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Quanta sofferenza dietro ai pacchetti

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 16, 2017

Parole. Pippo Russo, Quanta sofferenza dietro ai pacchetti
Pippo Russo da La Repubblica/Firenze

Qual è la parola della settimana? Senza dubbio alcuno è logistica. Termine che ha un’origine militare, poiché designava il rifornimento delle truppe, con relative funzioni di trasporto e stoccaggio delle risorse, e che per le società sviluppate è diventata il verbo di un’altra attività bellica: la guerra delle merci. Che si sono fatte esse stesse esercito, il più compatto che muova quotidianamente le proprie truppe da un angolo all’altro del globo in un risiko la cui logica sfugge ormai alla ragione. E poiché le merci vanno e vengono, ma ogni tanto si fermano a riprendere fiato dalla fatica della transumanza, ecco ch’è richiesto un vasto apparato per lasciarle riposare e poi ridistribuirle verso le destinazioni finali. Facendo così in modo che si compia l’ultimo passo della loro tirannia sugli umani. No, non è uno scenario da distopia. Si tratta invece del panorama che viene schiuso dalla lettura del rapporto pubblicato nei giorni scorsi dalla Cgil toscana, riguardante una ricerca condotta tramite interviste con lavoratori del settore che operano nell’area metropolitana fiorentina. E i dati sono agghiaccianti. Soprattutto nelle aziende più piccole vengono descritte condizioni di sfruttamento spinto fin quasi al limite dello schiavismo. Turni da tredici-quattordici ore (con straordinari e lavori festivi non pagati), dimissioni in bianco, pause pranzo azzerate e ordini di servizio per le consegne a domicilio che si trasformano in prove estreme.
Una vita continuamente sulla corda, per tenere i cui ritmi alcuni lavoranti sono costretti a assumere stupefacenti. La cocaina come un doping per non rimanere stritolati dal carico di lavoro massacrante, e per realizzare il record dell’ora a ogni ora lavorativa d’ogni giorno comandato (dal caporale). Sono queste persone i veri ingranaggi della mega-macchina che movimenta minuto per minuto le nostre merci. Sono loro a rendere possibile la circolazione degli oggetti che, come in un miracolo banalizzato dalla serialità, inverano i nostri desideri di possesso e consumo. E intanto che ci esaltiamo di ricevere queste merci con cicli di distribuzione sempre più compressi, non ci rendiamo conto che esse sono gli agenti d’una guerra agli umani da cui non viene risparmiato nessuno. Nemmeno noi, che crediamo d’essere attori e invece siamo bersagli immobili d’una nuova arte guerresca, combattuta con armi di distribuzione di massa.

Notizia del: dom 15 gen, 2017 – da www.cgiltoscana.it
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