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Ape sociale e precoci: caos nelle domande
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 20, 2017
Ape sociale e precoci: caos nelle domande
Colombini (Inca): “corsa ad ostacoli per le richieste”
I decreti attuativi, dopo una lunga quanto inspiegabile attesa, sono stati pubblicati la sera di venerdì 16 giugno e le procedure informatiche per l’invio delle domande stesse sono state messe a disposizione da Inps, a partire da sabato 17 giugno. I tempi per la presentazione delle richieste risultano quindi ristrettissimi perché il termine è previsto per il 15 luglio 2017; cioè, neppure un mese a fronte dei 6 mesi impiegati dal Governo per emanare i Decreti attuativi.
Già da ieri, a partire dalle prime ore del mattino, nei nostri uffici si stanno riversando migliaia di lavoratori e disoccupati che chiedono di poter fare la domanda. Solo nella giornata di ieri, i primi dati diramati da Inps, certificano che sono state inviate oltre 8.200 richieste. Si sta diffondendo la psicosi di non arrivare in tempo perché non tutti coloro che avanzano la domanda potranno accedere al pensionamento anticipato visto che i fondi a disposizione sono limitati.
L’Inps ha il compito di stilare una graduatoria, dopo il 15 luglio, per certificare chi entra e chi sta fuori. Tra i criteri della graduatoria, oltre ai requisiti anagrafici, contributivi e soggettivi delle persone, come ad esempio, essere invalidi o disoccupati, svolgere lavori gravosi, oppure assistere un parente di prima grado disabile, ecc., il Governo ha avuto la brillante idea di inserire anche che a parità di condizioni si terrà in considerazione la data e l’ora di presentazione della domanda. Pertanto, tutti cercano di assicurarsi che la richiesta venga inviata il più presto possibile.
La giornata di ieri si è svolta nel caos: il sistema informatico Inps ha subìto un blocco totale nelle prime ore della mattinata, poi ha ripreso a funzionare, però a rilento. Stamattima il problema della lentezza delle procedure si è ripresentato e questo genera, anche dal punto di visto psicologico, oltre che organizzativo, una situazione veramente incresciosa per i lavoratori e le lavoratrici e per i funzionari del Patronato che sono sottoposti a uno stress notevole.
Nel corso della giornata di ieri sono stati risolti da parte di Inps e su nostra segnalazione, alcune problematiche di mal funzionamento della procedura informatica che presentava degli errori o omissioni, come la mancanza della domanda di richiesta dell’Ape, che non è stata disponibile fino a pomeriggio inoltrato.
Altre gravi problematiche rimangono tutt’ora aperte. Vogliamo soffermarci, nella nostra denuncia, su quanti hanno il diritto di accedere ai benefici perché svolgono lavori gravosi di varia natura. Per perfezionare la domanda, l’Inps richiede contestualmente l’invio della certificazione dell’azienda che attesti che il lavoratore abbia effettivamente svolto le mansioni gravose, per gli anni richiesti, sei anni sugli ultimi 7 di lavoro, oltre ad altra documentazione esplicativa dell’inquadramento professionale, del contratto collettivo applicato, del versamento dei contributi all’Inail, ecc.
L’Inps non accetta le domande se non è presente la citata documentazione aziendale, ma questa richiede tempi più lunghi, pensiamo per esempio alle aziende che si trovano in fallimento, in concordato preventivo, a quelle che hanno effettuato fusioni, incorporazioni, cessioni di ramo d’azienda, per cui la documentazione non risulta di immediata disponibilità.
Orbene, tutti questi lavoratori rischiano di essere esclusi dai benefici dell’Ape Sociale e dei Lavori precoci perché se l’Inps non modificherà le procedure, le loro domande saranno presentate dopo tutti gli altri, per fatti non dipendenti dalla volontà delle persone, quando probabilmente le risorse economiche potrebbero essere già terminate.
Abbiamo chiesto a Inps la modifica della procedura per garantire parità di condizioni di accesso a tutti e per tutelare i diritti individuali delle persone.
Ci sentiamo però di affermare che, con queste modalità burocratiche e negligenti, più autoreferenziali che rivolte a garantire i diritti dei cittadini, si rischia di trasformare delle conquiste sindacali utili e giuste in un calvario e in una corsa a ostacoli per coloro: lavoratori e patronati che sono impegnati gli uni per richiedere un diritto, gli altri per garantirlo; e a tutti loro siamo emotivamente vicini.
Il Governo, il Ministero del lavoro e l’Inps, a nostro avviso, dovranno farsi carico della situazione attuando tutte quelle modifiche, normative, organizzative e informatiche che possano assicurare i diritti contenuti della legge di Bilancio 2017, approvata dal Parlamento e che ha recepito l’intesa con le Organizzazioni sindacali dello scorso settembre.