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Lavoriamo per l’accordo. Servono più tutele per tutti

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 27, 2012

 Lavoriamo per l’accordo. Servono più tutele per tutti

 

 Governo dice di voler intesa su lavoro ma mancano le risorse. La CGIL ribadisce la sua ferma volontà di arrivare ad un accordo: lotta a precarietà e ammortizzatori sociali allargati e inclusivi le sue priorità. Resta nodo delle risorse Nuovo incontro giovedì primo marzo

 

  24/02/2012 da www.cgil.it

Una strenua volontà di arrivare ad un accordo per la riforma del mercato del lavoro che metta al centro la lotta alla precarietà e l’istituzione di un sistema di ammortizzatori sociali ampio e inclusivo. E’ la posizione che ha ribadito ieri la Cgil nel corso del quinto appuntamento tra governo e parti sociali per la riforma del mercato del lavoro. Un nuovo round, questa volta nella sede del dicastero del Lavoro in via Flavia, centrato soprattutto sul tema ammortizzatori sociali e aperto questa volta anche ad una delegazione delle Regioni guidata dal presidente Vasco Errani.

Il ministro Fornero ha ribadito la “ferma intenzione” del governo di arrivare ad un accordo con le parti per il bene del Paese ma i nodi da sciogliere,, perché la trattativa faccia un deciso passo in avanti, sono ancora di una certa rilevanza. Due soprattutto, come ha ribadito ieri al termine del tavolo il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: “Lo stallo è sulle risorse”. Anche se il numero uno di corso d’Italia non manca di sottolineare gli aspetti positivi: “I passi avanti – ha detto Camusso – sono sull’idea che i nuovi ammortizzatori avranno cinque anni di sperimentazione e andranno a regime nel 2017”, proprio cioè come chiedeva la Cgil, ovvero entro un lasso di tempo tale che possa traghettare (si spera) il Paese fuori dalla crisi.

In ogni caso, alla luce del sistema “assicurativo” prospettato dalla Fornero – che estende in maniera strutturale i sussidi di disoccupazione a tutti ma finanziato interamente dai contributi sociali a carico dei lavoratori e delle aziende senza risorse da parte dello stato – il rischio è quello di produrre una riduzione piuttosto che un allargamento. “Il governo non può dire che noi non vogliamo maggiore inclusione per i giovani, ma quello che che non può succedere è che si dia poco o nulla a chi viene incluso e si tolga molto a chi ha ora. Utilizzando così il modello usato per le pensioni”. Non solo perché un tema molto delicato da dirimere nei prossimi tavoli è l’idea del governo di tagliare i contributi previdenziali figurativi che oggi lo Stato versa per i lavoratori che beneficiano degli ammortizzatori sociali.

Questi insomma i nodi da sciogliere di una trattativa difficile che vede la Cgil impegnata nella volontà di fare un accordo perché è sua la priorità posta al tavolo, la lotta alla precarietà, e sua la necessità urgente di un cambiamento che metta fine alla dualità del mercato del lavoro e garantisca certezza di tutele al reddito. Il prossimo incontro si terrà giovedì, sempre sugli ammortizzatori sociali, preceduto a un tavolo tecnico che da martedì in poi passerà al vaglio le ipotesi di modifica delle flessibilità malate.

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