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“Io riattivo il lavoro”: campagna per la tutela dei lavoratori delle aziende confiscate alle mafie

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 28, 2013

“Io riattivo il lavoro”: campagna per la tutela dei lavoratori delle aziende confiscate alle mafie
Ancora pochi giorni per la raccolta firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare per l’emersione dalla illegalità. Prosegue la campagna “Io Riattivo il Lavoro”, promossa dalla CGIL, e sostenuta da: Arci, Acli, Avviso Pubblico, Centro Studi Pio La Torre, Legacoop, Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Sos Impresa, che invitano a firmare la proposta di legge presso le loro sedi territoriali che scade il 30 maggio » SPOT
28/03/2013 da www.cgil.it

Per spingere il Parlamento ad assumere le proposte legislative del sindacato sulle aziende confiscate, la CGIL è impegnata a raccogliere, nelle prossime settimane, il maggior numero di firme nelle tante iniziative previste nei territori e direttamente nei luoghi di lavoro, organizzando presidi gazebi e banchetti nei luoghi particolarmente frequentati (piazze, centri commerciali, università, centri anziani).

Contemporaneamente sono previste iniziative specifiche – che saranno organizzate insieme alle associazioni che con la CGIL hanno promosso la legge d’iniziativa popolare – nel corso della giornata nazionale di raccolta straordinaria delle firme prevista per martedì 30 Aprile, data nella quale cade il 31esimo anniversario del barbaro assassinio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo.

La campagna nazionale punta a raccogliere le 50.000 firme necessarie per intraprendere l’iter di approvazione della legge di iniziativa popolare intitolata “Misure per favorire l’emersione alla legalità delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata”.



La proposta di legge ha l’obiettivo di “ricostruire le condizioni per assicurare la legalità economica” e stimolare il dibattito parlamentare sulla condizione delle aziende coinvolte dal fenomeno e soprattutto dei tanti lavoratori e lavoratrici che perdono il proprio posto di lavoro per la penetrazione delle organizzazioni criminali e mafiose nella nostra economia.

Il quadro è allarmante: in Italia (al 3 settembre 2012) sono 1636 le aziende confiscate e il 90% di queste sono destinate al fallimento, con circa 80.000 lavoratori coinvolti. Ciò avviene proprio in territori già fortemente condizionati dalla zavorra mafiosa: le regioni con il numero più alto di aziende sequestrate e confiscate sono, infatti, la Sicilia (37%), la Campania (20%), la Lombardia (12%), la Calabria (9%) e il Lazio (8%). I sequestri e le confische dall’inizio della crisi sono aumentate del 65%, un dato drammatico e poco noto, che testimonia a pieno la vulnerabilità del nostro tessuto economico.

Fra gli strumenti proposti dal dal progetto di legge: la costituzione di una Banca dati delle aziende sequestrate e confiscate; la valorizzazione del territorio, la tutela dei lavoratori, l’uso sociale delle aziende.


Visita il sito dell’iniziativa: www.ioriattivoillavoro.it


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