitamento dell’azienda, che è cresciuto negli anni. Due terzi di questo indebitamento è nei confronti dei soci che costituiscono lo stesso consorzio, i comuni. I comuni si fanno pagare un canone d’affitto dei terreni nei quali passano i cavi di rete. Quindi si è venuto a creare uno strano rapporto. I comuni che sono proprietari, attraverso la loro quota di partecipazione, di una società di servizi (N.B. per legge non possono più esserlo) sono in credito con questa stessa società di cui sono i proprietari!
Questo fardello non le consente di essere competitiva nel complesso mercato telefonia.
Seppure sia una società produttiva con alte potenzialità, nata da un’idea sana di azienda, e fortemente voluta per innovare tutto il territorio e abbattere il “digital divide” (divario digitale), oggi il suo futuro è fortemente compromesso.
Oggi sono a rischio 21 famiglie. 9 da ora.
Attualmente la società è al massimo del suo sviluppo, ogni lavoratrice e lavoratore è al massimo dei carichi di lavoro. La società per restare in vita necessita di finanziamenti per rinnovare le sue infrastrutture (nuove centrali telefoniche) e per sanare il suo bilancio.
Chiediamo una decisione chiara da parte di tutte le istituzioni e un forte impegno per garantire la continuità lavorativa di queste persone.
Altro danno sono i due bandi di concorso per l’assunzione di un amministrativo e di un ingegnere per un contratto a tempo determinato di 12 mesi. Una risposta insufficiente per chi da anni chiede di essere “stabilizzato”. I concorsi, in programmazione dal mese di agosto, sono poi stati fissati il giorno esatto in cui una di queste persone, incinta (che ha ritardato fino all’ottavo mese l’aspettativa obbligatoria), ha da certificato medico la data presunta del parto. Oltre al danno la beffa. In realtà l’azienda potrebbe procedere direttamente all’assunzione di tutti e tutte.
Un’ingiustizia che chiede una profonda riflessione e una presa di posizione su come è stata gestita questa azienda e sul rispetto che i suoi amministratori hanno nei confronti di chi l’ha mantenuta in vita, con il proprio lavoro, in questi anni.
Altro slogan “Terrecablate collegati al mondo”… della precarietà! Aggiungiamo noi.
NIdiL CGIL Siena
Argomenti: aziende, NIdiL, precari |