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Cronaca di 7 mesi di morti sul lavoro “annunciate”. Bilancio agghiacciante, da gennaio a luglio 643 vittime (+9.5%)
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 11, 2015
Lombardia, Toscana, Campania e Veneto continuano a tenere le fila della tragica graduatoria del numero di morti. Il nordest ancora l’area con il più elevato rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa.Sette mesi di morti sul lavoro in Italia per un bilancio agghiacciante in cui, da gennaio a luglio, si contano 643 vittime. Sono 171 i lavoratori che hanno perso la vita in itinere e 472 coloro che sono deceduti in occasione di lavoro, con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2014 pari al 9,5 per cento.
A raccontare questa prima immagine dell’emergenza morti bianche è la più recente indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sulla base di dati Inail. “Numeri complessivi terrificanti che narrano una morte quotidiana con una media di oltre 90 vittime al mese. Incomprensibile come ancora non vengano consegnate risposte concrete a questa che è una piaga sociale ‘conclamata’ – sottolinea Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio – dove le morti, molto spesso, non sono dovute ad una tragica fatalità, ma sono piuttosto la conseguenza più tremenda e visibile della scarsa diffusione della cultura della sicurezza”.
La Lombardia, come sempre, è la regione maggiormente colpita con 70 vittime in occasione di lavoro, seguita dalla Toscana (46), dalla Campania (43), dal Veneto (42), dal Lazio (39), dall’Emilia Romagna (36) dalla Sicilia (35) e dal Piemonte (33). Seguono: Puglia (29), Abruzzo (16), Marche (15), Trentino Alto Adige (14), Umbria (12), Friuli Venezia Giulia, Calabria e Sardegna (8), Liguria (7), Basilicata (6) e Molise (5).
Sul fronte del rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa per macroaree, è il Nordest che continua a far rilevare il dato peggiore con un indice di 32,7 contro una media nazionale di 21,1. Seguono: il Sud (31,1), le Isole (23), il Nord Ovest (16,2) e il Centro (15,4).
A livello regionale, invece, nei primi sette mesi del 2015 è il Molise ad indossare la maglia nera con un indice di 50,3. E non va meglio in Umbria (33,5) e in Basilicata (33,3).
Il settore delle Costruzioni conta il maggior numero di vittime (59 pari al 12,5 per cento del totale degli infortuni mortali). Al secondo posto le Attività Manifatturiere (11 per cento); al terzo posto Trasporti e Magazzinaggi (9,5 per cento). Al quarto, invece, troviamo il Commercio all’ingrosso e al dettaglio, Riparazione autoveicoli e motocicli con il 7,4 per cento delle vittime.
Quarantenni e cinquantenni i lavoratori più spesso coinvolti dagli infortuni mortali. Per la precisione il 36,7 per cento di tutte le vittime del Paese aveva un’età compresa tra i 45 e i 54 anni e il 23,9 per cento tra i 55 e i 64 anni.
Le donne che hanno perso la vita nei primi sette mesi dell’anno in occasione di lavoro sono state 27.
Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 77, pari al 16,3 per cento del totale.
A livello provinciale è Roma a guidare la triste classifica con 24 morti bianche, seguita da: Milano (20), Bari (16), Napoli (15), Brescia (12), Salerno (11), Palermo, Torino e Treviso (10).
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