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Siena Biotech: nota FILCTEM CGIL e RSU

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 26, 2015

siena biotech occupataSiena, 26 marzo 2015 – Dalla messa in liquidazione al concordato preventivo. Anzi, no, ripensamento: meglio presentare al Tribunale di Siena la domanda di procedura fallimentare. La vicenda di Siena Biotech continua a riservare continue sorprese in un percorso che sempre più evidenzia la pretestuosità delle argomentazioni, lo stato confusionale e la superficialità con le quali la Fondazione Monte Paschi di Siena decise nel dicembre scorso il proprio disimpegno nei confronti dell’ormai nota azienda di ricerca scientifica.

Di chiaro c’è solo una cosa: Siena Biotech è stato l’agnello sacrificale da immolare sull’altare del cambiamento, è stata scelta come tramite per diffondere un messaggio alla città, alla Banca, ai mercati finanziari, quello di un diverso ruolo dell’ente che a suo tempo controllava il terzo gruppo bancario italiano. Un ruolo sempre più lontano dal territorio senese, inserito a piè pari nel solco entro il quale la stessa Banca MPS si sta incamminando.

E in questo drammatico scenario, al di là delle belle dichiarazioni, a livello istituzionale nessun impegno si sta concretizzando: è palpabile l’impotenza in cui sono sprofondate le Istituzioni locali, a cominciare dal Comune, totalmente ininfluente rispetto alle scelte economiche e occupazionali che interessano il territorio; e Siena Biotech ne è un esempio lampante. Continua a leggere questo articolo »

Argomenti: aziende, FILCTEM |

Camusso, è l’ora di un nuovo Statuto dei Lavoratori.

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 26, 2015

Camusso_17Camusso, è l’ora di un nuovo Statuto dei Lavoratori. Intervista a ‘Famiglia cristiana’, 26 marzo

26/03/2015 da www.cgil.it

Per Susanna Camusso, segretario generale della Cgil (5,6 milioni di iscritti) il contratto a tutele crescenti varato dal Governo è «pura propaganda». E le norme introdotte dal cosiddetto Jobs act sono «ingiuste, sbagliate e punitive». Al punto che, promette, «lanceremo presto una mobilitazione per un nuovo Statuto dei lavoratori».

Norme ingiuste, sbagliate e punitive. Ci spieghi questi tre aggettivi. «Ingiuste perché rendono più debole il lavoratore. Sbagliate perché togliendo i diritti non si crea un solo posto di lavoro. Punitive perché abolendo l’articolo 18, cioè rendendo i nuovi assunti licenziabili, li si rende ricattabili».

Ma introdurre sgravi per le nuove assunzioni è una buona idea. O no? «Intanto gli sgravi sono stati inseriti nella Legge di stabilità 2015, ma non sappiamo se saranno rinnovati .E poi facciamo due conti: su ogni nuovo assunto le aziende risparmieranno 24 mila euro in tre anni, 8 mila all’anno. L’indennità che un’azienda dovrebbe pagare per licenziare sarebbe al massimo di 6 mensilità. Risultato: ci sarà perfino qualche datore di lavoro che, assumendo e licenziando, potrà addirittura guadagnarci. Il Governo voleva eliminare la precarietà, ha solo abolito il lavoro a tempo indeterminato dividendo ulteriormente i lavoratori».

1.000 Sono i neoassunti in Italia con le nuove regole annunciati dalla McDonald’s, oltre agli altri mille dipendenti per i quali il contratto verrà riconvertito da determinato a indeterminato a tutele crescenti. Comunque grazie agli sgravi sarà più facile assumere. E l’occupazione potrebbe aumentare. «È tutto da vedere. Di certo non aumenterà l’occupazione stabile e di qualità. Per riuscirci Renzi avrebbe dovuto davvero abolire tutte le forme di contratti precari: voucher, a chiamata, co.co.co. Invece si sono riformate solo le collaborazioni a progetto, e dal 2016. Il premier ha raccontato ai giovani che da oggi esiste un solo contratto, stabile e a tutele crescenti. Pura propaganda, perché è rimasto tutto il vecchio impianto di contratti “flessibili” ed eliminando l’articolo 18 si è reso precario ciò che era stabile. Altro che tutele crescenti: i giovani sono stati puniti. I loro contratti valgono meno di quelli dei fratelli maggiori».

Si è detto: con il contratto a tutele crescenti, i giovani avranno più facile accesso ai mutui per una casa… «Contro l’accanimento delle banche sui lavoratori precari bastava fare accordi con il sistema bancario, come in certi casi è avvenuto, o creare sistemi di garanzia pubblici come ha fatto qualche Regione. Per ottenere un mutuo non era indispensabile abolire l’articolo 18, semmai il contrario».

Paradossale che dopo tanti tentativi da destra di abolire l’articolo 18 ci sia riuscito un Governo “di sinistra”. Come se lo spiega? «Perché questa è una sinistra “pentita”: Ha fatto sua l’idea tutta liberista che la costruzione di diseguaglianza permetta la libera crescita infinita. La crisi che attraversiamo dimostra il contrario: i pochi che hanno già molto si arricchiscono ancora, tutti gli altri, cioè la stragrande maggioranza, si impoveriscono sempre di Ricordiamoci il “grido” di papa Francesco per la dignità del lavoro e dei lavoratori. Lo schema di questo Governo è che lo Stato delega tutto al sistema delle imprese, sia le azioni sane che quelle punitive. Ma noi pensiamo che serva altro».

Cosa? «Un nuovo Statuto dei lavoratori che ponga al centro della legislazione il tema della qualità del lavoro e un livello di tutele universale e generalizzato. Come per il vecchio Statuto sarà una discussione nazionale a promuoverlo. Dobbiamo uscire da questa logica mediatica che a Renzi piace tanto e tornare al confronto tra le parti e con la politica. Fare vera politica del lavoro».

A questo punto, avete la forza per farlo? «Lo diranno i territori, le piazze, la mobilitazione e la contrattazione che saremo in grado di avviare».

Una curiosità: lei e Renzi vi parlate a tu per tu o tra voi c’è un telefono che non squilla? «La seconda che ha detto».

Argomenti: CGIL |

Jobs Act – Nuovi ammortizzatori sociali, ecco chi ci perde

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 25, 2015

Jobs Act – Nuovi ammortizzatori sociali, ecco chi ci perde

(foto Marco Merlini / Cgil) (immagini di (foto Marco Merlini / Cgil))

Con la Naspi, lavoratori penalizzati. In caso di licenziamento, sarebbero tutelati per un periodo più breve, con prestazioni minori e contribuzioni figurative più contenute

di Michele Raitano*, Eticaeconomia.it

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Argomenti: CGIL |

Crisi: Cgil, da inizio anno 320 mila in cig, -1.300 in busta paga

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 25, 2015

lavoratoreCrisi: Cgil, da inizio anno 320 mila in cig, -1.300 in busta paga

24/03/2015 A febbraio cassa aumenta su mese precedente (+18,10%), boom per la straordinaria da www.cgil.it

» Rapporto CIG febbraio 2015 Causali aziende CIGS febbraio 2015

Sono oltre 320 mila lavoratori in cassa integrazione a zero ore da gennaio a oggi, per un taglio del reddito pari a circa 417 milioni di euro, ovvero circa 1.300 euro netti in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore. Una platea in cassa frutto di un totale di ore di cig registrate in questi primi due mesi dell’anno pari a circa 110 milioni, per oltre il 60% di cassa straordinaria a dimostrazione della “natura strutturale della crisi”, con un boom a febbraio su gennaio del +18%, specie per quanto riguarda la straordinaria (+38%). Questi alcuni dati del rapporto di febbraio dell’Osservatorio Cig della Cgil, frutto di elaborazioni delle rilevazioni sulla cassa condotte dall’Inps.

Lo studio, commenta il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, “dimostra che l’enfasi data alla riduzione del ricorso alla cassa, rapportando il dato mese all’anno precedente, non è indice di crescita sia per le causali che per effetto del crollo della deroga. Anziché piegare i dati a proprio piacimento, chi ha responsabilità di governo dovrebbe riflettere sulle indicazioni di tendenza che emergono”. Tra queste Sorrentino individua la flessione della cassa in deroga e l’analisi delle causali dei decreti per la cassa straordinaria. Primo fra tutti, infatti, precisa la dirigente sindacale, “il venir meno della deroga che determina il fatto che in assenza di ammortizzatori universali in questi mesi ci sono aziende, come quelle del terziario e dei servizi e le piccole imprese, che non hanno alcun strumento di tutela”. Il secondo, aggiunge, “è sulle causali: aumentano i contratti di solidarietà (Cds) che però quest’anno non sono stati rifinanziati, quelli di tipo B, con un danno notevole per le imprese che in assenza di deroga e Cds non hanno altro strumento che i licenziamenti. In più c’è il dato lampante che solo il 5,49 per cento d’impresa prevedono interventi di reinvestimento, segno che il sistema industriale non è sulla strada della ripresa e dell’innovazione”.

Dati cig febbraio – Dall’analisi di corso d’Italia si rileva come il totale di ore di cassa integrazione a febbraio, richieste e autorizzate, sia stato pari a 58.853.713, in aumento sul mese precedente del +18,10%. Nei primi due mesi dell’anno si sono registrate 108.686.327 di ore, per un -41,29% sullo stesso periodo dello scorso anno. Nel dettaglio emerge che la cassa integrazione ordinaria (cigo) aumenta a febbraio su gennaio del +16,48%, per un totale pari a 16.591.964 di ore. Da inizio anno la cigo invece ha raggiunto quota 30.836.005 di ore per un -35,08% sul periodo gennaio-febbraio del 2014. Continua a leggere questo articolo »

Argomenti: CGIL |

Mercatone Uno: forte preoccupazione per i 5 associati in partecipazione

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 24, 2015

logo-nidil-jpgLavoratori Mercatone Uno: forte preoccupazione per i 5 associati in partecipazione

NIDIL CGIL: “Per loro nessun ammortizzatore sociale”.

Colle di Val d’Elsa, 24 marzo 2015 – “C’è grande preoccupazione per gli associati in partecipazione di Mercatone Uno” – annuncia il NIDIL CGIL di Siena.

“La vertenza nazionale – spiega la sigla sindacale che si occupa dei lavoratori precari – è in una fase estremamente critica; qualora non ci fosse una concreta proposta di acquisto dell’azienda si temono le peggiori conseguenze: la perdita di 4000 posti di lavoro. La situazione è ancora più drammatica per i 400 associati in partecipazione che operano all’interno dei negozi di Mercatone Uno; questi lavoratori non hanno diritto a nessun ammortizzatore sociale ed in caso di fallimento i compensi non ricevuti sarebbero trattati alla stessa stregua dei crediti vantati da banche e fornitori”.

Alla Mercatone Uno di Colle di Val d’Elsa gli associati in partecipazione sono 5, su 51 lavoratori.

 

Argomenti: aziende, NIdiL, precari |

31 marzo: ultimo giorno per l’indennità di disoccupazione agricola

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 24, 2015

disoccupati agricoli A4 2015

Argomenti: CGIL, disoccupazione agricola, INCA, patronato, servizi |

Manifestazione nazionale FIOM 28 marzo

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 23, 2015

15_03_28-UNIONS-300

orari pullman con partenza da Siena:

POGGIBONSI loc. Salceto ore 9.00

SIENA Fontebecci 9.30

RAPOLANO loc. Sentino 10.00

BETTOLLE casello autostradale 10.15

 
Per prenotare il posto in pullman:

tel. 0577-254816 cell. 3483307738

Argomenti: FIOM, manifestazioni |

OPA: il Giudice reintegra i dipendenti ma l’onlus ‘li riappalta’ all’Opera Laboratori Fiorentini spa

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 20, 2015

fp jpgOpera Metropolitana di Siena: il Giudice del lavoro dà ragione agli otto dipendenti. Il personale non verrà trasferito all’Opera Laboratori Fiorentini.

Ma la FP CGIL denuncia: “Nel giorno della sentenza l’Opera del Duomo ha deciso di riappaltare gli stessi servizi e lo stesso personale alla SPA fiorentina”.

Siena, 20 marzo 2015 – “Otto lavoratori dell’Opera Metropolitana di Siena – rende noto la FP CGIL di Siena – hanno finalmente vinto la loro battaglia: il riconoscimento di essere ancora dipendenti di questo ente”.

“Il 29 aprile 2011 – spiega il sindacato – la dirigenza dell’Opera Metropolitana-Fabbriceria del Duomo di Siena (ONLUS) decide di cedere parte delle sue funzioni all’Opera Laboratori Fiorentini (SPA) ‘liberandosi’ di 12 dipendenti pubblici. La Società per Azioni fiorentina accetta il ‘regalo’ e al costo di 41 mila euro riesce ad acquisire gli uffici e il personale che fino a quel momento avevano permesso all’Ente senese di introiettare ogni anno fino a 5 milioni di euro”.

Ma otto lavoratori si oppongono e impugnano il loro trasferimento.

Oggi il Giudice del lavoro, con sentenza dell’11 marzo 2015, ha dato ragione ai ricorrenti, riconoscendo la sostanziale persistenza del rapporto di lavoro con la Fabbriceria del Duomo e condannando appunto la onlus senese al pagamento delle spese processuali e al reintegro di tutti i dipendenti.

“Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per questo importante risultato – sottolinea la FP CGIL – che ha finalmente riconosciuto il coraggio e l’impegno di otto persone, otto lavoratrici e lavoratori del servizio pubblico che hanno deciso di difendere non solo il proprio lavoro ma anche un bene pubblico, mantenendolo sul territorio”.

“Purtroppo siamo però costretti a denunciare – aggiunge l’organizzazione sindacale – anche l’ostinazione della dirigenza dell’Opera del Duomo, che nonostante questo risultato processuale ha deciso di riappaltare quelle stesse funzioni e quello stesso personale, proprio il giorno della sentenza, ad una ‘nuova’ società: l’Opera Laboratori Fiorentini. Sì, avete proprio capito: la stessa società della prima cessione!”.

E’ l’ennesima ‘storia’ italiana.

“Chiamiamo a responsabilità tutti i rappresentanti delle Istituzioni nel nostro territorio – conclude la FP CGIL – affinché chiunque rappresenti un presidio di un ‘bene comune’ si faccia carico di ciò che sta accadendo”.

Argomenti: appalti, FP |

Tfr in busta paga: Cgil, una perdita per tutti

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 20, 2015

fiscoTfr in busta paga: Cgil, una perdita per tutti da www.cgil.it

17/03/2015 Più tasse, meno rendimenti, meno previdenza complementare
» Ascolta: A chi conviene il Tfr in busta paga? di RadioArticolo1

“Non è né un aumento salariale, nè una diminuzione della tasse”. Così la Cgil si è espressa sull’anticipazione del Tfr in busta paga, possibilità introdotta dalla legge di stabilità 2015. Un’operazione presentata dal governo Renzi come un impulso all’economia, ma che per la Cgil “non è altro che un tentativo di rilanciare i consumi dei lavoratori utilizzando risorse che già appartengono a loro”. Per la Cgil “ancora una volta si preferisce mettere mano ai redditi dei lavoratori dipendenti, per non colpire gli evasori, i grandi patrimoni e per non attaccare gli interessi finanziari”.

L’Area delle politiche economiche e dello sviluppo della Cgil ha elaborato un’analisi sull’incidenza del provvedimento sulla situazione economica delle famiglie di lavoratori dipendenti, sostenuta da alcune simulazioni. (Leggi l’analisi completa)

Cosa prevede. Dal primo marzo circa 12 milioni di lavoratori del settore privato (con esclusione dei lavoratori domestici e agricoli) potranno scegliere se lasciare il trattamento di fine rapporto (Tfr) in azienda, trasferirlo ad un fondo di previdenza complementare (fondi pensione) o riceverlo mensilmente in busta paga. Una scelta quest’ultima che non potrà essere reversibile fino a giugno 2018.

Perchè non conviene: più tasse, meno rendimenti, meno previdenza complementare. Il Tfr in busta paga si cumulerà alle normali retribuzioni mensili e verrà assoggettato ad una tassazione ordinaria, comportando: l’aumento delle tasse, la perdita dei rendimenti e la riduzione del “secondo pilastro”. Oltre ai costi fiscali (applicazione dell’aliquota marginale, delle addizionali locali e diminuzione delle detrazioni) è bene valutare anche i costi non fiscali: la diminuzione delle prestazioni legate al reddito, quindi eventuali riduzioni di assegni al nucleo familiare, assegni sociali o erogazioni assistenziali. L’aumento del reddito complessivo influirà anche sul calcolo Isee (Indicatore situazione economica equivalente) mettendo a rischio tutte le prestazioni legate al reddito familiare, come le rette scolastiche ed universitarie o il nuovo bonus bebè. Ulteriore svantaggio del Tfr in busta paga è la mancata rivalutazione pari all’1,5%, più il 75% dell’inflazione.

Chi ci guadagna. L’erogazione mensile del trattamento di fine rapporto, secondo la Cgil, converrà esclusivamente alle casse dello Stato: “il vero scopo dell’operazione sono le maggiori entrate per l’erario calcolate intorno ai 2.400 milioni”. “La finalità – prosegue il sindacato di corso d’Italia – è confermata dal fatto che tale opzione è preclusa ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni”.

In allegato l’analisi: ‘Destinazione delle quote di Tfr in busta paga. Un’opportunità per pochissimi, una perdita rilevante per tutti


Allegati:
 Nota_TFR_busta_paga_def.pdf

Argomenti: CGIL |

Campagna nazionale “OCCUPIAMOCI DI CASA”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 20, 2015

Occupiamoci_di_casa_bannerCampagna nazionale “OCCUPIAMOCI DI CASA” da www.cgil.it

06/03/2015 CGIL, SPI CGIL, FILLEA e SUNIA lanciano la campagna “OCCUPIAMOCI DI CASA” con proposte per affrontare il disagio abitativo e indicano possibili linee di intervento da rivendicare a livello nazionale e locale. » Piattaforma Continua a leggere questo articolo »

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