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Quei dati controversi sulla Cassa integrazione…
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 11, 2016
“Quei dati controversi sulla Cassa integrazione”: intervento di Fabio Giovagnoli per Toscana24
Si era sempre detto che la caduta delle ore di Cassa integrazione guadagni autorizzata dall’Inps nel 2015 non era proporzionale alla vera situazione del mercato del lavoro, in Italia e qui in Toscana. Vero è che l’economia mostra qualche timido segnale in positivo. Altrettanto vero è che questi segnali non spostano però più di tanto una situazione ancora molto lontano da una vera uscita dalla crisi. Ammesso che ciò possa considerarsi una prospettiva credibile in tempi ragionevoli. In ogni caso il dato positivo della Cig nei mesi scorsi confermava anche qualche interessante movimento rilevato nei dati sugli avviamenti, al netto della propaganda. I numeri Inps di oggi, gennaio 2016, frustrano anche questa timida aspettativa favorevole. E il quadro non è proprio dei migliori.
In Toscana, a gennaio 2016, le ore autorizzate di Cig aumentano del 28,2% rispetto al gennaio 2015 (+886.390). E aumentano del 14,11% (+ 498.237) rispetto al dicembre 2015.
L’aumento maggiore, sia in percentuale che in termini assoluti, è dato dalla Cig straordinaria, ovvero dall’intervento sulle sospensioni per causali che rimandano ad un aumento delle situazioni di crisi o profonde ristrutturazioni dell’apparato produttivo. Sono le situazioni più pesanti sul piano dell’occupazione e dei rapporti sociali. Le ore di Cig straordinaria a gennaio 2016 arrivano a 3.208.780 con un aumento di 1.089.414 nel confronto con lo stesso mese del 2015 e con un incremento del 51,4%. Non è poco se consideriamo che nel dicembre passato le autorizzazioni arrivavano a 978.607. Un bel salto.
Aumenta anche la Cig in deroga con un +45% sempre nel raffronto fra gennaio 2016 e lo stesso mese del 2015, ma qui i numeri reali sono più contenuti. Diminuisce la Cig ordinaria che passa da 713.568 ore del gennaio 2015 a 369.138 ore del gennaio di quest’anno con una riduzione del 48,27%.
Per ciò che riguarda i settori maggiormente interessati agli aumenti delle autorizzazioni di Cig, in Toscana risalta il dato del settore meccanico-metallurgico che dalle 795.990 ore del gennaio 2015 passa alle 2.486.996 del gennaio 2016. Un aumento di 1.691.006. E quasi tutte di straordinaria. Aumenta la Cig nel settore dei servizi, diminuisce invece notevolmente nelle costruzioni, settore che, in profonda crisi, ha ormai esaurito quasi tutte le opportunità offerte dagli ammortizzatori. La Cig si riduce anche nel Tac (Tessile, abbigliamento, calzature) che risente favorevolmente della spinta offerta dall’export.
Le ragioni di tale cambiamento di rotta nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali sono da ricercare in alcune motivazioni economico-sociali e in altre di carattere più tecnico nella contabilità dell’Inps. Sulle prime spinge una situazione che, diversamente da quanto viene proclamato, non migliora così significativamente come si propaganda. Rimangono alcuni problemi di fondo, come la debolezza delle politiche industriali e una propensione all’investimento al di sotto delle aspettative di crescita, che non possono essere risolti semplicemente con nuove regolazioni dei meccanismi che muovono il mercato del lavoro (jobs act con annessi e connessi).
Emerge dal rapporto Inps un dato tecnico che potrebbe in parte spiegare una discontinuità così marcata nel dato di gennaio 2015. In particolare l’Ires mette in evidenza che “la notevole diminuzione delle ore di Cig ordinaria autorizzate nel mese di gennaio 2016 è ascrivibile ai necessari processi di allineamento delle procedure alle disposizioni normative introdotte dal d.lgs. 148/2015. …e che l’istituto è inoltre ancora al lavoro con il ministero del Lavoro…”. Vi sono quindi alcune difficoltà operative nell’aggiornamento dei dati di fine anno che potrebbero avere delle code statistiche nelle prossime rilevazioni. In questo caso bisognerà aspettare un po’ per avere un quadro più certo. Vi è però una ultima considerazione. Si sono prodotte molte riforme nel mercato del lavoro. Alcune di queste sono state decisamente pesanti. A oggi non esistono ancora fonti certe di monitoraggio e di valutazione dei risultati che hanno prodotto le nuove norme. Non è una cosa di cui possiamo andar fieri.
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