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Siena seconda città più cara d’Italia e prima per inflazione, CGIL: “Rilancio e sviluppo del territorio sia priorità dell’azione istituzionale”.

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 17, 2025

Siena seconda città più cara d’Italia e prima per inflazione, CGIL: “Rilancio e sviluppo del territorio sia priorità dell’azione istituzionale”.

Siena, 17 aprile 2025 – Ancora un altro anno, il terzo di fila, in cui Siena conquista il preoccupante podio delle città più care d’Italia, prima per inflazione che si attesta al 3%. Un primato che si stratifica sul dato nazionale che già ha ridotto i redditi da lavoro e pensione di quasi due mensilità, con i salari reali che sono diminuiti del 10% in pochi anni.

Un record che si insinua nel nostro territorio e rischia di soffocare le condizioni materiali di vita delle persone, con il costo della vita più alto di 765 euro rispetto al resto del Paese, il diritto all’abitare compromesso da una spesa per gli affitti che pesa per oltre 1/3 del reddito e nel capoluogo quasi la metà, e l’emergenza lavorativa e salariale che vede 1200 posti di lavoro cancellati in meno di un anno, l’8% dei lavoratori dipendenti che sopravvivono solo grazie agli ammortizzatori sociali e il 92% dei nuovi avviamenti al lavoro che sono con contratti precari. Dati che si traducono in buste paga più leggere di 3 euro rispetto alla media nazionale.

Un primato che rischia di appesantire i dati di attrattività di un territorio in cui già ogni anno si perdono quasi 2.100 abitanti con un profondo problema di dipendenza strutturale, ovvero la sempre più prossima parità tra persone che lavorano e quelle che non lavorano, e di pesare negativamente sulle dinamiche del turismo rafforzando la non permanenza ma la dinamica del mordi e fuggi.

Un territorio in cui si è poveri lavorando non si può permettere un dato così pesante sulla crescita del costo della vita, perchè questa dinamica avrà l’unico effetto di impoverire il tessuto sociale in modo irreparabile, rischiando di trasformare la crisi produttiva e del lavoro che sta falcidiando la nostra provincia dall’Amiata alla Valdelsa in un declino irreversibile.

Serve che le Istituzioni assumano il rilancio e lo sviluppo quale priorità della propria azione, attraverso politiche di calmierazione del costo della vita, a partire dalla regolazione del fenomeno degli affitti brevi che sta compromettendo il diritto all’abitare per migliaia di cittadini, attraverso un lavoro sinergico sulle infrastrutture materiali ed immateriali, attraverso una politica industriale a sostegno dell’innovazione e della transizione digitale ed ambientale nei settori che rischiano di venire travolti direttamente o indirettamente dagli effetti dei dazi, ma soprattutto attraverso politiche volte ad incentivare la stabile e buona occupazione, quella che pratica responsabilità sociale verso il territorio, quella che non scarica sul lavoro il rischio di impresa assumendo lavoratori precari da licenziare alla prima fluttuazione di mercato, quella che non si disimpegna verso salari e diritti dei lavoratori alla prima flessione degli utili netti della proprietà.

Serve un nuovo modello di sviluppo e crescita per questo territorio in un quadro di norme diverse che restituiscano la dignità sul lavoro. Ed è proprio per migliorare le condizioni del lavoro, per riconquistare norme che lo rendano tutelato, stabile e sicuro che saremo chiamati alle urne sui referendum per votare sì l’8 e 9 giugno prossimi.

Alice D’Ercole, Segretaria Generale CGIL Siena

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