cgil siena

Tabelle paga turismo pensioni settembre 2010

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 1, 2010

Pensioni_09_10

Argomenti: CGIL, FILCAMS, servizi, tabelle paga, Ufficio vertenze |

Tabelle paga turismo alberghi settembre 2010

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 1, 2010

Alberghi_09_10

Argomenti: CGIL, FILCAMS, servizi, tabelle paga, Ufficio vertenze |

Giornata di azione europea: no all’austerità, sì alla crescita e al lavoro

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 1, 2010

Giornata di azione europea: no all’austerità, sì alla crescita e al lavoro (da www.cgil.it)
Una grande manifestazione è prevista per il 29 settembre a Roma. Una mobilitazione organizzata dalla CGIL in occasione della giornata di azione europea promossa dalla Confederazione Europea dei Sindacati contro le misure adottate dai paesi europei per contrastare la crisi finanziaria in atto » Scarica manifesto: ENFRDE
 

Una grande manifestazione nazionale in programma il 29 settembre a Roma per rivendicare l’adozione di misure per far uscire il paese dalla crisi. Una mobilitazione indetta dalla CGIL in occasione della giornata di azione europea promossa dalla Confederazione Europea dei Sindacati (CES) per dire no ad una Europa dell’austerità e per ribadire invece l’importanza di una Europa del lavoro, della giustizia sociale e della solidarietà. Non solo a Roma, le proteste coinvolgeranno infatti, anche la città di Bruxelles, che in concomitanza dell’incontro dei Ministri europei delle finanze, ospiterà la manifestazione europea.

Tagli all’occupazione, alle pensioni, al wefare, è questo ciò che gli stati mebri dell’UE stanno applicando o progettano di applicare per ridurre il debito pubblico. La ‘terapia d’urto’ adottata dai paesi europei consiste nell’aumentare le misure di austerità con tagli ingenti alla spesa pubblica, ma secondo la Confederazione Europea dei Sindacati, tali misure, avranno l’effetto opposto a quanto auspicato. Il potere d’acquisto diminuirà e le prospettive di ripresa si allontaneranno. “Le misure di austerità – ha sottolineato la CES – sono ingiuste, poiché la crisi ha indebolito milioni di persone che ora saranno costrette a stringere ulteriormente la proporia cinta”.

L’acuirsi della crisi finanziaria sta rendendo sempre più vulnerabili ed insicuri 23milioni di lavoratori in Europa e milioni di cittadini europei, con tensioni sociali in crescita quasi ovunque. Un’ondata di scioperi, proteste e manifestazioni, la più consistente degli ultimi decenni, sta coinvolgendo tutti i paesi europei, per contrastare una serie di manovre economiche e finanziarie che complessivamente costeranno 750 miliardi di euro. “Un sacrificio – spiega Nicola Nicolosi, Segretario Confederale CGIL – che si aggiunge al già alto costo che tutti stiamo pagando, soprattutto in termini occupazionali, a causa della difficile situazione economica”.

Per questo la Confederazione Europea dei Sindacati invita tutte e tutti a partecipare alla giornata d’azione europea il 29 settembre, per contrastare: l’insicurezza dell’occupazione e la disoccupazione; la povertà e l’esclusione sociale e invita a lottare per: un accesso ad occupazioni di qualità, lavoro stabile e potenziamento della formazione per tutti; per la garanzia di un salario dignitoso e di pensioni migliori; per il rispetto e lo sviluppo degli standard sociali in tutti i paesi; per l’accesso a servizi pubblici e sociali di qualità.

Per ulteriori informazioni: www.etuc.org

Argomenti: CGIL |

Tabelle paga cooperative di consumo settembre 2010

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 1, 2010

Cooperative di Consumo_09_10

Argomenti: CGIL, FILCAMS, servizi, tabelle paga, Ufficio vertenze |

Tabelle paga commercio settembre 2010

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 1, 2010

Commercio_09._10

Argomenti: CGIL, FILCAMS, servizi, tabelle paga, Ufficio vertenze |

Lavoro: disoccupazione all’8,4%, donne e giovani i più colpiti

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 31, 2010

Lavoro: disoccupazione all’8,4%, donne e giovani i più colpiti
Secondo l’Istituto di Statistica nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni uno su quattro non lavora mentre aumenta il tasso di disoccupazione femminile. Per la CGIL i dati restano “gravi” e sono necessarie “risposte urgenti a chi è senza lavoro e senza tutele”
31/08/2010 da www.cgil.it

A luglio 2010 diminuisce l’occupazione e aumenta il numero degli inattivi. Questo il quadro disegnato dai dati diffusi oggi (31 agosto) dall’ISTAT dai quali emerge una situazione drammatica in particolare per i giovani: il tasso di disoccupazione è pari al 26,8%, il che vuol dire 1 su 4 senza lavoro.  Secondo l’Istituto nazionale di statistica nel mese di luglio l’occupazione è diminuita di 172mila unità rispetto a luglio 2009 (-0,7%), registrando un tasso di occupazione pari al 56,9%, in diminuzione rispetto a giugno di 0,1 punti percentuali e di 0,7 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A rimanere sostanzialmente stabile è il tasso di disoccupazione che si fissa, nel mese di luglio, all’8,4%. Cresce invece in maniera consistente, rileva l’ISTAT, il numero degli inattivi che sale a 14.948.000 (+76.000 unità rispetto a giugno e +153.000 rispetto a luglio 2009).

Dunque i dati sull’occupazione in Italia “restano molto gravi e non si può continuare a rispondere che stiamo meglio della media europea”, questo il giudizio del Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni che ricorda come “a questi dati vanno aggiunti quelli sull’utilizzo altissimo della CIG, che nel 2010 – spiega – supererà il miliardo di ore autorizzate, sulle aziende in crisi e la piaga del lavoro nero”.  Il dirigente sindacale fa notare che “in Europa il tasso di occupazione è più alto di dieci punti e non esistono questi livelli di lavoro irregolare e di inattività”.

Nello specifico l’ISTAT segnala che gli uomini inattivi a luglio sono in aumento mentre diminuisce, rispetto a giugno la disoccupazione del 2,3% ma aumenta del 6,8% rispetto all’anno precedente, registrando un tasso pari a 7,5%. Per quanto riguarda le donne la disoccupazione aumenta dell’1,2% rispetto a giugno e del 5,3 rispetto a luglio 2009. Il tasso di disoccupazione femminile è pari al 9,7%.  

Fammoni, dunque, ribadisce la necessità di dare “risposte urgenti a chi è senza lavoro e senza tutele” e quella di “scongiurare che l’enorme platea di lavoratori che attualmente usufruisce di ammortizzatori sociali scivoli verso la disoccupazione” garantendo la proroga di questi strumenti di sostegno.

Argomenti: CGIL |

Lavoro: OCSE, in Italia meno di una donna su due lavora

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 31, 2010

Lavoro: OCSE, in Italia meno di una donna su due lavora da ww.cgil.it
CGIL, non si può vincere una partita se la metà della squadra rimane in panchina. Nel nostro paese il tasso di occupazione femminile è pari al 46,4 % e la disoccupazione giovanile supera il 25%, questi i dati che collocano l’Italia in coda alla classifica dei principali Paesi OCSE » VIDEO
30/08/2010

In Italia lavora meno di una donna su due, mentre in Norvegia l’occupazione femminile sfiora l’80%. “Questi dati rilevano come l’Italia sia il fanalino di coda nella partecipazione delle donne al mondo del lavoro”, dichiara la Segretaria Confederale della CGIL, Serena Sorrentino commentando le statistiche, relative al 2009, dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico in una intervista alla CGIL TV.

La dirigente sindacale punta il dito contro il Governo ed evidenzia come le “politiche occupazionali, non soltanto in risposta alla crisi, ma che puntano alla partecipazione femminile al mercato del lavoro, siano risultate assolutamente inefficaci”, e prosegue augurandosi che la discussione, che riprenderà in Parlamento nei prossimi giorni, ponga al centro “politiche attive per il lavoro che mirino a contrastare la disoccupazione femminile” e che  rispondano “alle esigenze delle lavoratrici madri che sempre di più non riescono a conciliare le esigenze di vita con quelle del lavoro”.

In Italia dunque, nonostante gli innegabili passi avanti fatti in dieci anni, le donne che lavorano rimangono una minoranza, pari al 46,4% ed il tasso di occupazione è sceso rispetto al 2008, quando era pari al 47,2%. Il nostro paese insomma, continua ad essere lontano non solo dalla vetta della classifica (74,4% della Norvegia), ma anche dalla media OCSE (56,5%). Il podio continua a essere occupato dai Paesi scandinavi, dove almeno sette donne su dieci sono occupate: dietro alla Norvegia si piazzano infatti la Danimarca con il 73,1% e la Svezia con il 70,2%.

“Il tema dell’occupazione femminile  nel nostro paese oggi – prosegue Sorrentino –  è un tema che diventa dirimente” e aggiunge “non si può vincere una partita se la metà della squadra rimane in panchina”.

Tuttavia l’OCSE evidenzia che non sono solo le donne, in Italia, a fare fatica nella ricerca di un posto di lavoro, infatti anche la disoccupazione giovanile (fra 15 e 24 anni) nel nostro paese viaggia sopra al 25%, contro il 16,4% della media europea. Anche in questo caso la situazione risulta peggiorata rispetto al 2008 (21,3%), ma migliorata nel corso degli ultimi dieci anni (31,1% nel 1999). In condizioni peggiori dei giovani italiani si trovano solo quelli spagnoli (37,9%) e quelli greci (25,8%), mentre rimane molto positivo, ancora una volta, il dato norvegese, dove i ragazzi senza lavoro sono meno di uno su dieci (9,2%).

Dunque la CGIL si appresta a mettere in campo una stagione di lotte per l’autunno che avrà al centro il tema del lavoro e dell’occupazione femminile, punti sui quali, conclude la dirigente sindacale “la Confederazione rilancerà le politiche e le battaglie per conquistare sempre maggiori occasioni di lavoro soprattutto per le giovani donne del sud”.

Argomenti: CGIL |

FIAT: Epifani, sbagliato il ‘braccio di ferro’

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 27, 2010

da www.cgil.it
Se si pensa che per competere bisogna abbassare la dignità dei lavoratori, non c’è un sindacato degno di questo nome che possa essere d’accordo
27/08/2010

E’ il Segretario Generale della CGIL, Guglielmo Epifani, durante un’intervista al TG1, a risposndere al’Amministratore Delegato della FIAT, Sergio Marchionne che, nella giornata di ieri, dal Meeting di Comunione e Liberazione, aveva lanciato l’ipotesi di un ‘patto sociale’, sostenendo, inoltre, come il caso di Melfi abbia ricevuto una lettura falsata dalla ”lente deformata del conflitto”.

Epifani si è detto pronto ad incontrare Marchionne, il quale eveva espresso disponibilità in tal senso, sottolineando come non ci siano ragioni per “polemizzare soltanto sui giornali quando sono in ballo i destini di migliaia di persone e di un’azienda così importante”. “E perchè voglio spiegare a Marchionne – ha aggiunto – che non ci vuole il braccio di ferro, ci vuole invece il dialogo e sbaglia a insistere su una linea di oltranzismo”.

Secondo il numero uno di Corso d’Italia Marchionne parla di un nuovo patto sociale perchè per la Fiat sarebbe più facile andare all’estero che investire in Italia. “Messa così – replica il leader della CGIL – questo vale per ogni realtà. Però la Volkswagen resta in Germania, le grandi macchine francesi si fanno in Francia: solo noi produciamo così poche macchine rispetto agli altri paesi”. E riferendosi alla necessità di un aumento di produzione in Italia Epifani ha aggiunto che questa è “una sfida che noi accettiamo”.

Nel sostenere però la necessità di cambiamento, il Segretario Generale della CGIL, ha ricordato, concludendo la sua intervista che c’è un punto sul quale non si può andare oltre: i diritti delle persone. “Se si pensa che per competere bisogna abbassare la dignità dei lavoratori, non c’è un sindacato degno di questo nome che possa essere d’accordo”.

Argomenti: CGIL |

Epifani: nuovi contratti se riparte il dialogo

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 26, 2010

 da www.cgil.it 26/08/2010
“Noi vogliamo trovare un compromesso tra le ragioni del mercato e la condizione e i diritti dei lavoratori. Ma questo lo si fa attraverso un contratto nazionale più largo e generale e un secondo livello effettivamente più diffuso” ha dichiarato il Segretario Generale della CGIL in un intervista al quotidiano il ‘Corriere della Sera’
 Gli occhi di Guglielmo Epifani saranno oggi puntati sul meeting di Rimini, dove interverrà l’amministratore delegato della FIAT. “Se da Sergio Marchionne arrivasse un segnale di distensione, magari accogliendo le parole del presidente della Repubblica sul reintegro dei tre operai licenziati a Melfi, questo sarebbe accolto dalla CGIL e dalla FIOM, che hanno già detto di essere pronte a riprendere il dialogo”, assicura il Segretario Generale del più grande sindacato italiano.La FIOM ha però depositato un’altra istanza al tribunale di Melfi. Ormai sembra affidarsi solo alle sentenze mentre Napolitano invita tutti a riprendere un “confronto pacato” sulle “relazioni industriali nel contesto di un’aspra competizione sul mercato globale”.

“Io sono d’accordo col presidente. Sono il primo ad essere contrario a questo braccio di ferro e lo dico da due mesi. Non capisco perché la FIAT insista. A chi conviene continuare con questo muro contro muro? Noi non vogliamo affidarci solo alla via giudiziaria, anche perché una volta si può aver ragione e un’altra torto, ma vogliamo fare sindacato. Si guardi a cosa accade in tante aziende manifatturiere, comprese quelle metalmeccaniche, che, proprio grazie a relazioni industriali governate anche dalla FIOM, hanno saputo cogliere i primi timidi segnali di ripresa”.

Insomma è colpa della FIAT? Il presidente della Confindustria dice piuttosto che bisogna cambiare le relazioni industriali e che non si può guardare a un mondo che non c’è più.

“Giusto, ma per cambiare bisogna trovare un compromesso tra le esigenze delle aziende nella competizione globale e la tutela dei diritti delle persone. A Emma Marcegaglia dico: perché non si può fare come nel tessile, nella chimica, nella siderurgia e in tante singole aziende, dove si sono trovate le soluzioni per governare la crisi e migliorare la competitività senza intaccare i diritti fondamentali definiti dalle leggi e dai contratti?”.

Dovrebbe chiederlo alla FIOM e quindi alla CGIL che lei guida. Gli altri sindacati hanno fatto l’accordo su Pomigliano convinti che nessun diritto fondamentale sia leso e hanno vinto pure il referendum tra i lavoratori. La FIOM ha perso e i suoi scioperi hanno uno scarso seguito.

“Non sfugge a nessuno che si è creato un clima di paura che indebolisce la protesta. Nonostante ciò quasi il 40% degli operai ha detto no all’accordo su Pomigliano perché un conto sono i sacrifici, e noi siamo disposti a farli, un altro i diritti”.

Il sindacato americano ha accettato di sospendere gli scioperi fino al 2014.

“Si dimentica che lì i lavoratori hanno la maggioranza della proprietà della Chrysler e quindi anche il rapporto con Marchionne è diverso. Non mi si può proporre quel modello, dimenticando questo ‘piccolo’ particolare”.

Il modello americano non va bene, quello sottoscritto nel 2009 da Confindustria, CISL e UIL neppure: qual è il suo modello?

“Quando non abbiamo firmato il nuovo modello contrattuale è perché sapevamo che avrebbe portato alla messa in discussione dei diritti e non avrebbe retto alla prova dei fatti, come dimostra proprio la vicenda di Pomigliano”.

Resta il fatto che il vecchio modello era inadeguato e che, come suggerisce Napolitano, servono relazioni industriali per mercati globali. La CGIL è pronta a fare questo salto?

“Non c’è dubbio che noi vogliamo trovare un compromesso tra le ragioni del mercato e la condizione e i diritti dei lavoratori. Ma questo lo si fa attraverso un contratto nazionale più largo e generale e un secondo livello effettivamente più diffuso, mentre oggi si chiedono contratti più piccoli – è il caso dell’auto – e non si allarga la contrattazione aziendale e territoriale, cosa che invece in molti contratti da noi firmati siamo riusciti a raggiungere: uno per tutti quello degli edili”.

Che cosa significa un contratto nazionale più largo e generale?

“Passare da circa 400 a qualche decina di contratti nazionali, che, in modo particolare sulle questioni degli inquadramenti e degli orari, abbiano norme meno specifiche, favorendo la gestione del secondo livello di contrattazione. Fermi restando l’universalità dei diritti fondamentali e la necessità di trovare un’intesa e poi una legge per far votare i lavoratori e misurare la effettiva rappresentanza dei sindacati”.

Sta proponendo di azzerare tutto, cancellare la riforma del modello contrattuale dello scorso anno e aprire una nuova trattativa?

“Dico che questa è la strada del futuro, se non si vuole tornare a mille contratti di settore o di gruppo, con la relativa balcanizzazione delle normative e dei diritti o con un uso improprio delle deroghe contrattuali. E aggiungo che la vera resistenza a questa riforma viene più dalle burocrazie delle associazioni che dai processi reali”.

Non crede che un ostacolo sia rappresentato anche da una resistenza culturale della CGIL e in particolare della FIOM ad accettare relazioni dialoganti? Per voi la via maestra per migliorare le condizioni del lavoro resta il conflitto.

“No, c’è una vulgata sulla CGIL che non corrisponde alla realtà. E mi riferisco anche a quanto ha detto il ministro Gelmini nell’intervista al Corriere (“per la FIOM e la CGIL gli imprenditori andrebbero messi tutti al rogo”, ndr) e per la quale credo che andrà querelata. La FIOM ha una sua identità, una sua radicalità: da sempre ha rappresentato la sinistra del sindacato. Ma anche per i metalmeccanici il conflitto serve per arrivare all’accordo”.

Anche in questo caso?

“Ripeto: se da Marchionne arrivasse un segnale di disponibilità, la CGIL e la FIOM lo coglierebbero e il dialogo potrebbe ripartire”.

Anche per arrivare a un nuovo modello di relazioni industriali condiviso da tutti, come sembra suggerire Napolitano?

“Noi abbiamo sempre puntato a questo, ma non ci siamo riusciti”.

Anche per colpa vostra o no?

“Io ho le mie idee sulle responsabilità, ma in ogni caso credo che una parte decisiva l’abbia giocata il governo, che ha puntato fin dall’inizio sulla divisione del sindacato”.

Argomenti: CGIL |

FIAT: Epifani, ringraziamento e apprezzamento per parole Napolitano

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 25, 2010

FIAT: Epifani, ringraziamento e apprezzamento per parole Napolitano

“Il presidente della Repubblica mostra ancora una volta grande sensibilità nei confronti del mondo del lavoro” ha dichiarato il Segretario Generale CGIL riferendosi alla puntuale risposta di Napolitano ai tre operai dello stabilimento FIAT di Melfi reintegrati sul posto di lavoro, ma non ammessi dalla azienda alla produzione

25/08/2010 da www.cgil.it

Ringraziamento ed apprezzamento, è stato espresso dal Segretario Generale della CGIL Guglielmo Epifani per le parole spese dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in relazione alla vicenda dei tre operai licenziati dalla FIAT Sata di Melfi e poi reintegrati dal giudice sul posto di lavoro che si sono visti negare dall’azienda l’accesso alle ‘linee di produzione’. “Il presidente – ha dichiarato Epifani – mostra ancora una volta la sua grande sensibilità nei confronti del mondo del lavoro”. “Signor presidente, le chiediamo di farci sentire lavoratori, uomini e padri”, a queste parole contenute nella lettera inviata al Quirinale dai tre lavoratori Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli, è arrivata puntuale la risposta del presidente della Repubblica: “comprendo molto bene come consideriate lesivo della vostra dignità percepire la retribuzione senza lavorare”. “Il mio vivissimo auspicio, che spero sia ascoltato anche dalla dirigenza della FIAT – ha sottolineato il presidente della Repubblica – è che questo grave episodio possa essere superato, nell’attesa di una conclusiva definizione del conflitto in sede giudiziaria, e in modo da creare le condizioni per un confronto pacato e serio su questioni di grande rilievo come quelle del futuro dell’attività della maggiore azienda manufatturiera italiana e dell’evoluzione delle relazioni industriali nel contesto di una aspra competizione sul mercato globale”. Intanto la CGIL continua a ribadire che la sentenza è esecutiva e il Lingotto deve rispettarla, “non c’è nessuno che possa esimersi dal rispettare una sentenza della magistratura con nessuna motivazione e quelle peraltro fornite in questa occasione dalla FIAT sono del tutto pretestuose” ha affermato la Vice Segretaria Generale della CGIL, Susanna Camusso. Per il Segretario Generale della FIOM CGIL, Maurizio Landini la FIAT “con la sua azione vuole sancire una cosa grave, e cioè‚ che nei suoi stabilimenti la legge, lo Statuto dei lavoratori, non si deve più applicare, chiede quasi una extraterritorialità dei suoi stabilimenti”.

Argomenti: CGIL |

« Articoli Precedenti Articoli Successivi »