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Natale di sciopero per i lavoratori del commercio, del terziario, della distribuzione commerciale e dei servizi
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Dicembre 19, 2007
Per i lavoratori del commercio, del terziario, della distribuzione commerciale e dei servizi sarà un Natale di lotta, non certo un bel Natale. Saranno infatti in sciopero venerdì 21 e sabato 22 dicembre per il contratto nazionale di lavoro.
Per chi lavora su 5 giorni, indipendentemente dal fatto che il luogo di lavoro sia la grande distribuzione o le imprese del terziario avanzato, la giornata di sciopero è venerdì.
Sabato vi sarà una manifestazione regionale a Firenze in Piazza Strozzi a partire dalle 10.30.
Lo sciopero è proclamato esclusivamente nelle aziende aderenti a Confcommercio. Sono escluse dalla giornata di lotta le aziende aderenti a Confesercenti e alle centrali cooperative. Ciò perchè il confronto tra le parti per il rinnovo dei due contratti sta segnando positivi avanzamenti.
Confcommercio, al contrario, ha bloccato le trattative: “Con Confcommercio il dialogo si è completamente interrotto – spiegano Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs-UIL di Siena – perché la posta in gioco è lo smantellamento del contratto collettivo nazionale di lavoro. Confcommercio vuole avere mano libera, anziché preoccuparsi di chi nel settore pratica una concorrenza sleale e illegale ricorrendo al lavoro nero e grigio”. “La battaglia – avvertono i sindacati – non sarà breve. E non sarà a bassa intensità, perché nei punti vendita i dirigenti sono ormai disposti a tutto: pressioni, ricatti con la minaccia di mobilità o di non passare mai al tempo pieno, utilizzo massiccio di lavoratori interinali e altre figure presenti nel negozio temporaneamente”.
A questo proposito le strutture sindacali territoriali stanno procedendo a denunce per attività antisindacali verificatesi proprio in occasione della precedente giornata di sciopero del 17 novembre.
PERCHE’ LO SCIOPERO – “Lo sciopero è stato indetto a causa della totale assenza di dialogo con Confcommercio, che effettua ‘esternazioni’ sulla stampa anziché sedersi al tavolo di trattativa dichiarando: ‘Le trattative sono ferme, non sugli aumenti salariali su cui c’è disponibilità a discutere, ma perché la piattaforma sindacale arriva a costare troppo. Occorre parlare di incrementi di produttività certi, di flessibilità organizzativa, di una diversa organizzazione degli orari di lavoro’”.
GLI ORARI DI LAVORO – “E’ evidente la loro intenzione di avere mano libera sui tempi di vita e di lavoro delle donne e degli uomini che lavorano nel commercio, ovvero ‘vieni a lavorare quando c’è bisogno, oggi puoi lavorare 10 ore, domani 4 e poi si vede di volta in volta’. Il sindacato non è disponibile a lasciare che il tempo di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori sia deciso unilateralmente e individualmente dalle imprese. Occorre conciliare le rispettive esigenze, cosa che è stato fatta da trent’anni a questa parte”.
I 30 DANARI – “Confcommercio non ha mai avanzato proposte, salvo dire che i costi devono essere recuperati in qualche modo. Vi sono poi aziende come Mediaworld che decidono di elargire ‘30 danari’ ai propri dipendenti quale anticipo sui futuri aumenti, cercando così di rompere il fronte dei lavoratori”.
COSA C’E’ IN GIOCO – “In gioco non ci sono solo i soldi, c’è ben altro: il contratto collettivo nazionale di lavoro che oggi definisce diritti e tutele per tutti i lavoratori, dalle piccole alle grandi imprese, e forse è questo che Confcommercio vuole smantellare”.
RICATTI, PRESSIONI, MINACCE – “Alcune aziende hanno effettuato sui singoli lavoratori pressioni, ricatti, mobbing, in particolare sui giovani, minacciandoli se avessero scioperato di messa in mobilità, di non passare mai ai part-time a tempo pieno e altre nefandezze. Hanno utilizzato in modo massiccio interinali, promoter, merchandiser, capi reparto, mettendoli alle casse al posto dei lavoratori in sciopero. Tutte attività antisindacali per le quali sono in corso le denunce”.
Siena, 18 dicembre 2007
Argomenti: CGIL, FILCAMS, scioperi |