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ISTAT: imparare dagli errori, priorità a lavoro e imprese

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 26, 2013

ISTAT: CGIL, imparare dagli errori, priorità a lavoro e imprese
La Confederazione commenta i dati diffusi dall’Istituto nazionale di Statistica che segnano un continuo aumento del tasso di disoccupazione in Italia dal 1977 ad oggi, in particolare per i giovani e per il Mezzogiorno. E’ necessario “cambiare le scelte sbagliate” dando “risposte significative all’occupazione. Non c’è più tempo perché la somma di disoccupati, cassintegrati, precari con contratto in scadenza e licenziati, segna un’area di disagio che riguarda oltre un terzo della popolazione italiana, a cui si aggiungono i pensionati”.
24/04/2013 da www.cgil.it

“Cambiare le scelte sbagliate che non hanno prodotto risultati positivi e dare centralità a lavoro e imprese che sono l’assoluta priorità per il Paese“. Così il Segretario Confederale della CGIL, Serena Sorrentino, commenta i dati diffusi oggi dall’Istat sostenendo che “sud, giovani e settori industriali sono i segmenti su cui la crisi ha pesato di più in termini di calo dell’occupazione e crescita della disoccupazione”. Per la dirigente sindacale “preoccupa la fotografia dell’Istat che esamina le serie storiche perché mette in luce ciò che da tempo denunciamo e cioè che la crisi ha avuto effetti che hanno ridefinito pesantemente il nostro sistema di sviluppo e che configurano quello dell’occupazione, in particolare dei giovani, come priorità”.

L’Istat rileva, infatti, come in Italia il tasso di disoccupazione sia passato dal 6,4% del 1977 al 10,7% del 2012 e, in questi 35 anni, il Mezzogiorno ha mostrato la crescita di disoccupazione maggiore, con il tasso più che raddoppiato: dall’8,0% del 1977 al 17,2% del 2012. Per quanto riguarda i giovani (15-24 anni) il tasso di disoccupazione nel 2012 ha toccato il record assoluto: il livello si è attestato al 35,3%, il livello più alto dal ’77.

La desertificazione industriale nel Mezzogiorno, la sparizione dei grandi gruppi nazionali e la differenza competitiva data dal permanere del gap infrastrutturale – avverte Sorrentino – , rischiano di far precipitare il sud ad un punto di non ritorno in termini di sostenibilità sociale se non si riattivano investimenti che mirino ad aumentare l’occupazione”. La segretaria confederale CGIL ricorda poi come “già nel ‘Piano del Lavoro’ avevamo segnalato la necessità di dare segnali di politica industriale e ripresa di investimenti su settori che potessero dare risposte significative all’occupazione: ora non c’è più tempo anche perché la somma della disoccupazione, dei percettori di ammortizzatori, dei precari che hanno in scadenza il loro contratto a breve e i licenziamenti per fallimento delle imprese, segnano un’area di disagio che riguarda oltre un terzo della popolazione italiana, a cui si aggiungono i pensionati”.

Nelle prossime ore la CGIL si augura che “si possano registrare decisi segnali di inversione tendenza per quanto riguarda le emergenze sociali dettate dall’occupazione e dagli ammortizzatori, dalle forme di sostegno al reddito per le soglie al di sotto di povertà e dalla ripresa degli investimenti pubblici. Serve un radicale cambio della politica di sola austerità che ha creato la spirale negativa fatta di disoccupazione e meno reddito disponibile, meno consumi, più tasse e crollo della domanda”. Ieri, segnala Sorrentino, “il Ministro del Lavoro, smentendo ancora una volta gli impegni assunti con le Parti sociali, ha demandato al nuovo esecutivo la risoluzione di quei problemi nati dalle scelte sbagliate degli scorsi mesi e che riguardano le sorti di milioni di persone: dagli ammortizzatori in deroga agli esodati, alle correzioni alla riforma del lavoro che sta creando più problemi che risoluzioni”.

Per la CGIL sarebbe invece “un segnale necessario che nelle prossime ore arrivino quei confronti con le Parti sociali che ci mettano in condizione di rispondere in modo certo alla disperazione sociale crescente e alla necessità di rimettere in moto la crescita. Sull’occupazione giovanile in particolare continuiamo a chiedere che il nostro Paese avvii subito il recepimento del programma europeo della ‘garanzia giovani’ che consenta l’avvio di percorsi di orientamento, formazione, inserimento e occasioni di lavoro”. Per il Mezzogiorno, infine, “gli effetti della riprogrammazione dei fondi comunitari sono deboli e indicano che la strada da perseguire sui trend di occupazione e crescita non può essere affidata solo alla spesa comunitaria. Occorre invece tornare ad investire in politiche nazionali che guardino al sud come territorio su cui concentrare attenzione su settori ad alto potenziale come energia, sistema manifatturiero, territorio e turismo e servizi pubblici. Poche cose concrete – conclude Sorrentino – che diano fiato ai lavoratori e alle imprese: questa la vera emergenza”.

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