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CCNL Commercio Terziario: sospensione sciopero e convocazione assemblee

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 17, 2008

Roma, 17 luglio 2008

Lo sciopero indetto per il 18 e 19 luglio 2008 è stato unitariamente sospeso anche se con motivazioni differenti tra le tre organizzazioni. La sospensione dello sciopero per quanto riguarda la Filcams-Cgil è relativa al fatto che abbiamo chiesto a Fisascat e Uiltucs di sospendere per un breve periodo il negoziato, visto che i testi presentati sulle domeniche e apprendistato negano in radice la piattaforma presentata, e di  convocare unitariamente l’assemblea nazionale dei quadri e dei delegati per fare il punto sullo stato del negoziato, sentirne il parere e agire di conseguenza. Fisascat e Uiltucs non si sono rese disponibili, al che abbiamo proposto la convocazione di assemblee unitarie al fine di presentare il nuovo quadro ai lavoratori, ma anche su questa proposta le altre organizzazioni sindacali si sono dichiarate contrarie. Filcams-CGIL, a questo punto, ha chiesto la sospensione del negoziato per 10 giorni al fine di consultare i propri iscritti e i lavoratori e di riprendere le trattative a fine luglio, ma le altre organizzazioni e Confcommercio hanno espresso contrarietà e hanno proseguito il negoziato. Ribadiamo che la FILCAMS non ha abbandonato il tavolo, ma ha chiesto una pausa di riflessione con i lavoratori  e di riprendere la trattativa a fine mese per sentirne il parere.

E’ grave il fatto che Fisascat e Uiltucs abbiano deciso di proseguire il negoziato nonostante la Filcams si fosse resa disponibile a riprendere unitariamente il negoziato a fine luglio e si fossa resa disponibile a rinviare ben due scioperi, quello del 28 di giugno, visto che Confcommercio aveva deciso di ritirare dal tavolo il tema “domeniche”, e quest’ultimo, visto che avevamo proposto un percorso unitario al fine di trovare soluzioni comuni, sentiti i lavoratori.

Nel prendere atto di quanto è successo, è necessario che tutte le strutture informino i/le delegati/e e convochino immediatamente le assemblee per informare i lavoratori sullo stato del negoziato. Vista la delicatezza del momento e la necessità che si svolga la più ampia informazione/consultazione riteniamo necessario, nel limite del possibile, che siano sospese eventuali ferie dei compagni e delle compagne affinchè sia possibile raggiungere in breve tempo più luoghi di lavoro possibili. E’ convocata sin da ora la riunione della delegazione nazionale trattante e di tutti i segretari regionali per LUNEDI 28 luglio alle ore 11 a Roma presso la sede nazionale, al fine di raccogliere quanto emerso dalle assemblee.

I motivi che hanno portato la nostra organizzazione a chiedere la sospensione della trattativa:

I negoziati, ripresi il 14 luglio per il rinnovo del CCNL Terziario, Distribuzione e Servizi, non hanno prodotto risultati positivi. Confcommercio ha fatto un passo indietro, riproponendo il tema delle domeniche che aveva tolto dal tavolo a fronte di una proposta unitaria avanzata dalle segreterie nazionali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, che coinvolgeva il secondo livello di contrattazione, ritenendola troppo vincolante per le aziende. La proposta economica è stata giudicata insufficiente dalle segreterie nazionali. Confcommercio ha poi riproposto, in una logica di incremento della produttività, un incremento delle ore di lavoro per gli apprendisti attraverso la riduzione per i nuovi assunti dei permessi individuali retribuiti nonché l’istituzione di una commissione che valuti la possibilità di non versare più i contributi all’INPS ma di istituire un meccanismo alternativo gestito dalla bilateralità.

DOMENICHE: Il testo sulle domeniche che Confcommercio ha proposto è l’esatto contrario delle richieste che unitariamente abbiamo presentato (piattaforma unitaria: “nel riconfermare la validità del secondo livello di contrattazione si chiede di introdurre tra le materie da contrattare a questo livello il calendario annuo delle aperture domenicali e festive al fine di realizzare intese sull’organizzazione del lavoro attraverso una equa distribuzione dei carichi di lavoro”; “sulla base di quanto previsto dall’art. 138 del vigente CCNL, si richiede di chiarire che le giornate di lavoro ordinarie sono da considerarsi dal lunedì al sabato. Le ore di lavoro prestate nel giorno di riposo settimanale di legge (domenica) saranno retribuite con la maggiorazione del 30% per tutte le tipologie d’impiego, fermo restando il diritto del lavoratore di godere il riposo compensativo nel giorno successivo, avuto a riguardo alle disposizioni di legge vigenti in materia, fatta salve le condizioni di miglior favore”).

Cosa prevede il testo di Confcommercio:

– Le OO.SS., entro 4 mesi dalla stipula dell’accordo, possono chiedere incontri e fare accordi, se non si raggiungono intese scatta la clausola di garanzia che prevede di fatto l’obbligatorietà (per coloro che lavorano dal lunedì al sabato) del lavoro domenicale per le 13 domeniche previste dalla Legge Bersani più il 30% delle domeniche che i Comuni decidono di aprire. In sostanza in quelle città ove si apre 52 domeniche, i lavoratori individualmente, se l’azienda li comanda, devono lavorarne almeno 26. Questa regola non si applicherebbe alle lavoratrici madri o padri con bambini sino a 3 anni e ai lavoratori che assistono portatori di handicap o persone non autosufficienti.
– Scrivono poi che sono fatti salvi i trattamenti economici previsti dalla contrattazione aziendale, ma di fatto, qualora spostassero il riposo settimanale nei 7 giorni, la domenica sarebbe in ordinario e verrebbe retribuita con la sola maggiorazione del 30%. Verrebbe poi riconosciuta la percentuale di maggiorazione pari al 30% in modo scaglionato (entro gennaio 2.010) ai lavoratori che sono stati assunti con la domenica nel contratto, che sarebbe omnicomprensiva e non cumulabile con altre percentuali previste dal CCNL. Per questi lavoratori non muta quindi la loro condizione di obbligatorietà del lavoro domenicale.    

– Filcams-CGIL, prendendo atto che Confcommercio è ritornata indietro riproponendo il tema delle domeniche, ha tentato di migliorare il testo nel corso della trattativa proponendo, così come previsto dalla piattaforma unitaria e dall’accordo CGIL, CISL, UIL in materia di riforma del modello contrattuale che punta a rafforzare e ad estendere la contrattazione di secondo livello, che il tema delle domeniche, dei riposi settimanali, ecc. fossero demandati alla contrattazione aziendale o territoriale poiché quelli sono i luoghi più idonei per discutere di organizzazione del lavoro, di come predisporre i presidi domenicali a partire dalle disponibilità volontarie, con l’obiettivo di ridurre il numero di domeniche obbligatorie di quei ragazzi e ragazze che sono stati assunti con l’obbligatorietà del lavoro domenicale. Fisascat e Uiltucs hanno invece proposto modifiche minimali che non avrebbero modificato la sostanza dell’obbligatorietà. Inoltre è stato chiesto a Confcommercio se gli accordi aziendali o territoriali vigenti che hanno definito regole sul lavoro domenicale fossero salvaguardati e la risposta è stata che ciò sarebbe stato certo per i primi quattro mesi.
– Confcommercio ha dichiarato che si rendeva disponibile ad approfondire le richieste avanzate dalle altre due organizzazioni ma non quelle della Filcams poiché in antitesi con il loro pensiero.

APPRENDISTATO: ricordiamo che in piattaforma avevamo chiesto di estendere una serie di normative agli apprendisti al fine di parificarli con gli altri lavoratori. Confcommercio ha riproposto, nonostante in precedenza le tre organizzazioni avessero espresso parere contrario, un aumento delle ore di lavoro degli apprendisti nuovi assunti, attraverso l’abbattimento dei permessi individuali retribuiti che verrebbero riconosciuti in modo scaglionato. Fatte salve le 32 ore di ex festività, gli altri permessi individuali verrebbero maturati dagli apprendisti al 50% a metà del periodo e al 100% alla fine del periodo di apprendistato. Fisascat e Uiltucs hanno dichiarato la loro disponibilità mentre Filcams Cgil ha espresso totale dissenso perché ciò non solo contrasta con la piattaforma unitaria, ma creerebbe discriminazioni tra apprendisti (che lavorerebbero di più, quando dovrebbero peraltro essere formati), tra coloro che lavorano a 40 ore e coloro che ne lavorano 38,  e gli altri lavoratori dipendenti. Inoltre ciò creerebbe anche disparità tra i vecchi e i nuovi assunti i quali costerebbero meno degli altri. Un conto è estendere con gradualità un diritto che non c’è (vedi previdenza integrativa) altro conto è ridurre un diritto oggi esistente e ciò non è accettabile per la nostra organizzazione. 

SALARIO: Confcommercio aveva proposto in precedenza un incremento salariale in 4 anni di 132 euro. Nell’ultimo incontro ne ha proposti 130 dicendosi disponibile ad andare oltre, ma ciò era legato all’accettazione da parte delle organizzazioni sindacali dei testi sulle domeniche e sull’apprendistato, per quanto ci riguarda abbiamo posto in evidenza che per noi non c’è legame tra aumento salariale e domeniche obbligatorie.

Non escludiamo che la trattativa con le altre organizzazioni produca un accordo separato, oppure, una volta concordato il testo, che vi sia una convocazione al Ministero del lavoro. E’ indispensabile attivare da subito l’informazione, affiggendo in tutti i luoghi di lavoro la presente circolare e convocando le assemblee per informare i lavoratori della gravità della situazione e sentirne il parere.

FILCAMS-CGIL

Argomenti: CGIL, commercio, contrattazione, contratti, FILCAMS, scioperi |