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Torna in piazza il lavoro

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 8, 2019

La mobilitazione – Torna in piazza il lavoro
08 febbraio 2019 da rassegna.it
Tutto pronto per la grande manifestazione di Cgil, Cisl e Uil. Appuntamento a San Giovanni. Landini: “Il governo finora non ci ha ascoltato. Chiediamo di aprire una vertenza. Non ci fermeremo”. Attesi 1300 pullman da tutta Italia, 12 treni e due navi
Piazza San Giovanni sarà piena, domani mattina, sabato 9 febbraio, per la manifestazione a sostegno della piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil su crescita, sviluppo, lavoro, pensioni e fisco. Sono 1.300 gli autobus che arriveranno a Roma da tutta Italia, 12 i treni straordinari, due le navi, oltre 1.000 le partecipazioni dalle isole (qui tutti gli aggiornamenti sulla mobilitazione).

Il concentramento dei manifestanti è previsto in piazza della Repubblicaalle 9, dove partirà il corteo che percorrerà via delle Terme di Diocleziano, via Giovanni Amendola, via Cavour, piazza dell’Esquilino, via Liberiana, piazza di Santa Maria Maggiore, via Merulana, viale Manzoni, via Emanuele Filiberto, e arriverà in piazza San Giovanni in Laterano (la mappa del percorso). L’intera giornata si potrà seguire in diretta sui siti della Cgil (cgil.itrassegna.itradioarticolo1.it).

Sul palco, prima dei comizi conclusivi, prenderanno la parola sei tra delegati e delegate per dare voce a tutti i settori e le generazioni del mondo del lavoro: un’infermiera, un rider, un pensionato, un delegato dell’Ilva di Taranto, una delegata della scuola, un lavoratore edile. Intorno alle 12.00 interverranno i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

CGIL Nazionale@cgilnazionale

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Futuro al Lavoro: questo lo slogan della manifestazione. I sindacati chiedono al governo un confronto per cambiare la politica economica. Le confederazioni hanno presentato le loro proposte in centinaia di assemblee con lavoratori e pensionati, e quello che chiedono al governo è in primo luogo di essere ascoltati. Sono molti i motivi per i quali scendere in piazza. La Cgil ha sintetizzato in nove tweet i punti principali delle rivendicazioni. Sono le richieste che le confederazioni fanno al governo. Si va dagli investimenti in lavoro e sviluppo a una riforma previdenziale davvero completa, dall’emergenza nella sanità pubblica ai bisogni dell’istruzione e della conoscenza, dal Mezzogiorno alla lotta alla povertà. Le richieste principali sono un piano straordinario di investimenti, maggiore attenzione al Mezzogiorno, la riforma del sistema fiscale troppo sbilanciato a danno di lavoratori dipendenti e pensionati, che preveda una seria lotta all’evasione fiscale, una riforma strutturale delle pensioni, non sperimentale come quota 100, che guardi ai giovani, alle donne e a chi svolge lavori gravosi, maggiori risorse per la sanità, la scuola e tutto il sistema dell’istruzione, la valorizzazione del lavoro pubblico con il rinnovo dei contratti. Non convince la flat tax, che non rispetta i principi di progressività dell’imposizione fiscale indicati nella Costituzione. Il reddito di cittadinanza, infine, non sosterrà veramente chi ha bisogno di inclusione.

“Il governo fino adesso non ci ha ascoltato – ha spiegato Landini in un incontro con la stampa estera a Roma -. Abbiamo una piattaforma, chiediamo di aprire una vertenza e il premier, che è il nostro interlocutore, sa benissimo che non ci fermeremo alla manifestazione di domani, visto che le cose vanno sempre peggio”. “Il tema – ha detto il segretario generale della Cgil – è cambiare seriamente il Paese e rimettere al centro il lavoro e i diritti”. “Dai segnali che abbiamo – ha rilevato Landini – quella di domani sarà una bella, grande manifestazione, ricca e vivace in termini di idee e di domanda di cambiamento del Paese”, che mostrerà anche “il risveglio” di una parte della popolazione rispetto al tema dei migranti.

“Sabato – ha detto Landini in una intervista a Rassegna – dimostreremo che un’altra società è possibile. E che, soprattutto, è necessario cambiare le leggi sbagliate che sono state fatte e affermare una cultura che sia fondata sulla giustizia sociale e sul lavoro come diritto”.

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