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La filiera corta, i GAS ed il Distretto di Economia Solidale (DES)

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 27, 2008

E’ da circa due anni che l’ALPA (Associazione Lavoratori Produttori dell’Agroalimentare affiliata alla CGIL) ha iniziato, presso il locale di via Lorenzetti preso in affitto dal Comune di Siena, la costruzione di una filiera corta con il Gruppo d’Acquisto Solidale GASALPA, di cui fanno parte, oltre ad ALPA, AIAB, Legambiente e Federconsumatori.
In questi due anni il GASALPA è divenuta un’associazione senza scopo di lucro formalmente costituita che ad oggi conta oltre 100 soci: collabora con 22 aziende del territorio, ha dato la possibilità di creare nuove aziende per fornire il gruppo, ha svolto attività di divulgazione sul risparmio energetico domestico e aziendale, sulla bio-architettura e sul consumo critico.
Il listino dei prodotti, dal mese di febbraio 2007 ad oggi (18 mesi), ha registrato un aumento medio dei prezzi del 5%, dovuto soprattutto all’incidenza dei trasporti, delle spese per confezionamento e della pasta; molti prodotti quali carni, formaggi, vino, olio, confetture, miele ed insaccati non hanno subito aumenti. I prezzi dei prodotti, quasi tutti biologici, sono mediamente inferiori rispetto alla normale distribuzione del 30/40%. La frutta e la verdura che da aprile consegniamo tutte le settimane ha prezzi mediamente inferiori del 10/15% rispetto alla grande distribuzione e del 20/40% rispetto al dettaglio. La qualità dei prodotti che acquistiamo direttamente dal produttore è sempre superiore a quella di analoghi prodotti che normalmente si trovano sul mercato.
Quella dei GAS è un’esperienza che si va diffondendo e strutturando in quasi tutti i territori; a Siena e provincia, tra formali ed informali, ne operano già una decina e riforniscono circa 900 famiglie, per un totale di circa 3000 persone.
Ad oggi i GAS evidenziano un’evoluzione e nello stesso tempo un limite che vogliamo superare: per la loro caratteristica si rivolgono prevalentemente ad un target di persone tra 25 e 45/50 anni con un livello di istruzione medio alta e che usano abitualmente internet anche per gli acquisti. C’è una notevole fascia di cittadini ed aziende che vorrebbero essere incluse ma trovano un ostacolo nell’approccio al computer, dobbiamo quindi trovare forme organizzative idonee ad includere anche quelle fasce di cittadini che ad oggi ne rimangono escluse.
Altre esperienze di filiera corta stanno nascendo con il progetto della Regione Toscana, con la realizzazione di mercati mensili, più raramente settimanali, dei prodotti locali. Ma queste iniziative rispondono solo in minima parte ai bisogni dei consumatori, che non possono certo approvvigionarsi una volta al mese (e gli stessi produttori non possono vendere i prodotti con cadenze troppo distanti nel tempo). Iniziative più concrete sono invece gli spacci locali, anch’essi previsti nel progetto regionale, aperti 3/5 giorni la settimana, come quello che l’ALPA, insieme al Comune di Castelnuovo Berardenga, sta cercando di realizzare.
Da qualche mese stiamo parlando con altri GAS ed associazioni del territorio dell’idea del Distretto di Economia Solidale (DES) che si sta sviluppando in varie parti d’Italia; in Toscana ne stanno discutendo insieme GAS, Federconsumatori, associazioni del volontariato, Legambiente, AIAB, Slow Food ed associazioni di categoria, tutti quei soggetti quindi che in qualche modo rappresentano sul territorio chi produce, chi consuma, l’ambientalismo e il volontariato. Questa discussione vuole realizzare un processo di democratizzazione della produzione, dei consumi e dell’uso delle risorse territoriali, con particolare riferimento a quelle idriche. A Siena si è tenuta una prima riunione l’8 agosto alla presenza di 3 GAS del territorio, Federconsumatori, ACU, Legambiente, AIAB e Slow Food nella quale si è discusso e convenuto sul processo di integrazione di attività a partire dai primi giorni di settembre.
Non ci sfugge la complessità del progetto e le difficoltà, ma consideriamo l’attuale fase economica, politica, sociale e congiunturale propizia ad iniziative di questa natura, se non altro per cercare di dare risposte adeguate a politiche produttive, commerciali e di consumo che troppo spesso non hanno più un senso logico. Alcuni esempi negativi hanno recentemente colpito anche il nostro territorio!
Il DES può rappresentare una prima risposta per ricomporre sui territori un tessuto organico di relazioni e conoscenze fondamentali per lo sviluppo consapevole del consumo, della produzione, della solidarietà sociale tra i soggetti della filiera, tutto questo nel rispetto dell’ambiente, delle popolazioni e delle risorse disponibili.
Nel DES le istituzioni locali sono il centro vitale fondamentale.
Ovviamente siamo a conoscenza di iniziative interessanti presenti anche sul nostro territorio, ma purtroppo sono scollegate tra loro e soprattutto poco percepite delle popolazioni, di conseguenza poco incisive. Creare un sistema integrato e solidale, farlo conoscere e farlo divenire patrimonio culturale della popolazione è una concreta possibilità per incidere sui meccanismi della produzione e del consumo, ormai consolidati e spesso perversi, che conosciamo.

Claudio Franci, Presidente ALPA

Siena, 26 agosto 2008

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