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#Dirittixtutti. Metalmeccanici in piazza a Milano “il vero scudo contro la crisi è il lavoro”
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 14, 2014
#Dirittixtutti. Metalmeccanici in piazza a Milano “il vero scudo contro la crisi è il lavoro”
14/11/2014 da www.cgil.it » ASCOLTA: le voci dal palco – Landini – Camusso
Prosegue senza sosta la grande mobilitazione della Cgil in preparazione dello sciopero generale proclamato per il 5 dicembre contro la Legge di Stabilità e contro il Jobs Act del governo Renzi. Oggi a scendere in piazza a Milano sono stati decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici delle aziende del centro Nord (Valle d’Aosta, Trentino, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana) in occasione dello sciopero generale di 8 ore della categoria dei metalmeccanici FIOM CGIL, una mobilitazione che proseguirà il 21 novembre coinvolgendo le regioni del centro Sud che manifesteranno a Napoli. Sempre oggi ad incrociare le braccia anche i lavoratori della Provincia di Genova (esclusi i Comuni del Tigullio e il comparto delle ferrovie).
#Dirittixtutti. Un lungo corteo pacifico e colorato ha attraversato le vie di Milano dove sul palco allestito in Piazza Duomo è stata data voce ai lavoratori delle tante, troppe aziende in crisi. ‘Lavoro legalità, uguaglianza, democrazia, sciopero generale’, queste le parole d’ordine della mobilitazione promossa dalla FIOM CGIL contro le politiche economiche e sociali portate avanti dal governo, contro la cancellazione dei diritti e il peggioramento dei salari e delle condizioni di vita. Condizioni di vita che sono state raccontate da Sonia, dipendente della Nokia dove sono arrivate lettere di licenziamento per 109 lavoratori; Stefano della Trw di Livorno, dove a rischio c’è il futuro lavorativo di 400 persone; due testimonianze anche da lavoratori migranti di Padova e Bologna che hanno raccontato le difficoltà degli stranieri in Italia. La solidarietà dei metalmeccanici belgi con l’intervento di Angelo Basile, vice segretario del sindacatodella categoria. (Ascolta gli interventi). Sul palco anche le note dei musicisti della Scala di Milano. A concludere la grande giornata di protesta gli interventi di Maurizio Landini, Segretario Generale della FIOM CGIL e di Susanna Camusso, Segretario generale della CGIL. Quella di oggi è “una piazza che unisce e vuole combattere le differenze e le disgregazioni”, così Maurizio Landini leader della FIOM CGIL ha aperto il suo intervento, ricordando che insieme ai metalmeccanici sono scesi in piazza i precari, i disoccupati e gli studenti. “Se non cambieranno le cose andremo avanti fino in fondo. Noi vogliamo cambiare il Paese – ha affermato – non vogliamo solo opporci, abbiamo delle proposte”. L’estensione della cassa integrazione, il rifinanziamento dei contratti di solidarietà, la riduzione dell’orario di lavoro in alternativa ai licenziamenti, la reintroduzione delle pensioni di anzianità. Sono solo alcune delle rivendicazioni lanciate dal palco in Piazza Duomo. “C’è bisogno di una nuova politica industriale, bisogna rilanciare gli investimenti pubblici e privati – ha detto Landini – e i soldi per farlo vanno presi dove sono: con il rientro dei capitali all’estero, ripristinare il falso in bilancio, la legge contro la corruzione”. “La verità – ha spiegato – è che le imprese non vengono ad investire in Italia perché c’è l’illegalità”. A ribadire l’importanza di interventi sulla corruzione da parte del Governo è Susanna Camusso “serve una patrimoniale, non bisogna avere paura delle parole”, ha affermato con forza “non si può continuare a tassare in basso, bisogna avere il coraggio di non colpire chi è debole ma chi i soldi ce li ha e non li investe per il Paese”. Alle imprese, ha proseguito Camusso “bisogna proporre dei vincoli, non finanziamenti a pioggia, la riduzione dell’Irap non ci deve essere per le aziende che licenziano”. Quanto al presunto accordo raggiunto ieri all’interno del PD sulle modifiche al Jobs act, Camusso ha detto: “non inseguite mediazioni al ribasso sull’articolo 18, ma estendete le tutele a quella parte del lavoro che non le ha”. Infine rivolgendosi al governo e alla Confindustria: “se pensate di cambiare senza il mondo del lavoro continueremo con la mobilitazione. Noi il futuro per il Paese lo vogliamo e lo porteremo a casa” ha concluso.
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