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Camusso: ripresa ancora lontana. Il governo deve cambiare passo
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 6, 2013
Camusso: ripresa ancora lontana. Il governo deve cambiare passo |
Il segretario della CGIL Susanna Camusso ospite del Videoforum di Repubblica Tv risponde alle domande del lettori. “Difficile parlare di ripresa, segnali ancora negativi”. Gli interventi del governo? “Finora solo piccoli provvedimenti che non servono a un vero cambio di fase. Letta cambi passo”. Sulle pensioni è “possibile correggere la riforma” » guarda il Videoforum |
06/08/2013 da www.cgil.it
La ripresa è una speranza, certo, ma non ancora una certezza. “Se dovessimo guardare ai dati che abbiamo, tutto si vede tranne che segnali di ripresa” dice Susanna Camusso, segretario generale della CGIL, ospite del Videoforum di Repubblica Tv . “Siamo all’ottavo trimestre di seguito in recessione e il tendenziale è ancora negativo, certo ci sono osservatori che dicono che più in fondo non si può andare, speriamo sia così”. Il segretario ha poi affrontato i nodi politici che dovrebbero essere affrontati in questa fase: “Una situazione economica così difficile richiede segni che la contrastino e attualmente non ne vediamo abbastanza – afferma – la disoccupazione continua a salire, le imprese in crisi aumentano ci vogliono scelte politiche che ancora non vediamo”.Il governo Letta. “La situazione del Paese è così difficile che il tema vero è che cosa bisogna fare? Letta prova spesso a parlare di occupazione come uno dei temi centrali, ma poi non ne vediamo la coerenza. Perché i vari piccoli provvedimenti non servono. Nessun di questi segna un vero cambio di fase. Allora la domanda che farei al governo è: ‘Quale provvedimento a settembre potrebbe segnare un cambio di fase e dare risposte agli italiani?” Quello che chiede Camusso è “un cambio di passo. Letta deve cambiare passo, i provvedimenti che sono stati fatti non sono iniqui, né negativi come altri in passato, ma non bastano, con piccole cose non si fa una grande strada”. E se così nonj fosse “bisogna trarne le conseguenze, ma se neanche ci prova non sapremo mai” se è possibile farlo.” Per la sindacalista “più che dibattito infinito sulle formule” bisognerebbe “misurarsi” su grandi temi come “la ridistribuzione del reddito e la riforma fiscale” L’Europa. Un altro aspetto affrontato dal segretario è quello dei rapporti con l’Ue: “Se l’Europa non decide di rivedere patto di stabilità e allentare i vincoli si riducono i margini di azione che abbiamo e avremo sempre più problemi, bisogna cambiare”. Poi continua: “Questa commissione è quella dell’austerity del fiscal compact, i temi sociali e del lavoro non sono una loro fondamentale preoccupazione”. A questo proprosito Camusso sottolinea che C’è un grave problema di tagli per la spesa corrente, ma non si possono fare su sanità e servizi, piuttusto tagliamo i costi standard per approvvigionamenti”. Le pensioni. Quello delle pensioni è un “nervo scoperto del Paese” dice la leader della Cgil che chiede due interventi legislativi in questo campo. Uno per legare il tipo di lavoro all’accesso alla pensione perché “ogni lavoro è diverso” e l’altro “che assicuri la pensione ai giovani. “Siamo ancora in tempo per correggere la riforma – spiega – ci sono due interventi da fare: garantire un accesso per i giovani e legare il sistema pensionistico al lavoro. Non è possibile che ci sia un sistema basato solo sull’età che non tiene conto della differenza che esiste tra i lavori. Siamo sicuri di voler un vigile del fuoco che si arrampichi su una scala a 70 anni o un’infermiera in sala operatoria sempre di 70 anni?”. E poi aggiunge “è importante far rimanere in piedi il sistema pubblico”. La precarietà. Camusso ammette che sono stati fatti “errori” sul tema della precarietà del lavoro. “Abbiamo fatto un grave errore nell’immaginare che la precarietà non sarebbe dilagata” dice la sindacalista “era sufficiente contrastarla sul piano legislativo, adesso ci vuole una risposta adesso in tal senso e sul piano dell’inclusione sociale”. Perché “ormai il confine tra lavoro dipendente e autonomo si è perso – continua la leader CGIL – e questo pone tema nuovo. Ci sono dei diritti che devono essere universali, faccio l’esempio della maternità: possibile che ci sia differenza se sei lavoratore dipendente o lavoratore autonomo? Ci dovrebbe essere una normativa parificata, dobbiamo recuperare il tempo perduto in tal senso. Renderci conto degli errori e provare a correggerli”. (Repubblica.it) |
Argomenti: CGIL |