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P.A.: CGIL, bene dialogo con governo, da affrontare capitolo precari

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Dicembre 29, 2011

P.A.: CGIL, bene dialogo con governo, da affrontare capitolo precari
A seguito della convocazione dei sindacati da parte del ministro Patroni Griffi, la CGIL esprime soddisfazione e si augura “cose positive dopo il continuo accanimento contro gli statali”. “C’è bisogno di regole e certezze occupazionali che tolgano di mezzo il precariato”.
28/12/2011 da www.cgil.it

Dopo l’era Brunetta, che aveva di principio e di fatto azzerato la concertazione, potrebbe ora aprirsi una nuova fase di dialogo tra governo e sindacati in materia di pubblico impiego. Un segnale in questo senso è arrivato infatti dal ministro Filippo Patroni Griffi, che ha convocato i rappresentanti dei lavoratori pubblici il prossimo 13 gennaio a palazzo Vidoni.

E i sindacati confederali si dichiarano pronti al confronto, anche se con le doverose riserve. La convocazione viene accolta positivamente anche dalla CGIL. “Con Brunetta non eravamo più abituati a incontrare il ministro per la Pubblica amministrazione – afferma Michele Gentile, responsabile del dipartimento dei settori pubblici della CGIL nazionale – mi auguro cose positive dopo il continuo accanimento contro gli statali con le manovre di Berlusconi e il decreto ‘salva-Italia’, visto che i dipendenti pubblici pagano più di altri la questione previdenziale”.

Il primo grande capitolo da affrontare, sempre secondo Gentile, riguarda comunque i precari. “Ci sono tra i 200 mila e i 240 mila precari più gli oltre 120 mila della scuola. C’è bisogno di regole e certezze occupazionali che tolgano di mezzo il precariato e stiamo parlando di giovani che hanno professionalità da spendere. Quindi – continua Gentile – cosi’ come il ministro parla di nuovi concorsi e abbandonare la logica dei tagli lineari, noi diciamo di abbandonare la logica del blocco generalizzato delle assunzioni, dando spazio ai giovani e alla stabilizzazione dei precari in settori dove servono”.

Secondo Gentile, occorre “ricostruire un sistema di regole del lavoro quando si tenta di fare riforme profonde come quelle che vuole fare questo governo. Altro grande tema comunque è quello delle politiche contrattuali tali da coinvolgere tutte le amministrazioni, dalle Regioni agli enti locali e amministrazioni centrali. Così non è stato con l’accordo del gennaio 2009 non firmato dalla CGIL. Un nuovo accordo è sempre possibile”. “Nell’ultimo periodo del governo Prodi – ricorda ancora Gentile – abbiamo firmato tutti un memorandum con la riforma della contrattazione e l’organizzazione del lavoro nella pubblica amministrazione e i nuovi contratti che occorre rilanciare”. Quanto alla contrattazione, il “ministro parla contrattazione integrativa ma questa non si deve basare sulla legge Brunetta, ma sui contratti attualmente vigenti, altrimenti non ci stiamo”.

Da quello che si è potuto apprendere, l’incontro avrà come oggetto le varie questioni aperte nel settore del pubblico impiego. Il tema viene confermato anche dal sintetico comunicato dello stesso ministero. E’ probabile che, sulla scelta abbia pesato anche il recente sciopero generale del pubblico impiego, indetto da CGIL, CISL; UIL e UGL il 19 dicembre. Si e’ trattato di una protesta nell’ambito di una mobilitazione unitaria contro la manovra, che ha portato anche a una conferenza stampa unitaria dei leader Camusso, Bonanni e Angeletti in piazza Montecitorio il 24 dicembre.

Sempre secondo le prime anticipazioni, sul tavolo del ministro Patroni Griffi dovrebbe arrivare il nuovo modello contrattuale: l’idea è quella di approdare a un modello unico che venga condiviso anche da Regioni ed enti locali e da tutti i sindacati, anche se c’è da ricordare che la CGIL ha sempre ribadito la correttezza della scelta di non firmare l’accordo dell’aprile 2009. Per il ministro potrebbe essere comunque questo il primo tema all’ordine del giorno. Inoltre, il ministro dovrebbe porre all’attenzione dei sindacati la questione del dividendo di efficienza, ossia le risorse che vengono risparmiate da ridistribuire in termini di produttività’. “Sarebbe opportuno – ha detto Patroni Griffi – mettere in pratica la legge che prevede di destinare il 50% dei nuovi risparmi alle buste paga dei lavoratori”.

Sulla convocazione del 13 gennaio e sulle prime anticipazioni delle proposte del ministro è intervenuta anche Rossana Dettori, segretario generale della Funzione pubblica CGIL. “Dal Ministro Patroni Griffi arrivano alcune proposte di buonsenso, ma che in certi casi non sembrano tener conto della realta’”, ha dichiarato Rossana Dettori, commentando l”intervista al Ministro della Funzione Pubblica sul quotidiano “Il Messaggero”. “Semplificare le procedure a costo zero, con un organico invecchiato come il nostro e con i fondi per la formazione ridotti all’osso – spiega Dettori – ci sembra quantomeno irrealistico. Senza sblocco del turn over strumenti innovativi e investimenti in formazione, la semplificazione di cui si parla è una chimera. La beffa delle riforme a costo zero pensavamo fosse stata archiviata dai fatti”.

Più nello specifico, Dettori spiega che “sulla riduzione dei certificati chiediamo che si facciano le dovute differenze. È giusto non vessare i cittadini richiedendo certificazioni e informazioni che potrebbero essere scambiate tra gli enti pubblici o reperite nei database – aggiunge la sindacalista – ma sul tema del controllo di legalità, penso al Durc e alla certificazione antimafia, non possiamo permetterci arretramenti, visto il livello allarmante di corruzione e di illegalita’ diffusa”.

Infine, rispetto all’annunciato incontro del 13, Dettori avanza una esortazione. “Mi permetto un’esortazione: non si dica più che si intende coinvolgere anche la CGIL, quasi fosse una concessione. Il coinvolgimento del più grande sindacato italiano dovrebbe essere un fatto fisiologico, non degno di menzione. Aspettiamo da tempo di poter avere un confronto vero e speriamo di trovare la stessa disponibilità nel Governo, ma sarebbe stato utile farlo prima degli annunci a mezzo stampa. Siamo ad esempio contrari all’idea che i contratti siano finanziati con i risparmi, perché questa logica aziendalista non può essere applicata ai servizi pubblici e non da certezze sulla copertura economica. I rinnovi contrattuali vanno finanziati con risorse certe. Se si intende proseguire con il blocco della contrattazione nazionale e integrativa, lo si dica chiaramente. In quel caso – conclude Rossana Dettori – si troverà la nostra ferma opposizione”.

Argomenti: CGIL, precari |