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Camusso, è l’ora di un nuovo Statuto dei Lavoratori.

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 26, 2015

Camusso_17Camusso, è l’ora di un nuovo Statuto dei Lavoratori. Intervista a ‘Famiglia cristiana’, 26 marzo

26/03/2015 da www.cgil.it

Per Susanna Camusso, segretario generale della Cgil (5,6 milioni di iscritti) il contratto a tutele crescenti varato dal Governo è «pura propaganda». E le norme introdotte dal cosiddetto Jobs act sono «ingiuste, sbagliate e punitive». Al punto che, promette, «lanceremo presto una mobilitazione per un nuovo Statuto dei lavoratori».

Norme ingiuste, sbagliate e punitive. Ci spieghi questi tre aggettivi. «Ingiuste perché rendono più debole il lavoratore. Sbagliate perché togliendo i diritti non si crea un solo posto di lavoro. Punitive perché abolendo l’articolo 18, cioè rendendo i nuovi assunti licenziabili, li si rende ricattabili».

Ma introdurre sgravi per le nuove assunzioni è una buona idea. O no? «Intanto gli sgravi sono stati inseriti nella Legge di stabilità 2015, ma non sappiamo se saranno rinnovati .E poi facciamo due conti: su ogni nuovo assunto le aziende risparmieranno 24 mila euro in tre anni, 8 mila all’anno. L’indennità che un’azienda dovrebbe pagare per licenziare sarebbe al massimo di 6 mensilità. Risultato: ci sarà perfino qualche datore di lavoro che, assumendo e licenziando, potrà addirittura guadagnarci. Il Governo voleva eliminare la precarietà, ha solo abolito il lavoro a tempo indeterminato dividendo ulteriormente i lavoratori».

1.000 Sono i neoassunti in Italia con le nuove regole annunciati dalla McDonald’s, oltre agli altri mille dipendenti per i quali il contratto verrà riconvertito da determinato a indeterminato a tutele crescenti. Comunque grazie agli sgravi sarà più facile assumere. E l’occupazione potrebbe aumentare. «È tutto da vedere. Di certo non aumenterà l’occupazione stabile e di qualità. Per riuscirci Renzi avrebbe dovuto davvero abolire tutte le forme di contratti precari: voucher, a chiamata, co.co.co. Invece si sono riformate solo le collaborazioni a progetto, e dal 2016. Il premier ha raccontato ai giovani che da oggi esiste un solo contratto, stabile e a tutele crescenti. Pura propaganda, perché è rimasto tutto il vecchio impianto di contratti “flessibili” ed eliminando l’articolo 18 si è reso precario ciò che era stabile. Altro che tutele crescenti: i giovani sono stati puniti. I loro contratti valgono meno di quelli dei fratelli maggiori».

Si è detto: con il contratto a tutele crescenti, i giovani avranno più facile accesso ai mutui per una casa… «Contro l’accanimento delle banche sui lavoratori precari bastava fare accordi con il sistema bancario, come in certi casi è avvenuto, o creare sistemi di garanzia pubblici come ha fatto qualche Regione. Per ottenere un mutuo non era indispensabile abolire l’articolo 18, semmai il contrario».

Paradossale che dopo tanti tentativi da destra di abolire l’articolo 18 ci sia riuscito un Governo “di sinistra”. Come se lo spiega? «Perché questa è una sinistra “pentita”: Ha fatto sua l’idea tutta liberista che la costruzione di diseguaglianza permetta la libera crescita infinita. La crisi che attraversiamo dimostra il contrario: i pochi che hanno già molto si arricchiscono ancora, tutti gli altri, cioè la stragrande maggioranza, si impoveriscono sempre di Ricordiamoci il “grido” di papa Francesco per la dignità del lavoro e dei lavoratori. Lo schema di questo Governo è che lo Stato delega tutto al sistema delle imprese, sia le azioni sane che quelle punitive. Ma noi pensiamo che serva altro».

Cosa? «Un nuovo Statuto dei lavoratori che ponga al centro della legislazione il tema della qualità del lavoro e un livello di tutele universale e generalizzato. Come per il vecchio Statuto sarà una discussione nazionale a promuoverlo. Dobbiamo uscire da questa logica mediatica che a Renzi piace tanto e tornare al confronto tra le parti e con la politica. Fare vera politica del lavoro».

A questo punto, avete la forza per farlo? «Lo diranno i territori, le piazze, la mobilitazione e la contrattazione che saremo in grado di avviare».

Una curiosità: lei e Renzi vi parlate a tu per tu o tra voi c’è un telefono che non squilla? «La seconda che ha detto».

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