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‘Il lavoro al centro’, al via la campagna della CGIL nei luoghi di lavoro

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 17, 2013

‘Il lavoro al centro’, al via la campagna della CGIL nei luoghi di lavoro

17/10/2013 da www.cgil.it

Parte oggi da Pesaro la campagna della CGIL nei luoghi di lavoro. E’ per rompere la solitudine tra i lavoratori che la Segreteria Confederale della CGIL ha deciso di promuovere questa iniziativa dal titolo ‘Il lavoro al centro’, che vedrà nelle prossime settimane un fitto calendario di assemblee nei diversi luoghi di lavoro e su tutto il territorio nazionale. Si tratta di un percorso che la CGIL non vuole limitare alle fabbriche tradizionali, ma allargare anche alle nuove realtà del lavoro con particolare attenzione per quelle giovanili.

“Al centro – sottolinea la CGIL – deve esserci sempre il lavoro, solo così, infatti, il nostro Paese potrà uscire dalla crisi che lo attanaglia”.

Prima tappa, quest’oggi (17 ottobre), allo stabilimento Scavolini di Pesaro Urbino. All’assemblea con le lavoratrici e i lavoratori partecipa il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso.   


 Assemblea con i lavoratori della Scavolini. Camusso “Il lavoro è un valore, rimettiamolo al centro” 

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E’ da un’azienda pesarese, in una delle province maggiormente colpite dalla crisi, che ha preso il via la campagna della CGIL nei territori per conoscere e portare alla luce le realtà lavorative e rafforzare il legame tra il sindacato nazionale e i lavoratori. Questa mattina (17 ottobre) il segretario generale Susanna Camusso ha partecipato ad un incontro con i lavoratori della Scavolini, azienda leader mondiale nel campo delle cucine.

Susanna Camusso è stata accolta con molto calore. Dopo un giro dello stabilimento, i lavoratori, intervenendo all’assemblea con il segretario generale della CGIL, hanno chiesto conto soprattutto della Legge di stabilità, del cuneo fiscale, ma anche della riforma delle pensioni. Il brusio in sala che si è sentito quando si è parlato del governo, non ha lasciato dubbi sul giudizio dei lavoratori Scavolini rispetto alle “larghe intese”. Molte le promesse, in particolare in campo fiscale, che sono state disattese.

E’ vero ha risposto Susanna Camusso – è senz’altro meglio di niente ma la Legge di stabilità così come è stata presentata non va bene. Per tanti motivi”. Il segretario generale ha voluto insistere molto sull’occasione mancata della patrimoniale e ha criticato aspramente le manovre sull’Imu e le nuove tasse che aumenteranno le iniquità dato che ricadranno su chi ha sempre pagato.

“Il lavoro è offeso, umiliato, dimenticato – ha detto Camusso – ma noi dobbiamo riportarlo al centro delle politiche come un bene collettivo. Guai a chi pensa di cavarsela da solo, con le proprie forze”.

Vogliamo parlare di lavoro, di dignità. Parlare del lavoro che oggi non c’è, oppure del lavoro che non basta a coprire i conti, l’affitto, il mutuo, la scuola per i figli, le cure mediche. Durante il discorso della leader del sindacato, dalla sala si sono levate voci di protesta contro le pensioni d’oro, i super stipendi, i costi della politica. Tutti segnali espliciti di un malcontento diffuso, ma soprattutto della paura del futuro. Susanna Camusso ha voluto anche mettere dei paletti alla discussione, bloccando sul nascere possibili critiche ai lavoratori della pubblica amministrazione. “Sono lavoratori garantiti quelli che da quattro anni hanno gli stipendi bloccati?” La spesa pubblica di cui sento spesso parlare non si può attribuire ai pubblici dipendenti – sottolinea – molti dei quali saranno licenziati a causa della scadenza dei contratti”.

Un operaio ha chiesto spiegazioni sul motivo per cui le donne sono più penalizzate, mentre ci sono anche casi in cui quando le lavoratrici aspettano un bambino vengono licenziate. Un altro lavoratore della Scavolini ha chiesto se è il caso oppure no di far cadere il governo. Susanna Camusso ha risposto prima citando l’odiosa pratica sempre diffusa delle dimissioni in bianco ma, ha spiegato, rafforzare il sistema pubblico dei servizi sociali ed educativi può contribuire a far diminuire il fenomeno. Subito dopo sul governo la risposta è stata chiara: “la CGIL è un sindacato e come tale valuterà ogni atto dell’esecutivo e deciderà poi quale mobilitazione intraprendere”.

“La politica faccia il suo mestiere e noi il nostro – ha concluso – siamo stanchi, i lavoratori i pensionati sono stanchi, da sei anni paghiamo il prezzo più alto di una crisi e siamo sempre noi a pagare. Ecco perché il lavoro deve tornare al centro di tutto. Il lavoro come valore”.

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