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FLC CGIL: “Tutti contro tutti o tutti insieme per salvare e rilanciare l’Università?”
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Dicembre 14, 2013
Tutti contro tutti o tutti insieme per salvare e rilanciare l’Università?
Assemblea d’Ateneo a Siena
– Martedì 17 Dicembre 2013 – dalle 15 alle 17 –
Aula 145 – Complesso San Niccolò (via Roma, 56 – SIENA)
Coordina: Andrea Machetti – Segreteria Provinciale FLC CGIL
Introduce: Alessandro Rapezzi – Segretario Regionale FLC CGIL
Interverranno:
Massimiliano Tabusi – Coordinatore forum della docenza del Lazio FLC CGIL
“Cose note, meno note e taroccate sull’università italiana in mezzo al guado. Attualità e prospettive.”
Helen Glave – CEL Università di Siena
“Puntare sulle lingue straniere per il futuro dei nostri giovani”
Mario Dimonte – Studente Università di Siena
“Il ruolo della conoscenza ai tempi della crisi”
Conclude: Lorenzo Micheli – Segretario Provinciale FLC CGIL
STANNO UCCIDENDO L’UNIVERSITA’! Per salvare e rilanciare l’Università
Lo smantellamento del Sistema universitario pubblico italiano in corso da anni sembra ormai giunto allo stadio finale: la situazione degli Atenei statali non è mai stata così drammatica.
L’Università tutta è sotto attacco e ad essere pesantemente danneggiati non sono solo coloro che vi lavorano e vi studiano, ma l’intero Paese, che rischia di perdere lo strumento principale per la sua crescita culturale, sociale ed economica e di arretrare anche sul piano della sua tenuta democratica.
Contro la cancellazione dell’idea stessa di una università qualificata, democratica, diffusa nel territorio e aperta a tutti, occorre che tutte le componenti universitarie (studenti, precari, tecnico-amministrativi, lettori-cel, ricercatori, professori) rispondano in tempo e unitariamente, rigettando la logica del “tutti contro tutti”. Una logica a cui vorrebbero portare coloro che in tutti questi anni hanno imposto tagli sempre crescenti e ormai mortali, norme che uccidono il diritto allo studio, bloccano il ricambio generazionale dei docenti-ricercatori, attribuiscono poteri immensi ai rettori che stanno sempre più assumendo il ruolo di “commissari liquidatori“ degli Atenei. Insomma, si vuole tornare a una Università di élite, frequentata solo da chi se lo può economicamente permettere.
Con la scusa dell’autonomia responsabile, della meritocrazia e della competizione, si vorrebbero nascondere i tagli, lo svuotamento del diritto allo studio, l’espulsione di migliaia di lavoratori precari, l’azzeramento della ricerca, il blocco delle carriere e delle retribuzioni.
Gli studenti sono il principale bersaglio di questo piano di devastazione dell’Università: calano le immatricolazioni e aumentano i corsi a numero chiuso, si aumentano le tasse mentre si riducono i fondi per le borse di studio, gli alloggi e le biblioteche, si restringe e si dequalifica l’offerta formativa. E tutto questo accompagnato dalla crescente volontà di cancellare il valore dei titoli di studio, abolendo il valore del voto di laurea e introducendo anche all’Università gli inaffidabili e fallimentari test TECO-INVALSI.
I docenti-ricercatori precari, che danno un notevole contributo allo svolgimento della ricerca e della didattica, svolgendo spesso gli stessi compiti dei docenti di ruolo, sono stati tenuti in uno stato di incertezza e di subalternità (condizioni opposte a quelle ritenute necessarie anche dalla Comunità europea) e per loro non è previsto alcun serio sbocco nella docenza di ruolo, solo ad alcuni si offre di prolungare lo stato di precarietà.
I lettori-cel, che svolgono compiti di docenza ancora più importanti nella prospettiva dell’internazionalizzazione, sono sempre più vittime del tentativo di far cassa esternalizzando e dequalificando il loro ruolo, arrivando in qualche caso anche a essere licenziati.
Anche per i tecnico-amministrativi è aumentato il carico di lavoro per il blocco del reclutamento e anche a loro è stata bloccata la retribuzione, con il mancato rinnovo dei contratti e con la messa in discussione di una parte del salario (cosiddetto “accessorio”).
I docenti di ruolo, professori e ricercatori, vedono sempre più aumentare il proprio carico di lavoro e diminuire i fondi per la ricerca e la didattica, mentre la loro retribuzione è stata bloccata. Anche le promozioni sono state bloccate con la farsa delle abilitazioni nazionali, ridicolizzate da una gestione maldestra e pasticciata da parte del Ministero e dell’ANVUR, con l’indubbio risultato di marchiare i non abilitati (“disa-abilitati”) e di ammucchiare gli abilitati in liste in attesa di una chiamata che dipenderà dalla (in)disponibilità dei fondi e dalla volontà degli Atenei.
Tutto questo può spingere alla logica del “tutti contro tutti”, nella speranza di scamparla da soli: il singolo ateneo, la singola struttura, la singola categoria, il singolo.
Al contrario, solo se si uniscono tutti coloro che lavorano e studiano può realizzarsi un’efficace opposizione al progetto di demolizione dell’Università italiana e si può rilanciare questa Istituzione, strategica per l’intero Paese.
Per questo le Organizzazioni universitarie rivolgono un pressante appello a tutta la Comunità universitaria ad incontrarsi e a discutere in tutti gli Atenei.
Bisogna che tutti prendano consapevolezza dello stato drammatico nel quale è stato ridotto il Sistema universitario e della necessità e urgenza di forti iniziative unitarie per il necessario rilancio dell’alta formazione e della ricerca.
Le Organizzazioni universitarie invitano anche tutti i docenti a discutere con gli studenti sulla drammatica situazione delle Università italiane, dedicando a questo tema una parte delle loro lezioni, e chiedono a tutti gli Organi degli Atenei di pronunciarsi sullo stato dell’Università.
FLC CGIL Siena – Federazione Lavoratori della Conoscenza
Argomenti: FLC, università |