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SWISEL: una crisi che viene da lontano
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 3, 2009
Di quella gloriosa azienda che fu la SWISEL di Sovicille, che negli anni ottanta dava lavoro ad oltre 120 dipendenti, oggi rimane solo un lontano ricordo destinato ad alimentare le memorie depositate negli archivi storici del movimento operaio e contadino della nostra provincia.
Ciò che ne è rimasto è solo un’immagine sbiadita rappresentata nella sua involuzione occupazionale dagli attuali 28 dipendenti, nonostante nel tempo non si siano lasciati sopraffare dalla rassegnazione, riponendo viceversa le loro flebili speranze nella possibilità di vedere concretizzarsi i tanti progetti di sviluppo dichiarati con cadenza più o meno regolare dall’azienda, nuovi quanto salvifici assetti societari naufragati nel nulla di fatto, produzioni per commesse milionarie provenienti da mezzo mondo che mai hanno visto la luce, recenti quanto poco convincenti tentativi di parziale riconversione dopo quella radicale di alcuni anni fa che vide Swisel abbandonare il settore militare; dopo tutto questo, l’unico risultato è che i lavoratori da tre mesi non percepiscono un soldo di stipendio.
Stante la situazione FIOM CGIL – FIM CISL e RSU hanno dato il loro aut aut: a partire da agosto nessuno si ripresenterà al lavoro a meno che l’Azienda non onori i propri obblighi nei confronti dei dipendenti.
Decisione difficile ma inevitabile vista la caduta di credibilità che la dirigenza di Swisel si è guadagnata nei confronti dei pochi lavoratori rimasti, i quali si sentono traditi e raggirati dopo tante vane promesse.
Le speranze maggiori di una svolta furono rinverdite nel 2001 attraverso l’ingresso della Finanziaria Senese di Sviluppo all’interno dell’assetto societario, elemento questo a suo tempo letto come garanzia di un maggiore controllo gestionale visti e considerati i deludenti risultati della compagine societaria preesistente.
Purtroppo ad oggi non si registra quella inversione di rotta sulla quale i dipendenti in primis avevano confidato, evidenziando che le responsabilità dello stato dell’arte non sono certo da attribuirsi alla crisi economica in atto, ma bensì alla disattenzione, scarsa intraprendenza e mancata determinazione dimostrate in questi anni da chi ha condotto questa azienda.
Certo è che tenendo conto delle enormi potenzialità che Swisel potrebbe ancora esprimere nel settore in cui da anni si è fatta le ossa – cioè le unità medicali mobili per allestire ospedali da campo in situazioni spesso di emergenza – sarebbe un vero peccato abbandonarla a se stessa, conducendola di fatto a morte sicura.
E’ necessario invece scongiurare una ulteriore emorragia occupazionale attraverso un deciso intervento istituzionale, in primo luogo di quei soggetti Pubblici che tramite la FISES dovrebbero ben conoscere quali rischi la Swisel sta correndo e purtroppo con essa tutti i suoi dipendenti.
FIOM CGIL – FIM CISL Siena
Siena, 3 agosto 2009