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Carta dei diritti: i referendum e la proposta di legge
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Dicembre 21, 2016
Carta dei diritti: i referendum e la proposta di legge
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Cancellare i voucher e abrogare sia le norme che impediscono il reintegro in caso di licenziamenti illegittimi sia quelle che limitano la responsabilità solidale degli appalti. È quanto chiede la Cgil nei tre quesiti referendari a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare: “Carta dei Diritti Universali del Lavoro ovvero nuovo Statuto di tutte le Lavoratrici e di tutti i Lavoratori”.
La Corte costituzionale, nella camera di consiglio dell’11 gennaio 2017, esaminerà l’ammissibilità delle richieste relative ai tre quesiti referendari. Richieste che sono state già state dichiarate conformi alla legge dalla Cassazione, con ordinanza depositatalo scorso 9 dicembre. In quella data infatti l’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione, presieduto da Maria Cristina Siotto, ha promosso i referendum del sindacato di Corso d’Italia che hanno come oggetto i seguenti temi:
1. la cancellazione del lavoro accessorio (voucher);
2. la reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti;
3. nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende al disopra dei cinque dipendenti.
Cosa prevedono i referendum:
1. VOUCHER
Il 2015 ha visto un boom dell’utilizzo dei voucher, i famosi “ticket da mini-impieghi”, inventati per cercare di regolarizzare le piccoli mansioni pagate da sempre in nero.
Sempre più spesso, però, attraverso l’utilizzo dei voucher il lavoratore accetta impieghi barattati al ribasso e vede azzerati i propri diritti con una risibile contribuzione ai fini previdenziali. Vogliamo quindi cancellare i voucher perché non combattono il lavoro nero. Anzi, il loro abuso determina una sommersione anziché un’emersione del lavoro nero e irregolare.
Per questo la Cgil chiede il referendum per l’abrogazione dei voucher usati in maniera “flessibile” e illegittima.
2. LICENZIAMENTI
Secondo la normativa vigente, un licenziamento ingiustificato prevede il pagamento di un’indennità che cresce con l’anzianità di servizio, con un minimo di 4 e un massimo di 24 mensilità. La Cgil chiede il referendum per il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento disciplinare giudicato illegittimo, estendendolo anche per le aziende sotto i 15 dipendenti, fino a 5 dipendenti.
Nelle aziende con meno di 5 addetti il reintegro non sarà automatico ma a discrezione del giudice. In caso di reintegro, sarà il lavoratore a scegliere il risarcimento congruo o il rientro. Il referendum vuole ripristinare un principio fondamentale di giustizia nel lavoro.
3. APPALTI
L’abrogazione delle norme che limitano la responsabilità solidale degli appalti vuole difendere i diritti dei lavoratori occupati negli appalti e sub appalti coinvolti in processi di esternalizzazione, assicurando loro tutela dell’occupazione nei casi di cambi d’appalto e contrastando le pratiche di concorrenza sleale assunte da imprese non rispettose del dettato formativo.
L’obiettivo è rendere il regime di responsabilità solidale omogeneo, applicabile in favore di tutti i lavoratori a prescindere dal loro rapporto con il datore di lavoro. Ripristiniamo la responsabilità in solido tra appaltante e appaltatore, garantiamo la stessa dignità a tutti i soggetti che, direttamente o indirettamente, contribuiscono alla crescita aziendale.
Il 1 luglio scorso sono state depositate in Corte di Cassazione oltre 1,1 milioni di firme per ognuno dei tre quesiti.
Il 9 aprile è iniziata la raccolta di firme a sostegno della legge di iniziativa popolare e dei referendum.
Il 23 marzo i referendum sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n.69.
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