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NO ai diritti negati NO all’Accordo separato
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 3, 2009
La crisi e le nostre proposte: IL NOSTRO PAESE, COME TUTTO IL MONDO, E’ ATTRAVERSATO DA UNA CRISI STRAORDINARIA L’attuale crisi economica ha una straordinaria pesantezza:§ la cassa integrazione cresce ogni mese di milioni di ore§ migliaia di lavoratori precari conoscono la minaccia di perdere il lavoroPer contrastarla, per non rassegnarsi ad un futuro più povero, più precario e con meno lavoro, servono provvedimenti straordinari:§ meno tasse sul lavoro e aumento delle pensioni§ più ammortizzatori sociali e cassa integrazione anche per i precari§ investimenti pubblici subito, in formazione, ricerca, innovazione ed infrastrutture§ investimenti e sostegno all’industria§ più intervento pubblico a tutela delle protezioni sociali§ reperire maggiori risorse per contrastare la crisi attraverso la lotta all’elusione e all’evasione fiscale e la tassazione straordinaria dei redditi oltre i 150.000 euroQuesti sono gli interventi straordinari che la CGIL chiede da tempo al Governo.La crisi si attraversa difendendo il lavoro, investendo perché ci sia un futuro.Chi durante la crisi non tutela i salari, gli stipendi, le pensioni, non contrasta la disoccupazione, agisce contro il lavoro, fa pagare ai lavoratori dipendenti e ai pensionati i costi della crisi. Si tratta di una scelta contro il futuro del Paese perché:§ non c’è industria senza il lavoro§ non c’è futuro senza ricerca e senza investimenti Il tempo non è infinito. Le scelte vanno fatte prima che gli effetti diventino strutturali, prima che la cassa integrazione diventi disoccupazione, prima che la fermata delle fabbriche diventi irreversibile. Troppo tempo è passato senza che il Governo intervenisse e per questo già tanti lavoratori, a partire dai precari, hanno perso il lavoro. L’Accordo separato: Dopo settimane di latitanza il 22 gennaio scorso il Governo ha convocato il primo incontro sulla crisi. In quell’incontro ha continuato a negare la crisi, ha dimostrato di non avere idea di come e cosa fare, ha semplicemente deciso di non andare oltre qualche slogan. Il Governo si è presentato senza proposte. Politiche industriali, ammortizzatori, investimenti, credito: parole scomparse dagli interventi. Un incontro solo per dividere il sindacato e produrre un accordo separato. Ha voluto la divisione contro la partecipazione: ha diviso il sindacato perché è contro il lavoro. Ha nascosto l’assenza di idee, proposte e soldi con l’Accordo separato sul modello contrattuale, ha scelto di non dare risposte alla crisi e di ‘forzare’ per raggiungere un accordo separato sugli assetti contrattuali. Il nostro NO: La CGIL ha detto no a quell’Accordo perché, tra l’altro,§ non tutela i salari, ma prevede e programma invece la riduzione della loro tutela;§ programma salari contrattuali inferiori all’inflazione e non prevede mai il recupero;§ riduce il ruolo e la forza del contratto nazionale, indebolendo la contrattazione;§ prevede deroghe che peggioreranno i contratti nazionali istituendo di fatto le gabbie salariali e favorendo il dumping sociale;§ non allarga la contrattazione di secondo livello, semmai le attribuisce la possibilità di ridurre le tutele previste nel contratto nazionale;§ sostituisce bilateralità a contrattazione;§ mette in discussione il diritto di sciopero – che per la Costituzione è un diritto del singolo lavoratore – limitandolo arbitrariamente attraverso una misurazione della rappresentatività non condivisibile;§ i costi della crisi non possono pesare solo sul lavoro dipendente. L’ACCORDO SEPARATO DI PALAZZO CHIGI NON SERVE A CONTRASTARE LA CRISI La CGIL ha detto NO ad un accordo sbagliato PER I LAVORATORI Democrazia e contrattazione sono fondamentali nel presente e nel futuro. La contrattazione è strumento per governare la crisi, per tutelare il lavoro, serve ad unire, a valorizzare il lavoro. Governo, Confindustria e Associazioni delle imprese vogliono utilizzare la crisi per ridurre le tutele sociali, il diritto al lavoro, la contrattazione. La divisione sindacale viene utilizzata per provare ad imporre questa strada. La CGIL non rinuncia ad un’idea diversa, non si rassegna ad un Paese più povero. La cassa integrazione può essere usata solidarmente, i precari devono poterla utilizzare, la contrattazione è Io strumento. La CGIL continuerà la sua iniziativa per la contrattazione e la partecipazione. Il voto: La CGIL ritiene che sull’Accordo debbano decidere i lavoratori e i pensionati e ha convocato assemblee in tutto il Paese, dentro e fuori i luoghi di lavoro, per informarli sulle politiche del Governo e sulle posizioni di Confindustria in merito a:§ i temi della crisi economica e produttiva§ i contenuti dell’Accordo separato siglato il 22 gennaio scorso Mentre l’Italia è attraversata da una pesante crisi, a fronte della sospensione o chiusura di moltissime attività industriali e commerciali, della perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro, dell’impoverimento delle famiglie:§ le decisioni concrete tardano a venire, così l’Italia rallenterà ulteriormente rispetto al resto d’Europa dove si è già intervenuti con manovre economiche e scelte industriali§ le risorse stanziate dal Governo e le modalità previste sugli ammortizzatori sono assolutamente inadeguate§ si accentua la pressione fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni mentre nulla si fa per contrastare l’evasione e l’elusione fiscale§ le misure per il sostegno al reddito sono inadeguate o episodiche, come il bonus alle famiglie (un provvedimento una tantum, con criteri che non danno la certezza che sia usufruito dalle famiglie numerose e in condizione di povertà) o la social card, che continua a dimostrare i limiti di diffusione e di utilizzo Per la CGIL sono invece indispensabili, da subito, risposte per tutti i settori attraversati dalla crisi, il rilancio degli investimenti nelle infrastrutture, una politica per la crescita dei redditi da lavoro e delle pensioni.
Argomenti: accordo separato, CGIL, contrattazione |