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Lavoro: Cgil, su ‘servizi per l’impiego’ dati Istat dimostrano che Jobs act non da soluzioni

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 15, 2015

Lavoratore_1Lavoro: Cgil, su ‘servizi per l’impiego’ dati Istat dimostrano che Jobs act non da soluzioni

15/09/2015 da www.cgil.it

“Il dato sull’intermediazione di lavoro dimostra la necessità di investire e rilanciare i ‘servizi per l’impiego’, che hanno troppo poco personale rispetto ai bisogni dei lavoratori e delle imprese e che sono stati depotenziati dalla riforma istituzionale e dall’incertezza in cui si trovano le province. E la stessa agenzia per il lavoro prevista dal Jobs act non risolve questo problema ma rischia di accentuarlo”. Così il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, commenta quanto rilevato dall’Istat nel nuovo comunicato sul mercato del lavoro, che fa il punto sul secondo trimestre del 2015.

Dal comunicato dell’Istituto di statistica emerge, infatti, che la ricerca del lavoro è affidata soprattutto ai canali informali: l’88,9% delle persone si rivolge ad amici, parenti e conoscenti. Con un incremento del 2,3% rispetto al secondo trimestre 2014. “Un dato che mette in evidenza – sottolinea la sindacalista – un basso indice di efficacia anche delle agenzie private, indicando che il problema è di sistema e che i servizi per l’impiego dovrebbero essere fondamentali per le politiche del lavoro.

“Il governo – aggiunge Sorrentino – potrebbe dare un segnale positivo risolvendo subito la vertenza dei lavoratori dei centri per l’impiego, come da impegno assunto dal ministero del lavoro nel mese di luglio e sottoscritto con le organizzazioni sindacali”.

“Inoltre – conclude il segretario della Cgil – potenziare e investire nei servizi pubblici per l’impiego è anche uno strumento di regolarizzazione e contrasto agli abusi, a partire dall’agricoltura. Se ci si rassegna al fatto che la regola è che il lavoro si trova con i canali informali si rafforza il caporalato”.


Argomenti: CGIL |

NO ALLA VIOLENZA!!! San Gimignano 20 settembre

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 15, 2015

locandina 20 settembre 2015-1Iniziativa per ricordare “SCARPE ROSSE” del 21 Settembre 2013
Giornata contro la violenza sulle donne.
NO ALLA VIOLENZA!!!
SAN GIMIGNANO – 20 Settembre 2015 – In Piazza Duomo – Ore 17.00
Giornata contro la violenza sulle donne sui bambini sugli anziani e contro ogni guerra

Partenza da Porta San Giovanni alle ore 17:00 con sfilata nelle vie del centro storico e arrivo in Piazza Duomo.
Alcune iscritte alle nostre associazioni effettueranno il lancio di palloncini bianchi e rossi con la scritta
“NO ALLA VIOLENZA”.
Sulle scale del Duomo verranno poste alcune paia di scarpe rosse in ricordo della manifestazione del 2013

Argomenti: SPI, valdelsa |

Camusso, prima chiudiamo i contratti, poi discutiamo di partecipazione

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 14, 2015

Camusso8Camusso, prima chiudiamo i contratti, poi discutiamo di partecipazione

13/09/2015 da www.cgil.it

 In una intervista al quotidiano ‘la Stampa’ il segretario generale della Cgil replica a Squinzi: i salari vanno aumentati e non diminuiti. Il tema nuovo è quello della partecipazione dei lavoratori su investimenti e organizzazione. Se davvero si vuole che l’economia riparta bisogna mettere in moto il reddito e poi redistribuire la ricchezza troppo concentrata

Susanna Camusso, il presidente di Confindustria Squinzi propone ai sindacati di non rinnovare i contratti nazionali in discussione con le vecchie regole. E di passare a un nuovo modello in cui gli aumenti salariali siano concessi solo successivamente, e in cambio di aumenti di produttività. Vi sfida a «innovare con scelte coraggiose». Che risponde la Cgil? «Lui ci sfida all’innovazione? In questa proposta di innovazione non ce n’è. E allora lo sfidiamo noi. In questa stagione il tema nuovo è quello della partecipazione dei lavoratori e della democrazia economica. Confindustria è pronta? Parlare ancora di limitare i salari non ci pare un tema affascinante. E non è neanche utile all’economia del paese».

La proposta di Confindustria è solo questo per voi: contenimento dei salari?
«Si afferma che i contratti nazionali non tutelano più il potere d’acquisto, e che gli eventuali aumenti saranno dati solo a consuntivo. Bisogna fare esattamente l’opposto. Se come dice lo stesso Squinzi, gran parte dell’apparato produttivo del Paese si rivolge solo alla domanda interna, se davvero si vuole ripartire bisogna mettere in moto il reddito e redistribuire la ricchezza troppo concentrata. I salari vanno aumentati, dunque, non diminuiti».

E la produttività?
«Bisogna farla crescere, bisogna rendere il sistema più competitivo. Come? Con nuovi modelli organizzativi, con l’innovazione, con la partecipazione e con la contrattazione. Non con una sempre maggiore subalternità dei l avoratori».

Ma la Cgil è sempre stata scettica su cose tipo l’azionariato dei dipendenti…
«Se la partecipazione si riduce all’acquisto di un po’ di azioni senza poter aver voce in capitolo sulle decisioni strategiche, eravamo e continuiamo ad essere critici. Ma la codeterminazione è altro. Si parla sempre di modello te- desco: imitiamolo, imitiamo la Volkswagen. È una sfida vera: produttività vuol dire solo moltiplicare le ore lavorate o anche innovare, riorganizzare il lavoro e riconoscere le capacità professionali?».

Quindi, no alla proposta di Squinzi, e sì a forme nuove di partecipazione. Ad esempio?
«Partiamo dall’applicazione dell’articolo 46 della Costituzione. Decidiamo come si discutono gli investimenti, che poteri hanno i lavoratori quando cambia l’organizzazione del lavoro. Proprio il presidente di Confindustria dice spesso che “siamo tutti sulla stessa barca”. Va bene, solo che i lavoratori il timone non lo toccano mai».

Non so se Confindustria sarà interessata a questa forma di partecipazione..
.«So benissimo che hanno sempre cercato di evitare modelli di effettiva condivisione delle scelte in azienda. Ma non mi si dica che la sfida della modernità è il ritorno all’antico. Ripeto, se come dicono loro il modello tedesco funziona, adottiamolo anche su questo».

Però non si può negare che il modello contrattuale in vigore attuale sia datato
. «Vero. Quando cominciamo a ridurre il numero dei contratti nazionali? Ci rendiamo conto di quanti ne gestisce solo Confindustria, pure in conflitto tra loro? Sono molte decine».

E i contratti collettivi in corso, come vanno negoziati?
«Con le regole attuali, non c’è alcun dubbio. Peraltro, a noi Confindustria ha chiarito che non c’è nessun blocco dei contratti in scadenza. Le piattaforme già sono state presentate, andiamo subito alle trattative».

Siete però disponibili a discutere, con le vostre proposte, un modello contrattuale nuovo. Per la Cgil, cosa si deve negoziare nel contratto nazionale?
«I temi della democrazia economica, dell’informazione alle rappresentanze aziendali delle scelte strategiche, del welfare aziendale. Poi la tutela e l’aumento dei salari».

Sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro serve una legge?
«Abbiamo fatto un accordo con Confindustria e altre associazioni: si misurano gli iscritti, e il voto dei lavoratori determina la validità dei contratti. La Cgil ha sempre pensato che regole generali tra le parti vanno benissimo. Se arrivasse una legge, ovviamente, ci attendiamo che si ispiri alle intese tra le parti. Se il Parlamento intervenisse, però, bisognerebbe misurare anche la rappresentatività delle associazioni imprenditoriali».

E sul diritto di sciopero? Il governo vorrebbe introdurre delle limitazioni…
«Per fortuna quando si parla di diritto di sciopero la Costituzione è scritta con grande precisione. C’è una legge che riguarda lo sciopero nei servizi pubblici. Si può discutere di una rarefazione delle astensioni del lavoro, ma il diritto del lavoratore di scioperare è del tutto indisponibile».

E la politica economica del governo? È efficace? «Qualche segnale di ripresa per fortuna c’è, ma la situazione sul fronte del lavoro è sempre terribile. E non mi pare sia utile questa discussione eterna sulle tasse sulla casa. Sarebbe più utile spingere sul fronte degli investimenti pubblici e aprire sul versante della flessibilità previdenziale per dare spazio ai giovani».

Ma per la flessibilità pensionistica servono tanti miliardi…
«Perché, invece i miliardi per la tassa sulla casa ci sono? Si può continuare a dire che per il lavoro e per i giovani non c’è mai nulla, mentre per togliere Imu e Tasi anche sulle case dei ricchi i soldi ci sono? Forse quest’anno discutiamo delle imposte sugli immobili perché ci sono le amministrative, e invece nel 2018 si parlerà di pensioni perché ci sono le politiche. Sbaglio?»

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Intervento del Segretario provinciale Claudio Guggiari

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 12, 2015

sciopero unitario a Buonconveto 13-11-2013Siena, 12 settembre 2015 – 2.299,00 euro netti compresi 468,71 euro lordi percepiti come da regolamento, fermo da sette anni, per i km effettuati negli spostamenti lavorativi. Questa è la mia retribuzione di luglio. 75 persone a libro paga, alcune collaborazioni, 21 sedi di proprietà. E, soprattutto, oltre 56.000 iscritti.

Una responsabilità per assumere la quale occorre che sia prima di tutto sentita, ma non mi pare eccessivamente retribuita. Non voglio fare paragoni, che peraltro potrebbero aiutare a capire come fare sindacato non possa essere considerato un privilegio sul piano economico, perché prima di tutto il mio ed il nostro impegno si fonda sull’appartenenza. Sul riconoscere e sentire come propri i bisogni dei lavoratori, dei disoccupati, di tanti giovani e meno giovani in difficoltà, di donne discriminate, di persone che vengono da paesi lontani che fuggono da guerre o da terre senza futuro.

Il mio impegno, che non potrà oltrepassare gli 8 anni in questa responsabilità, nasce da un percorso democratico. Sono gli iscritti che decidono dei gruppi dirigenti e che hanno e avranno sempre di più un ruolo determinante insieme alle rappresentanze nei luoghi di lavoro. Una democrazia di mandato che decide e rinnova. Continua a leggere questo articolo »

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Cronaca di 7 mesi di morti sul lavoro “annunciate”. Bilancio agghiacciante, da gennaio a luglio 643 vittime (+9.5%)

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 11, 2015

banner morti lavoro al 31_7Cronaca di 7 mesi di morti sul lavoro “annunciate”. Bilancio agghiacciante, da gennaio a luglio 643 vittime (+9.5%)
Notizia di ven 11 set, 2015 – da www.cgiltoscana.it

 

Lombardia, Toscana, Campania e Veneto continuano a tenere le fila della tragica graduatoria del numero di morti. Il nordest ancora l’area con il più elevato rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa.Sette mesi di morti sul lavoro in Italia per un bilancio agghiacciante in cui, da gennaio a luglio, si contano 643 vittime. Sono 171 i lavoratori che hanno perso la vita in itinere e 472 coloro che sono deceduti in occasione di lavoro, con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2014 pari al 9,5 per cento.

A raccontare questa prima immagine dell’emergenza morti bianche è la più recente indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sulla base di dati Inail. “Numeri complessivi terrificanti che narrano una morte quotidiana con una media di oltre 90 vittime al mese. Incomprensibile come ancora non vengano consegnate risposte concrete a questa che è una piaga sociale ‘conclamata’ – sottolinea Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio – dove le morti, molto spesso, non sono dovute ad una tragica fatalità, ma sono piuttosto la conseguenza più tremenda e visibile della scarsa diffusione della cultura della sicurezza”.

La Lombardia, come sempre, è la regione maggiormente colpita con 70 vittime in occasione di lavoro, seguita dalla Toscana (46), dalla Campania (43), dal Veneto (42), dal Lazio (39), dall’Emilia Romagna (36) dalla Sicilia (35) e dal Piemonte (33). Seguono: Puglia (29), Abruzzo (16), Marche (15), Trentino Alto Adige (14), Umbria (12), Friuli Venezia Giulia, Calabria e Sardegna (8), Liguria (7), Basilicata (6) e Molise (5).

Sul fronte del rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa per macroaree, è il Nordest che continua a far rilevare il dato peggiore con un indice di 32,7 contro una media nazionale di 21,1. Seguono: il Sud (31,1), le Isole (23), il Nord Ovest (16,2) e il Centro (15,4).

A livello regionale, invece, nei primi sette mesi del 2015 è il Molise ad indossare la maglia nera con un indice di 50,3. E non va meglio in Umbria (33,5) e in Basilicata (33,3).

Il settore delle Costruzioni conta il maggior numero di vittime (59 pari al 12,5 per cento del totale degli infortuni mortali). Al secondo posto le Attività Manifatturiere (11 per cento); al terzo posto Trasporti e Magazzinaggi (9,5 per cento). Al quarto, invece, troviamo il Commercio all’ingrosso e al dettaglio, Riparazione autoveicoli e motocicli con il 7,4 per cento delle vittime.

Quarantenni e cinquantenni i lavoratori più spesso coinvolti dagli infortuni mortali. Per la precisione il 36,7 per cento di tutte le vittime del Paese aveva un’età compresa tra i 45 e i 54 anni e il 23,9 per cento tra i 55 e i 64 anni.

Le donne che hanno perso la vita nei primi sette mesi dell’anno in occasione di lavoro sono state 27.
Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 77, pari al 16,3 per cento del totale.

A livello provinciale è Roma a guidare la triste classifica con 24 morti bianche, seguita da: Milano (20), Bari (16), Napoli (15), Brescia (12), Salerno (11), Palermo, Torino e Treviso (10).

STATISTICHE

INCIDENZA IN RELAZIONE A POPOLAZIONE ATTIVA

 

 

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Esodati: 15 settembre presidio di Cgil, Cisl e Uil davanti al Mef

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 10, 2015

EsodatiEsodati: 15 settembre presidio di Cgil, Cisl e Uil davanti al Mef

10/09/2015 da www.cgil.it

Cgil, Cisl e Uil promuovono per martedì prossimo, alle ore 10.00, un presidio in via XX settembre, davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze, per esigere il rispetto della Legge 228 del 2012, che ha istituito un fondo a tutela dei lavoratori esodati, e per rivendicare una soluzione che risolva in modo definitivo e strutturale questo problema.

“È intollerabile che, a fronte di un dramma ancora non risolto del tutto quale è quello degli esodati, il ministero dell’Economia comunichi di aver incamerato le risorse del Fondo relativo”. Così la segretaria confederale della Cgil Vera Lamonica a margine dell’audizione che si è tunuta il 9 settembre alla Commissione Lavoro della Camera dei deputati sui progetti di legge in merito alla flessibilità dell’età pensionabile.

“Le sei salvaguardie effettuate e per le quali sono stati stanziati quasi 12 miliardi – prosegue Lamonica – non sono sufficienti a coprire tutta la platea degli interessati. Secondo gli stessi dati INPS restano fuori almeno altri 49.500 lavoratori e lavoratrici”. “Su quei 12 miliardi è stato effettuato un risparmio di almeno 3: è scandaloso – sostiene Lamonica – che oggi si dica che sono stati utilizzati per altri fini, nonostante la legge istitutiva del Fondo esodati preveda espressamente che i risparmi siano destinati al Fondo stesso per il completamento delle salvaguardie, e nonostante le dichiarazioni ben diverse fatte finora”.

“Vale lo stesso per l’opzione donna, in vigore dal 2004 e finanziata a tutto il 2015, che non si applica perché l’Inps ha dato un’interpretazione sbagliata della norma”, aggiunge la dirigente sindacale. “Norma che penalizza ferocemente le donne che vi fanno ricorso ma che, dopo la legge Fornero, è stata per molte l’unica via d’uscita”.

“Il governo aveva già incamerato i risparmi assurdamente effettuati sui lavori usuranti e continua sulla stessa strada”. “Il Parlamento faccia chiarezza – conclude Lamonica – e impedisca questo vero e proprio scippo agli esodati”.

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Marcia degli scalzi, tutte le iniziative nelle città toscane di venerdì 11 settembre

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 10, 2015

Marcia_scalziMarcia degli scalzi, tutte le iniziative nelle città toscane di venerdì 11 settembre (Notizia di gio 10 set, 2015 da www.cgiltoscana.it) – Anche Cgil, Cisl e Uil della Toscana aderiscono alla Marcia delle donne e degli uomini scalzi che venerdì 11 settembre toccherà molte città d’Italia per chiedere dignità e rispetto per le donne e gli uomini che fuggono da povertà, guerre e dittature.
Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.
Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.
Per chiedere con forza i necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:
certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
accoglienza degna e rispettosa per tutti
chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino
Queste le iniziative in programma in Toscana venerdì 11 settembre:
a Firenze appuntamento alle 18 in piazza Santa Maria Novella, corteo fino a piazza Duomo con flash mob sul dramma dei migranti
a Pisa appuntamento alle 18 in Piazza Garibaldi
a Livorno alle 18 corteo da piazza Repubblica
a Prato presidio/flash mob con speaker’s corner dalle 18 alle 20 in piazza del Comune
a Carrara appuntamento alle 16,45 in piazza Matteotti, segue corteo in città fino a piazza d’Armi dove ci sarà un dibattito con Gad Lerner (una delegazione sarà presente a Venezia)
a Lucca, nell’auditorium di piazza San Romano, dibattito organizzato da Comune e Cgil alle 16. Alle 18,30 corteo in città con partenza da piazzale Verdi
ad Arezzo, il corteo partir à dalle 18 da piazza San Jacopo e proseguirà fino alla Casa delle Culture in piazza Fanfani
a Grosseto ore 16,30 ritrovo alla Fondazione Il Sole in viale Uranio, 40

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Cgil, intollerabile lo scippo agli esodati

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 9, 2015

manif_anzianoCgil, intollerabile lo scippo agli esodati

09/09/2015 » da www.cgil.it Pensioni: Cgil in audizione, subito flessibilità, impossibile a costo zero

“È intollerabile che, a fronte di un dramma ancora non risolto del tutto quale è quello degli esodati, il ministero dell’Economia comunichi di aver incamerato le risorse del Fondo relativo”. Così la segretariconfederale della Cgil Vera Lamonica a margine dell’audizione alla Commissione Lavoro della Camera dei deputati sui progetti di legge in merito alla flessibilità dell’età pensionabile.

“Le sei salvaguardie effettuate e per le quali sono stati stanziati quasi 12 miliardi – prosegue Lamonica – non sono sufficienti a coprire tutta la platea degli interessati. Secondo gli stessi dati INPS restano fuori almeno altri 49.500 lavoratori e lavoratrici”. “Su quei 12 miliardi è stato effettuato un risparmio di almeno 3: è scandaloso – sostiene Lamonica – che oggi si dica che sono stati utilizzati per altri fini, nonostante la legge istitutiva del Fondo esodati preveda espressamente che i risparmi siano destinati al Fondo stesso per il completamento delle salvaguardie, e nonostante le dichiarazioni ben diverse fatte finora”.

“Vale lo stesso per l’opzione donna, in vigore dal 2004 e finanziata a tutto il  2015, che non si applica perché l’Inps ha dato un’interpretazione sbagliata della norma”, aggiunge la dirigente sindacale. “Norma che penalizza ferocemente le donne che vi fanno ricorso ma che, dopo la legge Fornero, è stata per molte l’unica via d’uscita”.
“Il governo aveva già incamerato i risparmi assurdamente effettuati sui lavori usuranti e continua sulla stessa strada”. “Il Parlamento faccia chiarezza – conclude Lamonica – e impedisca questo vero e proprio scippo agli esodati”.

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Camusso, Cgil per un’Italia meno ingiusta, meno sbagliata, meno punitiva

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 8, 2015

CamussoPACamusso, Cgil per un’Italia meno ingiusta, meno sbagliata, meno punitiva

08/09/2015 Intervista del segretario generale della Cgil su ‘Specchio economico’ – da www.cgil.it  Continua a leggere questo articolo »

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Pensioni: Cgil, flessibilità necessaria per equità e occupazione giovani

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 7, 2015

Pensionato_manifestazione_2Pensioni: Cgil, flessibilità necessaria per equità e occupazione giovani

07/09/2015 da www.cgil.it

Lamonica: “Indispensabile intervento in legge di stabilità, se si vuole le coperture si trovano”

“È indispensabile che la legge di stabilità affronti il tema delle pensioni, introducendo quella flessibilità necessaria da un lato a dare risposte più eque a chi è in procinto di uscire dal mondo del lavoro e dall’altro in grado di consentire l’accesso allo stesso per i giovani. Le risorse, quando vi è l’intenzione, si cercano e si trovano”. Così Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, interviene nel dibattito sulla previdenza.

“La flessibilità in uscita – spiega Lamonica – è necessaria per dare risposte ai lavoratori e alle lavoratrici che non possono rimanere al lavoro perché svolgono mansioni improponibili alle età previste, perché precoci o perché non hanno più un’occupazione”. “Ma è necessaria anche perché – prosegue – come oramai riconosciuto da tutti, ministro Poletti compreso, se non si consentono uscite graduali e flessibili si continua a bloccare l’accesso dei giovani al lavoro”. Per la dirigente sindacale “la priorità del Paese deve essere l’occupazione e sarebbe inaccettabile non affrontare oggi anche questo tema”.

La segretaria confederale sottolinea come la Legge Fornero abbia prodotto “risparmi colossali”, “tali da consentire interventi di attenuazione della rigidità e dell’iniquità che la caratterizzano”. Per quanto riguarda la relativa copertura finanziaria “le scelte di politica economica annunciate dal governo dimostrano che, quando lo si vuole, le risorse si cercano e si trovano”. “Per la Cgil – conclude Lamonica – lavoro ai giovani e pensioni debbono essere le priorità”.

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