« P.A.: CGIL, dare risposte agli oltre 150mila precari | Home | Coop sociale Solidarietà: mobilità per 46 dipendenti »
CGIL Siena sulla responsabilità solidale negli appalti
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 21, 2013
E’ troppo facile dire, come affermato da più parti, non ultima la CNA provinciale nei giorni scorsi, che la responsabilità in solido presente in un appalto tra appaltante e appaltatore è un peso, e che quindi deve essere abolita.
Sì, troppo facile, perché allora sarebbe anche il caso di dire che dovrebbe essere abolito il dumping che spesso si crea tra un lavoratore dipendente dell’azienda madre e un altro lavoratore che gli sta quasi sempre a fianco ma è dipendente della ditta che ha vinto l’appalto. Spesso entrambi svolgono lo stesso lavoro, ma hanno trattamenti e diritti non sempre uguali, anzi! Basti vedere le differenti retribuzioni e le non sempre idonee misure in materia di sicurezza sul lavoro.
Lavoratori, quelli delle cooperative o di aziende che lavorano per conto terzi, che svolgono il loro ruolo in una realtà aziendale che non possono definire loro, il tetto sotto cui lavorano – quando c’è – non è di proprietà dell’impresa che li ha assunti, producono beni e servizi, ma non direttamente collegati al loro datore di lavoro. Spesso vivono una situazione di mancanza d’identità, venendo meno quella diretta relazione che ci dovrebbe essere tra lavoratore e azienda di riferimento.
Quindi ci sembra troppo semplice, da parte di imprese ed enti, il non voler farsi carico dei lavoratori che forniscono un servizio tramite una ditta che comunque è stata da loro prescelta.
La responsabilità sociale di un’impresa non può essere esercitata a corrente alternata, deve garantire la stessa dignità a tutti i soggetti che direttamente o indirettamente contribuiscono alla crescita aziendale.
Non dimentichiamo poi il fatto che spesso il ricorso e l’adesione agli appalti al massimo ribasso che innescano situazioni di subappalto – in subappalto – nascondono non infrequentemente il ricorso al lavoro irregolare anche quando si “fregia” di quell’autonomia professionale che in sostanza non ha.
Se poi la responsabilità in solido viene ritenuta un “serio problema” non rimane che effettuare tutti i lavori in gestione diretta e così l’ostacolo si elimina.
CGIL Siena
Siena, 21 agosto 2013