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Crisi: CGIL, ad aprile CIG senza freni, 530mila in cassa
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 12, 2013
Crisi: CGIL, ad aprile CIG senza freni, 530mila in cassa
Nel rapporto di aprile dell’Osservatorio CIG della CGIL Nazionale sulle rilevazioni Inps emerge un quadro critico dello stato del sistema produttivo e della condizione dei lavoratori. La Confederazione inoltre dice “no all’utilizzo di risorse destinate alla formazione e alla produttività per il finanziamento degli ammortizzatori in deroga. Sarebbe intollerabile”
» Rapporto CIG aprile 2013 – Causali aziende CIGS aprile 2013
11/05/2013 da www.cgil.it
Oltre 365 milioni di ore di cassa integrazione, 530 mila lavoratori coinvolti a zero ore, una perdita di reddito per 1,4 miliardi di euro. Sono i numeri, segnalati dalla Cgil, di una crescita della cig “senza freni” in questi primi quattro mesi dell’anno, e che “delineano una situazione drammatica e che reclamano una risposta, che non sia però quella di finanziare gli ammortizzatori in deroga con le risorse per la formazione o per detassare la produttività”.
Nel rapporto di aprile dell’Osservatorio cig della Cgil Nazionale sulle rilevazioni Inps emerge un quadro critico dello stato del sistema produttivo e della condizione dei lavoratori: il solo mese di aprile ha messo a segno circa 100 milioni di ore di cassa, con un trend che mira a sfondare il tetto del miliardo di ore anche per il 2013. Il tutto per un totale di 530 mila lavoratori in cassa a zero ore da inizio anno che hanno subito un taglio del reddito per 1,4 miliardi di euro, pari a 2.600 euro netti in meno per ogni singolo lavoratore.
Un rapporto, quello della Cgil, diffuso mentre si discute del provvedimento del governo per finanziare gli ammortizzatori sociali. Infatti, osserva il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, “i dati di aprile richiamano, per l’ennesima volta, la necessità di dare centralità al mondo del lavoro. Ma le opzioni di cui si discute non sono assolutamente all’altezza: sarebbe infatti intollerabile utilizzare i fondi per le politiche attive e per detassare la produttività, a maggior ragione dopo le forzature su quest’ultimo punto, sanate poi dalle parti, per finanziare gli ammortizzatori in deroga”.
La dirigente sindacale inoltre, nel sottolineare come “insieme alla cassa integrazione in deroga c’è il tema della mobilità in deroga e dei contratti di solidarietà”, punta il dito contro le ipotesi allo studio e che ritiene siano “una scelta sbagliata e recessiva, che ripercorre strade già praticate, ovvero quelle di usare le scarne risorse del lavoro invece di industriarsi per trovarne di nuove e aggiuntive. Il lavoro ha bisogno di risorse e non di un travaso tra quelle poche già esistenti”.
Causali di cigs – Continua ad aprile la crescita del numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di cigs. Da gennaio sono state 2.060 per un +16,19% sullo stesso periodo del 2012 e riguardano 3.544 unità aziendali (+13,05% sull’anno passato). Nello specifico si registra un forte aumento dei ricorsi per crisi aziendale (1.195 decreti per un +21,32%) che rappresentano il 58,01% del totale dei decreti. Diminuiscono invece le domande di ristrutturazione aziendale (73 in totale da inizio anno per un -10,98% sullo stesso periodo del 2012) e quelle di riorganizzazione aziendale (64 per un -32,63%). Sottolinea lo studio della Cgil che “gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale delle aziende tornano a diminuire e rappresentano solo il 6,65% del totale dei decreti. Un segnale evidente del progressivo processo di deindustrializzazione in atto nel Paese”.
Regioni – Nelle regioni del nord si registra il ricorso più alto alla cassa integrazione. Dal rapporto della Cgil si rileva che al primo posto per ore di cassa integrazione autorizzate nei primi quattro mesi dell’anno c’è la Lombardia con 90.259.878 ore che corrispondono a 131.192 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 46.879.905 ore di cig autorizzate per 68.139 lavoratori e il Veneto con 40.069.028 ore per 58.240 persone. Nelle regioni del centro primeggia il Lazio con 23.384.925 ore che coinvolgono 33.990 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno è la Campania la regione dove si segna il maggiore ricorso alla cig con 19.720.870 ore per 28.664 lavoratori.
Settori – La meccanica è ancora il settore dove si è totalizzato il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione. Secondo il rapporto della Cgil, infatti, sul totale delle ore registrate nel periodo gennaio-aprile, la meccanica pesa per 126.909.303, coinvolgendo 184.461 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 42.281.133 ore di cig autorizzate per 61.455 lavoratori coinvolti e l’edilizia con 40.342.830 ore e 58.638 persone.
Occupazione e lavoratori in cig – Considerando un ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (9 settimane), sono coinvolti nel periodo gennaio-aprile 1.061.154 lavoratori in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 17 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attività produttiva per 530.577 lavoratori, di cui 263 mila in cigs e 73 mila in cigd. Continua così a calare il reddito per migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell’Osservatorio cig, si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig abbiano perso nel loro reddito 1,4 miliardi di euro, pari a 2.600 euro netti per ogni singolo lavoratore coinvolto a zero ore.
http://host.ufficiostampa.
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