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Cgil e Ires Toscana: presentato Focus Economia Toscana 01-2017, ‘un’economia gracile e statica’
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 27, 2017
La precarizzazione selvaggia del mercato del lavoro continua in un quadro economico toscano debole, incerto e con poche prospettive di miglioramento. Angelini, “l’utilizzo fuori controllo dei voucher dimostra che si deve cambiare rotta. La Cgil ha proposto due referendum, uno per eliminare i voucher, l’altro per la responsabilità in solido sugli appalti, con lo scopo di ridare dignità al lavoro”.Oltre 100 mln di lavoro pagato a voucher in Toscana nel 2016. In 12 mesi ne sono stati venduti 10.446.260. Anche il 2017 non è iniziato male per i buoni lavoro. Nel mese di gennaio ne sono stati venduti già 628.489, 62.520 in più di quanti ne furono venduti nel gennaio 2016, con un incremento percentuale dell’11%.
La precarizzazione selvaggia del mercato del lavoro continua in un quadro economico toscano debole, incerto e con poche prospettive di miglioramento.
“La debolezza economica della nostra regione si riversa sul mercato del lavoro che continua nell’andamento decisamente debole, per non dire depressivo”, così stamattina in conferenza stampa Fabio Giovagnoli direttore di Ires Toscana presentando il Focus Economia Toscana 01 2017.
Giovagnoli ha così continuato: con l’ormai accertato flop degli incentivi previsti nel Jobs Act, risultano evidenti i limiti e le contraddizioni di una occupazione soggetta all’impoverimento della qualità e dell’incertezza del lavoro. Continua la crescita dell’utilizzo dei voucher utilizzati in sostituzione del lavoro stabile e tutelato. La Toscana si conferma come una delle regioni che ricorre di più a questo strumento. La leggera crescita occupazionale che ci forniscono i dati ISTAT per il terzo trimestre del 2016 (+0,2%) è data essenzialmente da lavoro autonomo che compensa la rilevante perdita di lavoro dipendente che, su base tendenziale, varia da – 01% a – 1,4%. Ristagna l’occupazione che si attesta al 66% e cresce il tasso di disoccupazione dall’8,5% all’8,8%. A complicare il quadro rileviamo un peggioramento del dato relativo all’utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni che aumenta soprattutto nel settore metalmeccanico e nella provincia di Livorno In Toscana le tendenze negative relative alla gestione del credito rimangono assolutamente a livelli di emergenza, sia per ciò che riguarda gli impieghi, sia nell’andamento delle sofferenze. Queste ultime, dopo un lieve miglioramento, mantengono un potenziale di crisi che, esploso nelle note vicende di alcuni importanti istituti di credito toscani, stenta ad invertire la tendenza”.
Così Dalida Angelini, segretaria generale di Cgil Toscana ha introdotto la conferenza stampa: “La situazione dell’economia toscana resta fragile, il problema del lavoro ci fa preoccupare. Servono investimenti, piani per il lavoro e politiche industriali: la politica eserciti il proprio ruolo, anche perché sta arrivando la rivoluzione dell’industria 4.0 che deve essere governata. L’utilizzo fuori controllo dei voucher dimostra che si deve cambiare rotta: i buoni lavoro hanno in molti casi sostituito i contratti stagionali, pagare il lavoro attraverso uno strumento che si compra in tabaccheria racconta della perdita di dignità del lavoro stesso. Su questa direzione non c’è mai fine al peggio: per questo la Cgil ha proposto due referendum, uno per eliminare i voucher, l’altro per la responsabilità in solido sugli appalti, con lo scopo di ridare dignità al lavoro. Al governo chiediamo la data per votare questi referendum, al Parlamento di discutere la proposta di legge di iniziativa popolare della Carta dei diritti universali del lavoro”.
A ruota Mirko Lami (segreterio Cgil Toscana, delega al mercato del lavoro) ha aggiunto: “Cala la Cassa integrazione ordinaria, cresce quella straordinaria. Ci sono 42 crisi aziendali al tavolo in Regione, non solo nella siderurgia, nel navale, nella cantieristica, ma anche nel commercio, vedi Unicoop Tirreno. Oltre alla mancanza di lavoro, c’è il problema che stanno finendo gli ammortizzatori sociali. Un esempio: nella provincia di Livorno, da aprile a dicembre di quest’anno, ci saranno circa 2mila lavoratori che finiranno ogni ammortizzatore, anche la Naspi. Questa questione apre un problema sociale enorme, la politica dovrà pensare a come metterci una pezza: il Jobs act non ha funzionato, più che redditi di cittadinanza qui serve lavoro vero”.
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