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Lavoro: Camusso, bastano poche tipologie contrattuali
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Giugno 10, 2014
09/06/2014 da www.cgil.it
Fare ordine nei contratti di lavoro e semplificare. Per quanto riguarda infatti i nuovi contratti ne basterebbero quattro tipologie: part-time, apprendistato, tempo determinato con causale, tempo indeterminato a tutele crescenti. Così il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso ha invitato ”a fare ordine” nei contratti nel corso di un dibattito organizzato questa mattina (10 giugno) a Milano dalla Fondazione Corriere della Sera con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. “Parlando delle regole del lavoro, bisogna chiedersi con quale finalità la regolamentazione del lavoro è stata costruita. La complessità che regna in Italia è figlia di un preciso blocco di potere – ha spiegato Camusso – noi sono anni che diciamo che bisogna smettere di fare leggi con funzione deregolatoria e pensare invece che la contrattazione risolve molti più problemi di quanti non producano le leggi”.
Di questa situazione di confusione, “un esempio lampante – ha continuato Camusso – è quello delle partite Iva, che in origine erano perfette per determinare e regolare il lavoro autonomo, mentre ora sono diventate una finzione, e servono solo per pagare meno tanti lavoratori. E nessuno sa più come uscirne. Vedo molte contraddizioni nel ragionamento del governo. La sua via con la quale si risponde a questa soluzione è di nuovo una moltiplicazione della legislazione. Il Jobs Act non fa altro che rendere più complessa la situazione”.
Per questo è necessario fare ordine e la linea su cui si sta muovendo il governo Renzi lascia aperti vari problemi. “La legge delega non diminuisce le forme del lavoro, ma prevede la moltiplicazione dei contratti più odiosi, come ad esempio il voucher – ha detto Camusso -. La delega non indica nessuna forma che si inizia a togliere, invece ne indica altre che si immettono. I contratti che regolano i rapporti di lavoro, in realtà, potrebbero essere cancellati quasi tutti”.
Per la CGIL è prioritario “ricostruire le tutele del lavoro, bisogna partire da questo presupposto. Perché le tutele nel corso del tempo sono venute meno, e il sistema non ne ha tratto alcun vantaggio. Il sistema, infatti, si è impoverito ed è diventato meno competitivo. Il contratto a tutele crescenti può risolvere alcuni problemi, ma le tutele vanno aumentate”.
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