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Sviluppo: Camusso, dinamiche crescita non diminuiscono diseguaglianze
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 3, 2018
“Un fenomeno – sottolinea il leader della Cgil – che si tende a nascondere. Le diseguaglianze sono state una delle cause della crisi e il loro permanere nella fase più alta di crescita del PIL degli ultimi tre anni spiega il diffuso pessimismo e malcontento tra le persone e le forme di risentimento sociale di cui si alimentano i populismi”.
“I dati generali – aggiunge Camusso – migliorano o sono stazionari, ma è proprio la mancanza di fiducia nella prospettiva economica, sia del Paese che delle famiglie, che colpisce. Pochi stanno meglio, molti continuano a stare male. Al massimo, la loro condizione smette di peggiorare”.
“E’ evidente – conclude il segretario generale della Cgil – che la qualità della ripresa non è all’altezza delle necessità; troppo forte il suo carattere congiunturale e non strutturale, così come troppo elevata resta la differenza tra il nord e il sud del Paese. Per questo le proposte del sindacato insistono su investimenti produttivi, a partire dalle nuove tecnologie digitali, sul governo dell’innovazione e sulla qualità dell’occupazione”.
Qui il Rapporto FdV
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Per quanto riguarda la fiducia economica, rispetto a un anno fa, a fronte del 5% che ritiene migliorata la condizione economica della propria famiglia, c’è un 28% che l’ha vista ulteriormente peggiorare. E quanto la forbice si stia allargando lo si rileva tra chi ha un reddito fino ad 850 euro netti al mese, dove la percezione del miglioramento cala all’1% mentre quella del peggioramento sale al 49%.
Né va meglio la percezione per il futuro della propria famiglia. Il 75% pensa, infatti, che tra 12 mesi la situazione economica sarà uguale a quella di oggi mentre il 16% teme addirittura un peggioramento.
Per quanto riguarda le attese sull’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi, per il 44% resterà stabile e per il 38% farà registrare una diminuzione.
Infine, gli italiani sono ancora più pessimisti sul futuro economico del Paese. Per il 32%, infatti, sarà peggiore di oggi, per il 51% uguale e solo per il 17% migliore.
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