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Comitato Direttivo FP CGIL Siena
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Dicembre 19, 2008
Ordine del Giorno n.1
Il Comitato Direttivo della FP CGIL di Siena, riunito nei locali della C.I.A. il 19/12/2008, esprime forte contrarietà in merito alla proposta del Ministro Brunetta di innalzare l’età pensionabile per le donne a 65 anni.
Considera una provocazione inaccettabile tentare di far passare questa proposta come un intervento a favore delle donne per eliminare la sperequazione pensionistica quando, invece, il governo non pensa ad interventi seri per superare le discriminazioni tese a facilitare l’acceso delle donne al mondo del lavoro, ad equiparare le retribuzioni ed i percorsi di carriera e quindi le prestazioni pensionistiche e soprattutto a migliorare e potenziare il sistema di welfare portandolo ai livelli degli altri Paesi europei. A questo si aggiunge la norma discriminatoria introdotta dalla legge 133/08 approvata dal Governo nel mese di giugno che trasforma il diritto al part-time in facoltà dell’amministrazione. La peggiore discriminazione consiste nell’applicare regole uguali a condizioni diverse, soprattutto in una società in cui ancora gran parte del lavoro domestico è appannaggio principalmente delle donne che si trovano spesse volte a svolgere contemporaneamente il lavoro per il mercato e quello tra le mura domestiche, senza alcun riconoscimento contributivo di questa attività.
Ordine del Giorno n.2
Il Comitato Direttivo della FP CGIL di Siena, riunito nei locali della C.I.A. il 19/12/2008, esprime la propria solidarietà ed il proprio sostegno alle lavoratrici ed ai lavoratori che, a fronte della crisi economica che sta investendo il Paese e che si connota come la più grave dell’ultimo secolo, si trovano a pagarne i costi in prima persona, anche nella nostra provincia: tutti coloro che dal 01 gennaio non vedranno rinnovati i propri contratti, tutti coloro che si troveranno ad affrontare la condizione della Cassa Integrazione, della mobilità e della disoccupazione.
La Funzione Pubblica Cgil con l’adesione allo sciopero del 12 dicembre scorso, che ha visto scendere in piazza centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore pubblico, ha voluto ribadire che la crisi non può essere pagata da coloro che sono i soggetti più deboli della società, lavoratori e pensionati. Ha voluto ribadire che la necessità è quella di far avanzare i diritti del lavoro, in una logica di ricomposizione degli stessi e non di frammentazione tra le categorie. Ha voluto ribadire che lo Stato, i servizi pubblici e l’universalità dell’accesso agli stessi sono sempre, ed oggi a fronte di una crisi senza precedenti ancor di più, elemento di equità per il Paese.
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