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Indennità atipiche: il Giudice del lavoro condanna il Comune di Siena
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 27, 2015
Indennità atipiche della contrattazione decentrata: il Giudice del Lavoro condanna il Comune di Siena.
FP CGIL, FP CISL e FPL UIL: “Grande soddisfazione”.
Siena, 27 novembre 2015 – Con grande soddisfazione FP CGIL, FP CISL e FPL UIL prendono atto della sentenza emessa oggi dal Giudice del Lavoro che ha accolto i ricorsi promossi dalle sigle sindacali – che hanno coinvolto oltre 500 dipendenti del Comune di Siena – in merito agli atti posti in essere dall’Amministrazione comunale in relazione alle indennità ‘atipiche’ messe in mora decennale dopo l’Ispezione del MEF.
Nel dispositivo della sentenza il Giudice ha accertato l’insussistenza del diritto del Comune di Siena alla ripetizione del debito dei singoli ricorrenti per il titolo oggetto di controversia, indennità ‘atipiche’ 2004/2012, e ha condannato l’Amministrazione comunale al pagamento di quanto trattenuto a titolo recuperatorio, oltre agli interessi legali. Nulla quindi dovrà essere restituito da parte dei dipendenti.
Sulla questione della legittimità di dette indennità, ulteriore oggetto dei ricorsi presentati da FP CGIL, FP CISL e FPL UIL, le Sigle Sindacali si riservano un’attenta lettura della sentenza depositata e delle motivazioni in essa contenute.
“Crediamo – sostengono le organizzazioni sindacali – che quanto sancito oggi dal Giudice del Lavoro sia un importante risultato in una vicenda che ha prodotto una frattura sensibile con l’Amministrazione comunale ed è costata ai lavoratori, oltre al perseguire le vie legali, lunghi periodi di mobilitazione e di lotta”.
Nella stessa udienza di stamani il Giudice del Lavoro di Siena ha aggiornato all’11 gennaio 2016 l’udienza per decidere su un ulteriore ricorso promosso da FP CGIL, FP CISL e FPL UIL insieme alla RSU sulla violazione da parte del Comune di Siena delle norme di riferimento in termini di contingentamento del personale della Polizia Municipale in occasione dell’assemblea sindacale del 2 marzo 2014 e dello sciopero proclamato per l’8 marzo 2014.