Comitato Direttivo ha eletto le tre commissioni che predisporranno il lavoro preparatorio in vista del congresso del prossimo anno
Il Comitato Direttivo della CGIL ha eletto le tre commissioni che predisporranno il lavoro preparatorio in vista del congresso del prossimo anno. Aprendo i lavori del Direttivo il segretario generale Guglielmo Epifani ha posto l’accento su alcuni nodi di maggior rilievo della situazione economica e sociale del paese sui quali si concentrerà, alla ripresa autunnale, la mobilitazione della CGIL. In primo luogo la crisi industriale, poi fisco, previdenza, immigrati saranno i temi al centro dell’impegno della confederazione.
“Gli effetti della crisi sono ben lontani dall’attenuarsi – ha detto Epifani – e anzi saranno più forti nei prossimi mesi. Abbiamo di fronte processi di crisi aziendali in tutti i principali comparti produttivi, dalla chimica alla metalmeccanica al tessile, che produrranno mobilità e rischi di licenziamenti”.
A fronte di questa situazione, secondo Epifani, non si profila alcun intervento del governo a sostegno dei ceti più colpiti né alcuna idea di politica industriale in grado di fronteggiare la crisi ed individuarne un superamento. “Anche il Dpef – ha rilevato il numero uno della CGIL – non mostra alcuna novità e, sotto il profilo fiscale, interviene solo a favore delle imprese. La questione è centrale perché la pressione fiscale finisce con lo scaricarsi soprattutto sul lavoro dipendente e da pensione, cioè su redditi sui quali il governo non interviene e che finiscono con il pagare oggettivamente il prezzo più alto della crisi”.
A questo quadro si aggiunge l’assenza di una politica per il Mezzogiorno, grande esclusa dall’agenda nazionale; interventi sulla previdenza disorganici e penalizzanti; scelte punitive nei confronti dei migranti con un abbassamento generale dei livelli di diritti; nessuna iniziativa a sostegno degli anziani.
La CGIL lavorerà dunque, ha detto Epifani, a iniziative il più possibile unitarie per fronteggiare gli effetti della crisi industriale ed esigere interventi mirati a sostegno del lavoro e dei redditi più colpiti; per rimarcare la centralità dell’esigenza di un fisco più equo; per una previdenza che in modo organico conservi un equilibrio di sistema legando gli interessi delle diverse generazioni sulle diverse crisi aziendali; per il Mezzogiorno e i diritti di cittadinanza dei lavoratori migranti.