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Melfi: CGIL, FIAT applichi la sentenza

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 24, 2010

da www.cgil.it

Le motivazioni dell’azienda sono pretestuose. Ieri ai tre operai licenziati e reintegrati dal giudice è stato vietato l’accesso alle ‘linee di produzione’. Presentata dalla FIOM CGIL denuncia penale contro l’azienda

24/08/2010

La FIAT “deve rispettare” la sentenza della magistratura sul reintegro degli operai di Melfi anche perchè le ragioni fornite “sono pretestuose”. Lo ha sottolineato la Vice Segretaria Generale della CGIL, Susanna Camusso, intervenendo alla trasmissione radiofonica Radio Anch’io. “C’è una sentenza esecutiva della procura di Potenza – ha spiegato Camusso – e la FIAT deve rispettarla. Non c’è nessuno che possa esimersi dal rispettare una sentenza della magistratura con nessuna motivazione e quelle peraltro fornite in questa occasione dalla FIAT sono del tutto pretestuose”. La sindacalista ha quindi tenuto a precisare che “non c’è nessuna differenza tra quanto sostiene la nostra organizzazione di categoria e quanto sostiene la CGIL, perchè appunto va fatto rispettare un diritto che è quello del reintegro dei lavoratori”. Replicando nel corso della trasmissione al leader della CISL, Raffaele Bonanni, Camusso ha osservato: “non penso che siamo caduti in una trappola, mi stupisce che un grande sindacato come la CISL non capisca che se non si rispettano delle forme basilari che stanno alle origini delle relazioni sindacali non si puo’ separare ogni pezzetto del percorso”. “Bisognerebbe dire alla FIAT – ha aggiunto – con la nettezza con cui va detto, che fa parte di un sistema, di un paese che ha delle regole e che quelle regole vanno rispettate da parte di tutti. E’ importantissimo che la FIAT investa, noi l’abbiamo chiesto, rivendicato e sostenuto e non abbiamo nessun dubbio. Ma si investa secondo le regole e rispettando il diritto dei lavoratori”.

Argomenti: CGIL |

FIAT: Epifani, così Marchionne danneggia l’azienda. Pronti a ricucire ma sui diritti non cediamo

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 23, 2010

“Per la CGIL è inevitabile difendere i diritti, come quello di sciopero o la malattia, che sono dei lavoratori, di tutti i lavoratori presi uno per uno” ha dichiarato in una intervista a ‘La Repubblica’ il Segretario Generale della CGIL Guglielmo Epifani (da www.cgil.it)
23/08/2010

L´autunno si annuncia duro. L´economia italiana si riprende meno delle altre mentre incombe il fantasma della crisi di governo e il clima nelle fabbriche torna ad essere molto teso. Guglielmo Epifani prova a rimettere al centro i temi del lavoro e dello sviluppo e propone un patto agli altri sindacati per superare le profonde divisioni di oggi.

Epifani, si riprende da dove si era lasciato: lo scontro alla FIAT. E´ inevitabile?
“Per la CGIL è inevitabile difendere diritti, come quello di sciopero o la malattia, che sono dei lavoratori, di tutti i lavoratori presi uno per uno. Non sono diritti nella disponibilità dei sindacati. I sindacati possono e devono contrattare turni e organizzazione del lavoro. E io sono perché si contratti fino in fondo e con grande disponibilità soprattutto in casi, com´è quello della FIAT, in cui l´azienda dichiara di voler realizzare ingenti investimenti”.

Sulla FIAT, CISL e UIL vi dipingono come un sindacato di estremisti chiusi nell´angolo. Che cosa risponde?
“Che in questo si vedono i frutti di un lavoro sistematico portato avanti dal governo per dividerci. Mai si era arrivati a questi livelli. E´ indubbio che oggi abbiamo un´idea differente del sindacato e che gli altri sindacati hanno assunto una linea contigua alle scelte del governo”.

C´è chi chiede alla CGIL di mettere in riga la FIOM. Lo farete?
“La FIOM è l´organizzazione maggiormente rappresentativa tra i metalmeccanici italiani. Condivido la grandissima parte delle sue battaglie. Un´altra parte non la condivido e l´ho sempre detto pubblicamente. Quando la FIOM difende i diritti indisponibili dei lavoratori, come è il caso della FIAT, io sono d´accordo e troverà sempre la CGIL al suo fianco. Sulle questioni dei turni, degli orari e dell´organizzazione del lavoro dico alla FIOM che un sindacato deve contrattare di tutto e di più per rendere gli impianti più produttivi e per salvare e stabilizzare l´occupazione”.

Quali sono oggi i suoi rapporti con Bonanni e Angeletti?
“Sono freddi, com´è inevitabile”.

Come si può ricucire?
“Partendo da un accordo e da una legge sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro. Un testo è fermo in Parlamento. Una legge che consegni ai lavoratori pubblici e privati il diritto di esprimere il loro punto di vista con un referendum nei momenti decisivi della contrattazione. E di farlo sempre, non solo quando fa comodo ad alcune organizzazioni com´è accaduto a Pomigliano”.

Altri punti di un possibile patto con CISL e UIL?
“Rimettere al centro il lavoro partendo dal Mezzogiorno e chiedere a chi governa il federalismo che unisce, non quello che divide. C´è poi il grave nodo dei redditi: è necessario pretendere una politica che sostenga i salari e i consumi interni perché altrimenti rimarremo, come siamo oggi, in fondo alla fila nella crescita delle economie occidentali. Oggi la nostra crescita è semplicemente una percentuale di quella tedesca. Quando cresce la Germania noi cresciamo grazie alle esportazioni in quel Paese. Ma non abbiamo una domanda interna autonoma in grado di far ripartire, da sola, la ripresa italiana. Infine c´è il nodo del fisco: che continua a mangiare i salari e le pensioni e lascia impunita una buona fetta di evasione”.

Teme una crisi di governo?
“Di questo governo abbiamo combattuto le scelte di politica economica contenute in una manovra che abbiamo giudicato pesantemente iniqua. Poi abbiamo subìto gli effetti di una linea governativa che puntava esplicitamente alla divisione tra i sindacati e a diminuire i diritti e le tutele dei lavoratori. E´ chiaro che se questo governo cade non me ne dolgo. Altro discorso è capire che cosa accade dopo la crisi”.

Sarà più facile ricucire con CISL e UIL o tornare ad avere relazioni civili con la FIAT?
“Dell´atteggiamento della FIAT mi ha colpito il cambio di linea improvviso. All´inizio Marchionne appariva come un manager moderno che intendeva valorizzare i lavoratori e gli stessi sindacati. E per questo aveva suscitato interesse e una diffusa simpatia. Oggi si ripresenta invece l´immagine della vecchia FIAT che chiede di scambiare il lavoro con la negazione di alcuni diritti. Penso che così facendo si finisca per danneggiare la stessa immagine dell´azienda. Perché non si può giocare con la vita delle persone, come sta accadendo nella vicenda di Melfi”.

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CRISI: riprende a crescere la Cassa integrazione. CIGO +1,64%, CIGS +26,32%

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 23, 2010

CRISI: riprende a crescere la Cassa integrazione. CIGO +1,64%, CIGS +26,32%

Sono oltre 650mila i lavoratori a zero ore con una perdita media di reddito, dall’inizio dell’anno, di circa 4000€.

CGIL, senza interventi strutturali di sostegno il futuro può riservare pur in presenza di segnali positivi, un aumento preoccupante della disoccupazione

Leggi il rapporto del Dipartimento Settori Produttivi

19/08/2010

La CIGO ha interrotto la sua discesa, facendo segnare nel mese di luglio un +1,64%. A questo segnale negativo per l’occupazione, come rende noto nel rapporto di luglio l’Osservatorio CIG del dipartimento Settori produttivi della CGIL Nazionale, con una elaborazione delle rilevazioni Inps, si aggiunge anche un consistente aumento della CIGS che, sempre nel mese di luglio rispetto al mese precedente, ha fatto segnare una decisa impennata con un +26,32%. In sintesi la Cassa integrazione a luglio torna ad aumentare rispetto a giugno facendo segnare un +9,85%, con una richiesta di 113.743.400 ore di CIG autorizzate. Secondo lo studio della CGIL la CIGO si è attestata, nel mese di luglio, a quota 27.753.211 di ore autorizzate. Mentre se si prende in considerazione il periodo gennaio-luglio si arriva ad un totale di 240.789.450 ore, il 25,27% di ore in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La CGIS, rispetto al periodo gennaio-giugno 2009, è aumentata del 216,48% arrivando, arrivando dall’inizio del 2010 a 320.032.866 ore. I settori con aumenti maggiori sono, il settore metallurgico +760,44%, il settore del legno +519,57%, il settore meccanico +369%, il settore dell’edilizia +564,24%, il settore del commercio +225,29%. Stesso andamento anche per la CIDG il cui impiego continua a crescere con forza, aumentando sullo stesso periodo del 2009 del 414%, per un totale di 189.061.933 ore. E’ Vincenzo Scudiere, Segretario Confederale della CGIL, a commentare i dati di luglio della CIG spiegando che “confermano i timori che da tempo segnaliamo e che non trovano nel governo un interlocutore attento alla crisi soprattutto riferita alle ricadute negative”. “Anche in presenza di segnali timidi e contraddittori di ripresa – aggiunge il Segretario – non si può sottovalutare che l’incremento di luglio di CIGS e CIG in deroga confermano il segnale d’allarme più volte lanciato dalla CGIL”. “E’ sempre più evidente – secondo il dirigente sindacale – che senza interventi strutturali di sostegno il futuro può riservare pur in presenza di segnali positivi, un aumento preoccupante della disoccupazione”. “Per questo insistiamo – conclude Scudiere – sulla necessità di misure che aiutino lavoratori e imprese”. I lavoratori coinvolti nei processi di Cassa integrazione a zero ore, sempre secondo quanto emerge dalle analisi della CGIL, sono 669.540, di cui 168.805 in CIDG. Tutto questo corrisponde, spiega il dipartimento Settori Produttivi della CGIL a conclusione del suo studio, a una situazione economica e sociale sempre più insostenibile, per milioni di lavoratori, cassaintegrati e precari, per i quali continuano ad essere previste coperture economiche irrisorie, mentre molti altri lavoratori continuano a restare senza sostegni. Nel corso del 2010, in questi primi sette mesi, i lavoratori parzialmente tutelati dalla CIG hanno perso nel loro reddito già oltre 2.875.517.678 euro, mentre la perdita per un singolo lavoratore a zero ore è stata di oltre 4.000 euro È sempre più evidente su chi pesa la crisi e chi ne sopporta il carico maggiore, ora aggravato anche dai riflessi della manovra economica del governo.

Argomenti: CGIL |

Chiusura estiva sedi CGIL Siena

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 14, 2010

Vi informiamo che le nostre sedi rimarranno CHIUSE

da LUNEDI’ 16 AGOSTO a VENERDI’ 20 AGOSTO

Riapriranno LUNEDI’ 23/08/2010

Argomenti: camere del lavoro, CGIL |

FIAT: Epifani, sui 18 turni e l’assenteismo pronti a riprendere dialogo

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 12, 2010

FIAT: Epifani, sui 18 turni e l’assenteismo pronti a riprendere dialogo
“Siamo tutti interessati a riorganizzare e rilanciare la produzione dell’auto in Italia e con essa i posti di lavoro” così il Segretario Generale CGIL Guglielmo Epifani in un’intervista al ‘Corriere della Sera’
12/08/2010

“Continuare con la politica del braccio di ferro non serve a nessuno. Ricominciamo a ragionare assieme”. A proporre la riapertura del confronto sulla riorganizzazione produttiva della FIAT partendo dall’accordo su Pomigliano è il leader della CGIL, Guglielmo Epifani. Il quale all’indomani della sentenza del Tribunale di Melfi che ha reintegrato i tre lavoratori della FIAT licenziati dall’azienda, contesta l’immagine di una CGIL contraria ad ogni soluzione di rilancio interessata solo a mettersi di traverso rispetto a CISL e UIL e a surriscaldare il clima, come ieri ha denunciato nell’intervista al Corriere il segretario generale della CISL, Raffaele Bonanni. “Lo sciopero di luglio lo avevamo fatto tutti perchè la FIAT aveva aumentato i turni di lavoro ma l’azienda se l’è presa soltanto con i delegati della FIOM” dice Epifani che a Bonanni risponde: “non c’è una CGIL che non vuole ristrutturare anche ampiamente l’industria del settore per salvare posti di lavoro”.

La FIOM, il sindacato dei metalmeccanici della CGIL, però non ha firmato l’accordo su Pomigliano, siglato invece dalle altre sigle sindacali e votato dalla maggioranza dei lavoratori. Questo non vuol dire mettersi di traverso?

“Ancora non si capisce perché si sia voluto forzare la situazione di Pomigliano. Comunque so bene che è stato firmato un accordo votato dai lavoratori, seppure con un dissenso molto forte. Ma ci deve essere lo spazio per approfondire la riflessione anche con CISL e UIL e riprendere in mano la situazione per eliminare la distanza tra alcune norme di quell’accordo – e mi riferisco al diritto di sciopero sugli straordinari e alla malattia – e quanto prevedono la legge e i contratti. La nostra disponibilità c’è”.

Quale disponibilità, scusi?

“Possiamo valutare e discutere innanzitutto sui 18 turni settimanali: si renderebbe inutile tutta la normativa illegittima sullo sciopero. Quanto alla malattia, bisogna rendersi conto che non si possono danneggiare i veri malati ma bisogna trovare il modo di colpire i furbi, i veri assenteisti: la responsabilità individuale è un diritto che non può essere toccato. E poi c’è il comune obiettivo di aumentare la produttività e difendere i posti di lavoro ma anche qui allargando il discorso, facendo qualche passo in più”.

Cosa suggerisce?

“Di confrontarci su due fronti. Il primo riguarda l’ambito contrattuale che bisognerebbe allargare e non restringere al settore auto, andando controtendenza con quello che sta succedendo altrove. Si pensi per esempio al contratto collettivo sulla mobilità con cui abbiamo superato le differenze tra le varie categorie del settore dei Trasporti. Anche la Confindustria si era detta disponibile a rendere più grandi i contratti nazionali recuperando al loro interno per esempio anche le filiere produttive e prevedendo regole generali per tutti ed eventuali riferimenti specifici per le diverse attività industriali. Senza contare che si rafforzerebbe la contrattazione di secondo livello”.

L’altro fronte?

“Riguarda l’assetto produttivo della FIAT che deve affrontare una sfida difficile: non tanto negli Usa, dove il cammino della Chrysler appare già ben disegnato, e nel Sud America. Quanto soprattutto in Italia ed in Europa e quindi nell’Asia dove sono più evidenti i segni di debolezza. Con la FIAT non c’è da discutere solo i problemi di riorganizzazione produttiva e di salvaguardia dei diritti dei lavoratori, ma anche quelli di qualità del prodotto. La Casa torinese ha sfruttato gli incentivi per la rottamazione per aiutare il mercato dei modelli di fascia bassa, le piccole cilindrate, e delle tecnologie di risparmio energetico ma questo ora non basta più. Per vincere la sfida in Europa la FIAT deve anticipare i nuovi modelli e decidere quali fare in Italia e quali no e come indirizzare gli investimenti nella fascia di modelli nelle medie e alte cilindrate. Non basta insomma discutere dove produrre la Panda”.

La discussione sui nuovi modelli dovrebbe far parte del confronto coi sindacati?

“Come ho detto il confronto si dovrebbe svolgere su riorganizzazione produttiva, diritti dei lavoratori e piano industriale con gli investimenti per l’innovazione e la nuova offerta di prodotti su cui si gioca la sfida competitiva”.

Lei sollecita la riapertura del confronto con FIAT e assieme a CISL e UIL. Ma se la CGIL restasse isolata?

“Siamo tutti interessati – FIOM, FIM e UILM e FIAT – a riorganizzare e rilanciare la produzione dell’auto in Italia e con essa i posti di lavoro”.

La sentenza di reintegro dei lavoratori di Melfi, dopo il licenziamento, può contribuire a rilanciare la trattativa?

“Sono due cose diverse. Comunque sono soddisfatto della sentenza perché fa verità e giustizia su un provvedimento che avevamo subito. Sapevamo che non c’era stato boicottaggio che è un accusa pesante se rivolta a dei lavoratori di un’azienda del Mezzogiorno che lottano per mantenere la produzione e il posto di lavoro. Abbiamo ancora altri due casi di licenziamenti in piedi. Ma spero che intanto l’azienda rispetti la sentenza del Tribunale di Melfi e si torni a discutere in un ambito di correttezza”.

da www.cgil.it

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Incontro in Provincia per gli ‘stabilizzandi’ dell’Università

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 11, 2010

Ieri Martedì 10 agosto, presso il Palazzo del Capitano, sede della Provincia di Siena, si è svolto un incontro tra le Organizzazioni sindacali sottoscriventi e gli Assessori all’istruzione e alle politiche del lavoro Simonetta Pellegrini e alle attività produttive e crisi aziendali Tiziano Scarpelli.
L’argomento è stato quello degli ‘stabilizzandi’ dell’Università degli Studi di Siena, presenti all’incontro con una delegazione.
Con la Provincia e l’Ateneo ed il sostegno dei Sindacati è stato attivato da aprile il progetto “Sala Rosa”, che ha dato vita ad un servizio utile ai cittadini e in particolar modo ai tanti studenti che la frequentano.
Questo progetto ha consentito un primo approdo lavorativo a chi ha perso la prospettiva concreta di continuare a lavorare in forma stabile presso l’Università. Si è discusso della necessità di trovare soluzioni vere per rispondere alle esigenze di continuità del rapporto di lavoro e delle professionalità acquisite da chi con diverse esperienze (bibliotecario, tecnico informatico, amministrativo, CEL, ecc.) si era creato una posizione presso l’Ateneo.
L’incontro con i due Assessori è stato utile per evidenziare le criticità degli ultimi interventi da parte dell’Amministrazione universitaria nel trovare soluzioni agli ‘stabilizzandi’, nonostante le difficoltà economiche dell’Università e il momento di crisi diffusa sul territorio senese, e pensare alla costruzione di progetti di più lunga durata.
Finora infatti si è ricorso ad interventi di breve termine come il sostegno alla disoccupazione attraverso gli LSU (Lavori Socialmente Utili) o altre forme di sostegno al reddito e all’occupazione previste dalle politiche provinciali, nella speranza che la stessa Università potesse garantire nel giro di pochi anni nuove prospettive. Oggi sappiamo che tutto ciò non è realmente possibile ed è opportuna una vera e propria strategia di lungo termine ed un progetto che coinvolga tutte le istituzioni, capace di trovare soluzioni a tutte le persone che hanno perso il lavoro all’Università.
È necessario dare dignità a chi da anni svolge la propria professione pur dimenandosi tra diverse forme contrattuali senza un reale riconoscimento dal punto di vista stipendiale e di sicurezza del lavoro.

CGIL Siena, CISL Siena, UIL Siena, FLC-CGIL Siena, Cisl-Università Siena, UIL-PA-UR Siena

Argomenti: CGIL, FLC, università |

Mamme e papà che lavorano

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 9, 2010

Diventare genitori è una straordinaria esperienza di vita. Per viverla con gioia e consapevolezza è importante conoscere i propri diritti. In Italia la tutela della maternità e paternità può contare su una normativa che permette alle lavoratrici e ai lavoratori di stare vicini ai propri figli.
 
PERMESSI ORARI Se la mamma non vuole rinunciare al proprio lavoro può usufruire, fino ad un anno di età del figlio, di un orario ridotto ma interamente retribuito. Il diritto è previsto anche per i papà, con i “permessi orari”.
CONGEDI PARENTALI Dal 2000, esistono i “congedi parentali”. Si tratta di opportunità che consentono ai genitori lavoratori di usufruire di periodi di assenza dal lavoro utilizzabili da entrambi, insieme o alternandosi, fino agli otto anni di età dei figli, con modalità diverse sia sotto il profilo della retribuzione che della durata. In seguito ad una nuova Direttiva Europea, sono previste, inoltre, novità legislative più favorevoli.
CONGEDI PER MALATTIA Se i figli si ammalano, e dalla nascita fino ai tre anni succede spessissimo, il papà o la mamma in alternativa possono rimanere a casa per curarli.
ADOZIONI Figli adottivi e figli biologici hanno gli stessi diritti, tenuto conto delle differenze dovute alle diverse situazioni.
HANDICAP Se il proprio figlio ha gravi problemi di salute si ha diritto anche ad altri permessi e congedi che permettono ai genitori lavoratori di stargli vicino mantenendo la retribuzione e la conservazione del posto di lavoro (Legge n.104/92).
MAMME CON RAPPORTO DI LAVORO PARASUBORDINATO Oggi anche le mamme con rapporti di lavoro “parasubordinati” hanno finalmente nuovi diritti per stare accanto ai figli.
 
Queste ed altre opportunità sono garantite dal Testo Unico per la tutela della maternità e paternità ( Dlgs n.151/2001).
 
L’Inca Cgil aiuta i genitori che lavorano a fare le scelte giuste per utilizzare al meglio le possibilità che la legge offre loro.
 
Più si è informati, più è facile. Con Inca: “Il consiglio giusto, al momento giusto”

Rivolgiti alle nostre sedi: http://www.cgilsiena.org/index.php/dove-siamo/

Argomenti: CGIL, INCA, maternità, paternità, patronato |

FIOM: rispondendo alle associazioni datoriali…

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 30, 2010

In relazione alla nota diffusa ieri dalla locale Associazione Industriali congiuntamente all’Api Siena, la FIOM CGIL di Siena, chiamata direttamente in causa, coglie l’occasione per ricordare e rimarcare alcuni aspetti che evidentemente le associazioni datoriali non hanno ancora ben compreso – il che sarebbe veramente molto grave denotando una preoccupante ottusità – o viceversa, cosa molto più probabile, fanno semplicemente finta di non vedere.

Se in passato, come ricordato dagli stessi rappresentati delle aziende, il sistema di relazioni sindacali è stato tale da poter garantire stabilità anche attraverso una bassa conflittualità, ciò è avvenuto principalmente perché le aziende locali avevano raggiunto una certa maturità per capire che le ragioni portate avanti dalla FIOM non potevano essere liquidate con sufficienza, bensì doveveano essere valutate attentamente per giungere a soluzioni condivise; metodo che da parte sindacale, viceversa, è sempre stato osservato quando sono state le aziende a sollevare criticità, ad esclusione di quando in forma pretestuosa le stesse imprese hanno cercato di  mettere in discussione elementi di tutela dei lavoratori.

Il punto è proprio qui: le aziende, tramite le loro associazioni, in questo particolare momento stanno cercando di fare leva sull’insicurezza dilagante, che ormai ha fatto presa in alcune fette del mondo del lavoro, per riscrivere o quanto meno modificare nella pratica quelle regole che hanno consentito in passato la crescita e il consolidamento del sistema industriale e dei livelli occupazionali nel territorio, traguardi conseguiti tramite un confronto costruttivo che ha trovato nella FIOM di Siena l’interlocutore da sempre più rappresentativo e affidabile.

Le iniziative di protesta che hanno investito recentemente alcune realtà lavorative della Val d’Elsa discendono proprio da questi aspetti: la decisione opportunistica da parte di chi rappresenta le aziende di utilizzare la disponibilità di altri sindacati – alcuni dei quali a malapena rappresentano se stessi, figuriamoci i lavoratori – per introdurre meccanismi che rendono i lavoratori più deboli nel momento in cui si presentano davanti ai datori di lavoro per tutelare diritti e salario.

E’ comprensibile quindi che i lavoratori reagiscano vedendo nella FIOM l’unica forza sindacale in grado di opporsi a questo stato di cose. Sbagliano profondamente pertanto gli imprenditori nel considerare le azioni della FIOM animate da motivi di stampo ideologico, tutt’altro, questo Sindacato nel territorio senese si è sempre distinto per aver portato avanti tematiche concrete, così come avvenuto anni or sono per regolamentare in molte aziende il ricorso a forme di lavoro precario – aspetto questo, è bene ricordarlo, fortemente avversato dagli autori della nota stampa di ieri – o per la battaglia fatta in alcune grandi aziende per far cadere il tabù dell’impiego di mano d’opera femminile.

Azioni sindacali, quelle delle ultime settimane, che si stanno inasprendo attraverso forme di astensione dal lavoro che alcuni avevano dimenticato e che dovrebbero far capire alle aziende quanto i lavoratori siano pronti a forme di protesta ancora più dure se a livello imprenditoriale non si riacquista coscienza sul fatto che la pace sociale non è garantita quando si fanno accordi con chi non rappresenta i lavoratori.

E’ bene fra l’altro ricordare, per l’importanza da noi data al confronto dialettico, che prima di iniziare le nostre rimostranze abbiamo invitato le aziende a trovare con noi delle soluzioni ai temi posti, proprio per ricostruire quel clima di collaborazione e responsabilità richiamata; le risposte, purtroppo, non sono andate oltre una dichiarazione di indisponibilità.

Se, come asserito da Associazione Industriale ed API, è anche loro obiettivo operare per creare condizioni future tese a migliorare stabilità e benessere anche per le prossime generazioni, bene, prendiamo atto che finalmente abbiamo un obiettivo in comune sul quale chiamiamo aziende e loro rappresentanti ad attivarsi per definire con la FIOM tempi e modalità di un confronto che eviti il dilagare di ulteriori contestazioni alla riapertura delle fabbriche dopo la pausa estiva.

Marco Goracci, Segretario Generale FIOM CGIL Siena

Siena, 29 luglio 2010

Argomenti: FIOM |

Le OO.SS. criticano la nuova azienda di trasporto pubblico regionale

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 28, 2010

Al termine dell’incontro svoltosi in data odierna presso la sede del Train di Siena fra le scriventi OO.SS. e i rappresentanti della nuova Azienda TIEMME S.p.a. durato l’intera giornata, si è riscontrato nuovamente un atteggiamento aziendale teso esclusivamente all’abbattimento del costo del lavoro, come azione primaria del confronto.
Nonostante gli impegni assunti dai rappresentanti della TIEMME S.p.a. nel verbale sottoscritto il 15 Luglio scorso con le Organizzazioni Sindacali, relativamente alla garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali ed economico-normativi, si riscontrava una netta chiusura ad ogni proposta dei Rappresentanti dei Lavoratori, che conseguentemente comportava l’impossibilità del raggiungimento dell’accordo quadro.
Ancora una volta risulta evidente, a nostro giudizio, la volontà aziendale di effettuare recuperi sui lavoratori ricercando tutte le scuse possibili, partendo dalla crisi economica per giungere fino alla conseguente manovra finanziaria, ma riguardandosi dal tagliare quei privilegi e quegli sprechi da sempre esistenti in alcuni settori del comparto dirigenziale.
Mentre da un lato si tenta di ledere diritti e comprimere le retribuzioni dei lavoratori, dall’altro si continuano a mantenere privilegi economici di elevata entità a figure dirigenziali e quadri ricoperti da persone addirittura già in pensione con ingenti costi di centinaia di migliaia di euro.
A fronte di una presentazione di un piano industriale che evidenziava un’Azienda della Mobilità volta alla ricerca di nuove nicchie di mercato per creare le condizioni di stabilità economica ed occupazionale anche nell’ottica della ricollocazione del personale inidoneo alle mansioni di provenienza, nel corso della trattativa la Società esprimeva netta chiusura su tale problematica.
Appare evidente che tale operazione, di carattere squisitamente politico, oggi deve obbligatoriamente trovare da parte della politica stessa quelle garanzie che consentano a oltre 1.200 lavoratori di non ritrovarsi da un giorno all’altro con gravi decurtazioni degli stipendi.
Le aggregazioni, sempre condivise da parte delle Organizzazioni Sindacali, se volte ai risparmi strutturali e all’innalzamento dei criteri di qualità, non possono essere pagate dai lavoratori che già troppe volte hanno pagato i risanamenti e i recuperi di centinaia di aziende in tutta Italia!!!
Le scriventi OO.SS. stigmatizzano un comportamento intransigente della controparte datoriale.
Le OO.SS. confermano le linee di indirizzo dettate dal verbale sottoscritto in data 15 Luglio 2010 ed auspicano una ripresa della trattativa coerente con gli impegni assunti nel documento sopra citato.
Le OO.SS. rivolgono un appello alle Istituzioni affinché si attivino nell’immediatezza per affrontare le gravissime problematiche del settore del Trasporto pubblico locale.

Le Segreterie FILT – FIT – UILT – FAISA – UGL (Territoriali e Regionali) di Arezzo – Grosseto – Piombino – Siena

Siena, 27/07/2010

Argomenti: FILT, trasporto pubblico |

‘Le crisi dell’Ateneo e le responsabilità istituzionali’

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 28, 2010

L’Ateneo e la sua comunità sono chiamati in questi giorni di calma apparente a dover attendere con ansia risposte importanti per il proprio futuro. Le dimissioni del Prof. Barretta dall’incarico di Direttore Amministrativo non lasciano indifferenti e gettano nell’immobilismo più totale 1.200 persone, che subiscono senza averne colpa atti di poca responsabilità, proprio a ridosso di appuntamenti importanti come le nuove immatricolazioni ma anche la firma definitiva dell’accordo con la Regione Toscana attraverso l’AOUS per la vendita del Policlinico “Le Scotte”, determinante per definire la seconda tranche di pagamento dell’operazione. L’augurio è che il Prof. Barretta che ha accettato questo incarico mettendo da parte la sua carriera di docente universitario voglia continuare a proferire il suo impegno per l’Ateneo ancora per qualche mese, nonostante sia fresco di nomina per l’idoneità a docente ordinario. Se il suo è un incarico fiduciario verso l’attuale Rettore Focardi, che è ancora in carica e lo sarà di diritto per i prossimi tre mesi, perché dimettersi proprio ora e non aspettare il 31 ottobre? C’è la speranza in un ripensamento proprio in nome di quel senso di responsabilità richiesto a un dirigente pubblico, in un momento delicato e per le consegueze che questo gesto potrebbe comportare. Il “rettorato Focardi” affronta l’ennesima difficoltà nel mare della crisi dell’Ateneo. Un vero e proprio “vuoto di potere” che si potrebbe creare, bloccando la macchina amministrativa. In quattro anni ha perso tre Direttori Amministrativi (Bigi, Miccolis, Barretta), due Pro Rettori (Santoro, Minnucci), diversi delegati. Oltre a più di 100 dipendenti della cooperativa “Solidarietà”, un centinaio di ex stabilizzandi e precari, diverse centinaia di dottorandi, assegnisti e precari della didattica e della ricerca senza più un futuro. Oltre 1.200 dipendenti senza la possibilità di avere accesso a parte delle risorse che spettano loro, come quelle per le progressioni, e 44 CEL con 1/3 dello stipendio. Alla profonda crisi economico-finanziaria si affianca e appare in tutta la sua crudezza una crisi politica tutta interna all’Ateneo: acuta e con profonde ripercussioni sociali sul territorio. L’augurio finale è che questa partita la vincano l’Università degli Studi di Siena, chi ci studia e chi ci lavora.

FLC-CGIL Siena

Argomenti: FLC, università |

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