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EFFETTI DELLA NUOVA LEGGE CONTRO LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO: “NULLA E’ CIO’ CHE SEMBRA”
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 19, 2017
EFFETTI DELLA NUOVA LEGGE CONTRO LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO: “NULLA E’ CIO’ CHE SEMBRA” di Gino Rotella
Continuano gli arresti di imprenditori coinvolti nello sfruttamento del lavoro agricolo dovuti alla nuova legge sul contrasto al fenomeno del caporalato. La cronaca li riporta. Dal Nord al Sud. Passando per il Centro. Ma sbaglia chi crede che siano meri fatti di cronaca locale. Come quello capitato nelle scorse settimane al Presidente di Confagricoltura – “autosospeso” – in Calabria. Alberto Statti. Interdetto dall’esercizio d’impresa con l’accusa di estorsione, nel contesto dell’operazione “Spartaco” condotta dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme per contrastare le diverse forme di sfruttamento dei lavoratori, “che inquinano il mercato del lavoro e danneggiano gli imprenditori ed i contribuenti onesti.” Non è qui l’occasione per entrare nel merito delle vicende contestate dalla Guardia di Finanza all’imprenditore. Non è l’aspetto penale che ci riguarda. Non è il nostro mestiere. Il signor Statti saprà certamente difendersi dalle pesanti accuse: “da anni l’imprenditore costringeva sistematicamente i propri dipendenti ad accettare retribuzioni minori (ridotte di circa un terzo) di quelle formalmente risultanti in busta paga oppure non corrispondenti a quelle previste dal contratto collettivo di lavoro ed a rinunciare, di fatto, alle somme di Tfr previste, con la minaccia dell’immediato licenziamento o, prima dell’instaurazione del rapporto lavorativo, con l’esplicito rigetto della richiesta di assunzione avanzata da coloro che aspiravano all’impiego secondo le regole.” Fatti gravi, come si intuisce, che se saranno confermati contrastano fortemente con le affermazioni del Presidente Statti riportate in una nota stampa del luglio 2016: “Agire sul versante delle regole, delle agevolazioni, dei costi e parallelamente stroncare ogni forma di illegalità e prevaricazione. Da questo punto di vista occorre mostrare gratitudine al quotidiano lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, lavoro che nel corso degli ultimi anni ha consentito di colpire a fondo e duramente quelle imprese che si sono poste fuori dalle regole oltraggiando dignità e professionalità dei lavoratori agricoli. Il caporalato e lo sfruttamento in agricoltura costituiscono un’autentica piaga ed anche un imponente fattore di concorrenza sleale verso quelle aziende che invece operano nella legalità”. Ecco il pensiero del Presidente “autosospeso” della Confagricoltura di Calabria. Come non essere d’accordo con lui? |
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