cgil siena

Claudio Guggiari interviene sulla crisi occupazionale

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 22, 2012

La Toscana sta affrontando una gravissima crisi occupazionale e purtroppo la provincia di Siena presenta una delle situazioni più critiche, con un aumento del 48% delle ore di cassa integrazione nei primi 7 mesi del 2012 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

“La situazione – spiega Claudio Guggiari, Segretario Generale della CGIL di Siena – è destinata a peggiorare, anche in considerazione delle vertenze aperte per crisi aziendali che necessitano urgentemente di trovare sbocchi positivi, una per tutte Floramiata, e delle forti criticità che presentano i settori del camper e dell’edilizia (per non parlare delle incertezze che riguardano il Santa Maria della Scala ed altre realtà lavorative). Le nostre caratteristiche territoriali di impresa, di dimensione piccola, e l’assenza quasi totale di innovazione e qualità, non aiutano. Molto ci sarebbe da aspettarsi dal sistema imprenditoriale e creditizio e perciò non vanno demonizzati i tentativi istituzionali rivolti a favorire la continuazione delle esperienze imprenditoriali già presenti e significative”.

Nello specifico, per quanto riguarda il settore dell’artigianato senese, nel mese di giugno l’ente bilaterale C.I.A. (Cassa Integrazione Assistenza) ha accolto richieste di Fondo Sostegno al Reddito per ben 10.855 ore, confermando un ricorso alle prestazioni quasi tre volte maggiore rispetto a quanto registrato mediamente nello stesso periodo dell’anno scorso. Questo preoccupante dato lo si può meglio evidenziare mettendo a confronto i dati del primo semestre 2011 con quelli dei primi sei mesi dell’anno in corso: 28.448 ore contro le attuali 77.850. I settori produttivi che hanno maggiormente usufruito delle prestazioni C.I.A. sono stati: legno, lavorazione marmi e lapidei, metalmeccanica, impiantistica, pelletteria.

“Anche la vicenda del Monte dei Paschi – continua il Segretario – riveste un’importanza fondamentale, soprattutto alla luce delle ricadute che il riassetto del Gruppo in discussione avrà sul territorio. Oggi è necessario che gli attori contrattuali si concentrino più che altro sulla trattativa in corso e quindi che l’Azienda garantisca la possibilità di esplorare fino in fondo nel merito come il piano industriale deve variare per garantire l’occupazione e le condizioni degli addetti anche in riferimento alla riconquista di una necessaria redditività e l’ancoraggio fondamentale all’attività di retail”. “In considerazione della situazione istituzionale anche la Fondazione MPS – sottolinea Guggiari – è chiamata a sviluppare un ampio coinvolgimento anche delle parti sociali, soprattutto se il nuovo statuto dovesse essere approvato nei tempi indicati dal suo Presidente”.

“Per quanto riguarda la trasformazione delle Province – conclude il Segretario – vogliamo sottolineare come la storia della CGIL possa insegnare qualcosa, e soprattutto a guardare con obbiettività e pragmatismo la questione. Le nostre strutture territoriali, le Camere del Lavoro, figlie delle società di mutuo soccorso, sono nate negli ultimi decenni dell’Ottocento, quindi molto prima delle Provincie, per rappresentare proprio quelle istanze dei lavoratori e dei cittadini di un territorio che a parer mio non sono certo venute meno. Attualmente la Provincia si occupa di tutte quelle questioni relative agli assetti di programmazione e di sviluppo e la sua trasformazione rappresenterebbe il totale disarmo del territorio dal punto di vista della crescita e dello stato sociale, uno stravolgimento dell’assetto territoriale che produrrebbe una diminuzione dei servizi, dell’occupazione e meno democrazia. Pensiamo che il tema debba essere approfondito e sviscerato con lucidità per evitare che si creino più difficoltà e disservizi di ciò che si dice di voler superare, a partire dalla presa d’atto di una evoluzione socio economica che ha già ridisegnato nella sostanza confini politici territoriali di vario livello”.

Siena, 22 agosto 2012

Argomenti: CGIL |

Ancora in sciopero i lavoratori di Floramiata

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 21, 2012

Prosegue la battaglia dei lavoratori di Floramiata.

Ieri, con un confronto ed un dibattito molto partecipato, l’assemblea delle maestranze, dopo l’esito negativo dell’incontro di venerdì scorso tra Azienda ed Organizzazioni Sindacali ed un’altra corresponsione mancata di salario (ieri doveva essere pagato il mese di luglio), ha condiviso all’unanimità la prosecuzione dello sciopero con un’intensificazione di 3 ore e mezza giornaliere dalle 9.30 alle 13.

“Una decisione pesante – spiegano i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – ma non c’è rassegnazione fra i lavoratori, c’è tutta la rabbia per una gestione aziendale ormai incomprensibile e la volontà comunque di salvare un’azienda con le sue produzioni, che sono la speranza per il futuro”.

L’attenzione dei lavoratori è rivolta anche alle Istituzioni, a partire da quelle del territorio affinchè ci sia la massima attenzione e l’impegno per ricercare soluzioni a questa difficile vertenza.

Nelle prossime settimane ci saranno due importanti appuntamenti proprio con le Istituzioni: giovedì 23 in Provincia e mercoledì 29 in Regione.

“Ci auguriamo – sottolineano le Organizzazioni Sindacali – che da questi incontri possano emergere percorsi che aiutino ad intravedere un futuro”.

Le azioni future saranno decise nell’assemblea dei lavoratori di venerdi prossimo.

Siena, 21 agosto 2012

Argomenti: amiata, aziende, FLAI |

Camusso: “Lo Stato intervenga in economia anche acquistando quote”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 20, 2012

Lo Stato intervenga in economia anche acquistando quote

In una intervista al quotidiano l’Unità, il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, parla della crisi e delle possibili vie d’uscita a partire dal caso Ilva e dalla fine dell’epoca Marchionne. La Cassa depositi e prestiti potrebbe comprare quote di società, per poi ricollocarle sul mercato a crisi passata. Oppure finanziando direttamente progetti industriali che ci consentano di mantenere in Italia settori fondamentali

19/08/2012 da www.cgil.it

Segretario Camusso, passato il Ferragosto la tenuta dell’euro torna a traballare. È preoccupata?

 

«Paradossalmente si inseguono falchi di vario genere che sembrano non avere in mente cosa vorrebbe davvero significare la fine della moneta che regge comunque una delle più importanti economie del mondo. In alcune uscite vedo uno spirito vendicativo da parte di esponenti di nazioni che hanno prosperato anche sui debiti dei Paesi del Mediterraneo. Dal quadro comunque esce tutta la debolezza della costruzione europea: il tema vero è quello di una moneta senza Stato e governo, con una banca centrale che non ha i poteri delle banche nazionali. Questa è la vera sfida che va affrontata, il resto sono solo tentativi di via di fuga».

Voi sindacati sembra però non riusciate a farvi sentire…

«Sebbene la crisi rischi di farci tornare a linee difensive a livello di singoli Stati, abbiamo una posizione unitaria di contrarietà al Fiscal Compact a cui hanno contribuito in maniera fondamentale i sindacati di Francia e Germania. Anche senza grande effetto mediatico, la Confederazione europea sta preparando l’appuntamento del 25 settembre a Madrid dove ci ritroveremo tutti per contestare la politica rigorista e per esprimere solidarietà alla Spagna».

Monti intanto ha rilanciato il tema della Spending review dicendo di aspettarsi molto dal piano di tagli di Bondi: si parla di altri 10 miliardi…

«Contrastare gli sprechi e selezionare la spesa sarebbe un’idea giusta. Peccato che già per il primo decreto si trattava solo tagli lineari e tagli all’occupazione. Faccio notare che il taglio delle società che lavorano per Comuni ed enti locali è semplicemente un taglio di posti di lavoro che produrrà disoccupazione e recessione. Per noi spreco è quando si inventano società pubbliche solo per creare posti nei consigli di amministrazione. Un segnale che andrebbe dato per esempio è quello di pagare i manager pubblici con titoli di Stato».

La ministra Fornero invece parla di «dignità del lavoro» e «autunno caldo». Un colpo di sole o sta cambiandoqualcosa?

«Io mi auguro che invece siano parole figlie di una riflessione sul fatto che il più grande problema del Paese è il lavoro che non c’è e come questo si coniughi con i diritti delle persone. Ma ci vuole coerenza tra dichiarazioni e fatti e finora non c’è stata. Per settembre la preoccupazione è altissima, vediamo incombere gravissimi problemi anche tra le piccole imprese e le conseguenze che anche i provvedimenti sbagliati presi nella riforma del lavoro sulla riduzione degli ammortizzatori sociali peggioreranno la situazione. Le scelte del governo sono state solo politiche di rigore e non di sviluppo. Ci continuano a raccontare che il decreto Sviluppo e le riforme strutturali daranno risultati negli anni prossimi e invece qua stiamo affondando di mese inmese. Servono provvedimenti qui e ora per difendere quel poco di lavoro che è rimasto e ricominciare a redistribuire reddito, che è l’unica strada per lo sviluppo».

Dunque voi chiedete un cambio di rotta deciso e provvedimenti immediati?

«Ci si deve dire con onestà che Paese vogliamo essere. Siamo sempre la seconda economia industriale in Europa: vogliamo rimanerlo? Se sì serve salvaguardare il nostro patrimonio industriale. E, visto che per la crisi investimenti esteri non ce ne sono e molti imprenditori italiani stanno scappando dal Paese, io credo che sia meglio decidere che sia direttamente lo Stato ad investire».

Uno Stato interventista che nazionalizza aziende private? Ma con quali fondi?

«Ad esempio attraverso la Cassa depositi e prestiti per comprare quote di società, per poi ricollocarle sul mercato a crisi passata. Oppure finanziando direttamente progetti industriali che ci consentano di mantenere in Italia settori fondamentali».

Sta pensando anche alla Fiat?

«Noto che la stagione di innamoramento collettivo per il suo amministratore delegato sembra al tramonto. Per decenni la politica ha difeso la Fiat come unico produttore possibile di auto in Italia. L’Ad ha salvato la Chrysler grazie ai fondi di Obama, ma non ha certamente salvato la Fiat. È ora di rompere quest’idea e di creare le condizioni per cui ci siano altri produttori in Italia».

Ecco, lei crede che tutte queste riforme si possano approvare entro fine legislatura? Il governo è abbastanza forte o sarebbe meglio andare a votare per creare subito le condizioni per una svolta?

«Credo che un governo tecnico in quanto tale abbia sempre dei problemi di durata anche a causa della maggioranza composita che lo sostiene. Basta vedere le difficoltà che incontra su un tema importantissimo come la legge sulla corruzione, dove una parte significativa della maggioranza si mette di traverso. Quindi o si riescono in tempi brevissimi a superare questi ostacoli o c’è il pericolo di non riuscire a fare quelle scelte importanti di cui abbiamo bisogno. In questo caso penso sia meglio non approfondire la recessione del Paese e andare subito al voto»

Il governo intanto ha rispolverato l’espressione politica industriale per l’IIva. La responsabilità della situazione è più della politica o dell’azienda?

«Il governo è intervenuto facendo una cosa giusta e necessaria, impegnandosi per la bonifica. L’azienda invece è ancora troppo reticente sugli investimenti, sia sul piano della quantità che della qualità. Noi abbiamo chiesto di aprire una vera e propria vertenza con la nuova dirigenza per definire in maniera precisa gli interventi necessari e la loro entità. Sapendo che manipoliamo una vicenda molto intricata e delicata, è però reale il rischio di bloccarsi in una contrapposizione tra lavoro e salute che rischia di far passare l’idea nefasta che ogni produzione è negativa e mette a repentaglio l’ambiente».

 

 

Argomenti: CGIL |

Lavoratori NH Excelsior in sciopero

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 14, 2012

Le Organizzazioni Sindacali FILCAMS CGIL e FISASCAT CISL esprimono la loro insoddisfazione per l’esito degli incontri nazionali avvenuti a seguito dell’apertura della procedura di mobilità da parte di NH ITALIA SPA – società che nel territorio senese gestisce la struttura alberghiera NH EXCELSIOR, ex JOLLY HOTEL, e nel territorio nazionale altre 20 strutture – che ha dichiarato in totale 382 esuberi, di cui 7 (su 23 dipendenti) a Siena.

“Gli incontri effettuati a livello nazionale – spiegano i Sindacati senesi – sono risultati deludenti, sia per il metodo che per il merito della procedura aperta, nonostante le proposte fatte dalle Organizzazioni Sindacali per il mantenimento della totale occupazione attraverso l’utilizzo di ammortizzatori sociali quali contratti di solidarietà e CIGS e la disponibilità ad aprire un confronto sull’eventuale riorganizzazione, a fronte di un piano industriale serio per il rilancio della struttura stessa”.

“L’Azienda – continuano FILCAMS CGIL e FISASCAT CISL – ha risposto con una totale chiusura, sia rispetto ad un percorso organizzativo condiviso, sia in merito all’attivazione degli ammortizzatori, in quanto per loro – sottolineano i sindacati – gli esuberi sono strutturali e quindi tagli necessari e da fare!”.

Di fronte all’atteggiamento dell’Azienda e alle fortissime preoccupazioni dei lavoratori coinvolti in questa vertenza, le Organizzazioni Sindacali senesi, unitamente alle RSA e alle maestranze, hanno deciso nell’assemblea di ieri (13 agosto) di proclamare uno sciopero di 8 ore per i giorni 15 e 16 agosto.

Siena, 14 agosto 2012

Argomenti: FILCAMS, scioperi |

Chiusura estiva sedi CGIL Siena

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 10, 2012

Vi ricordiamo che le nostre sedi rimarranno chiuse

da LUNEDI’ 13 AGOSTO a VENERDI’ 17 AGOSTO

riapriranno LUNEDI’ 20/08/2012

Argomenti: camere del lavoro, CGIL |

Ancora sciopero a Floramiata

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 10, 2012

Le Organizzazioni Sindacali Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil esprimono insoddisfazione per l’incontro tenutosi ieri mattina con l’Amministratore delegato di Floramiata.

“Non abbiamo ottenuto risposte accettabili sui punti importanti delle nostre richieste, – spiegano i Sindacati – nessuna certezza sui tempi del pagamento delle retribuzioni e nessun impegno che apporti liquidità immediata. L’Azienda si è resa disponibile a presentarci un piano industriale, ma in merito alle risorse non si è impegnata in nessun senso”.

Di fronte a questo tipo di risposte l’assemblea dei lavoratori ha deciso di proseguire la mobilitazione con due ore di sciopero al giorno, con aggiornamenti nella prossima settimana. Ovviamente tutti gli sviluppi saranno valutati per una modifica del programma e per nuove iniziative da intraprendere”.

“Invitiamo anche le Istituzioni – concludono le Organizzazioni Sindacali – ad impegnarsi appieno per una soluzione positiva di questa difficile vertenza. Il 29 Agosto è stato convocato il tavolo Istituzionale presso la Regione Toscana, i lavoratori e i Sindacati si auspicano che ciascuno, a partire dall’Azienda, si impegni affinchè quella data possa essere l’occasione per individuare soluzioni positive per la risoluzione della vertenza”.

 Piancastagnaio, 10 agosto 2012

Argomenti: amiata, aziende, FLAI |

Camusso, una patrimoniale per gli investimenti e da Marchionne aspettiamo i fatti

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 9, 2012

Camusso, una patrimoniale per gli investimenti e da Marchionne aspettiamo i fatti

In una intervista al quotidiano ‘la Repubblica’ il Segretario Generale della CGIL affronta i temi caldi di questi giorni: l’operato del Governo con la riforma delle pensioni e la spending review, ma anche la presenza della FIAT in Italia e la vicenda dell’Ilva di Taranto. Per la leader della CGIL per uscire dalla crisi bisogna “smetterla con gli annunci” ma lavorare ad “un patto per il lavoro finanziato da una patrimoniale e l’utilizzo dei fondi della Cassa depositi e prestiti non solo per comperare quote necessarie a ridurre il debito, ma anche per spingere agli investimenti industriali”

09/08/2012 da www.cgil.it

«Bene, il governo ci è arrivato, ora però non si limiti alle denunce e faccia quello che ci si aspetta da lui: agisca. Fatti, non lamentele». Per Susanna Camusso, leader della CGIL, è buona cosa che il ministro del Lavoro Elsa Fornero abbia parlato di «autunno non facile», ma ora serve un’ammissione di responsabilità e un rapido «cambio di rotta».

Responsabilità: il ministro dice che la politica ne ha solo in parte e che le ragioni della crisi vanno cercate anche nelle scelte delle banche e delle imprese. È così?
«Sicuramente la mancanza di credito e di investimenti hanno avuto un peso importante. Ma conta anche il fatto che fino ad ora, questo esecutivo, ha proposto solo rigore, ha percepito la crisi esclusivamente in termini di bilanci e di finanza. Non si è accorto che la prima emergenza era il lavoro e con le sue scelte ha accelerato la corsa alla recessione. Siamo contenti che ora abbia realizzato quali siano le priorità, l’importante e che non si limiti alle lamentele. Da un governo ci si aspetta altro: deve agire».

Voi cosa proponete?
«Un patto per il lavoro finanziato da una patrimoniale e l’utilizzo dei fondi della Cassa depositi e prestiti non solo per comperare quote necessarie a ridurre il debito, ma anche per spingere agli investimenti industriali».

Il ministro, parlando della crisi, non ha però citato il sindacato: è un segnale di distensione nei vostri confronti o la dimostrazione che – con la riforma delle pensioni e quella del lavoro già approvate – vi ritiene ormai sotto controllo?
«Non ci ha citato perché non poteva farlo: avrebbe dovuto ammettere che noi queste cose le avevamo già capite quattro anni fa. E’ da allora che sappiamo qual è la realtà, il governo sembra essersene accorto solo adesso. Fino ad ora sulla politica industriale questo esecutivo ha avuto un atteggiamento uguale a quello dei precedenti: assenza totale».

Adesso però c’è una svolta: il governo, per esempio, intende incontrare i vertici della Fiat entro il mese. La CISL si considera rincuorata di questa possibilità, anche voi lo siete?
«Sarò rincuorata solo quando vedrò che l’azienda investe, per adesso non vedo nulla».

E cosa si aspetta che faccia il governo?
«Quello, per esempio, che fece l’esecutivo tedesco quando la Fiat cercava un accordo con la Opel. Intervenga, chieda, controlli, produca opportunità, decida se possiamo permetterci o meno di uscire dal settore auto. Pensi, per esempio, a creare le condizioni affinché in questo Paese possa venire qualcun altro a produrre, creando concorrenza».

Sempre restando in tema grandi industrie, cosa ne pensa della sentenza sull’Ilva? E delle contestazioni contro di voi? Perché è stato necessario l’intervento della magistratura per parlare di salute e lavoro, non ci doveva pensare il sindacato?
«La sentenza è importante ed equilibrata, stabilisce il principio che salute e lavoro non devono mai essere messi in contrapposizione. L’intervento della magistratura è stato sacrosanto, ma non si dica che il sindacato è stato a guardare. Si può sempre fare di più, ma noi a Taranto ci siamo sempre stati e abbiamo lavorato in una città spaccata in due. La situazione era difficile, in questi casi è normale che ci siano anche le contestazioni».

A Taranto è tornata alla ribalta la voce degli operai. Anche il ministro Fornero ha parlato della necessità di rivalutare la dignità della categoria. Che ne pensa di questo proposito?
«Bene, sono contenta che il governo si accorga degli operai e ne riconosca il ruolo. Ma, anche qui, ora, mi aspetto un cambio di rotta perché le riforme finora fatte da questo esecutivo hanno contribuito a togliere loro dignità. Sembrava che fossero gli operai, il loro «costo», i loro diritti, la causa principale della crisi: parlo della legge sulle pensioni e sul lavoro, del disastro che il governo è stato capace di fare sul caso esodati. Parlo dell’assenza di equità anche nella spending review, che confonde lavoro e burocrazie e che pensa che, per risanare i conti, basti tagliare posti».

 

Argomenti: CGIL |

La FLC risponde al Prorettore dell’Università

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 9, 2012

Il 31 Luglio scorso è stata pubblicata dal Corriere di Siena un’intervista nella quale il Prof. Frati, Prorettore dell’Università degli Studi di Siena, si esprime sulla riorganizzazione delle strutture periferiche dell’Ateneo sostenendo che il percorso di assegnazione del personale alle nuove strutture periferiche “…è avvenuto nella massima trasparenza, avviando un confronto diretto con i sindacati…” e che “…il percorso è stato lineare per tutti indistintamente …nell’ottica di dare a tutti le stesse opportunità…”.

La FLC CGIL, come più volte ribadito, sostiene invece che tutta la procedura è stata portata avanti con modalità ben diverse da quelle esplicitate dal Prof. Frati, mentre sarebbe stato essenziale rispettare il percorso da lui citato.

Lo dimostrano la mancanza di procedure concorsuali o di selezioni debitamente pubblicizzate tra il personale per ricoprire i posti disponibili sia con mansioni di responsabilità che non; lo dimostra l’assenza dei colloqui che l’Amministrazione sostiene di aver effettuato con tutto il personale coinvolto nell’operazione. E’ curioso scoprire come alcune persone siano state ascoltate anche quattro volte, per cui hanno potuto farsi conoscere e parlare delle proprie aspirazioni, mentre altre, che hanno comunque subìto un trasferimento, non siano mai state ascoltate o chiamate a colloquio. Lo dimostra ancora di più il fatto che, in certi casi, sono state “trasferite” persone che avevano competenze specifiche in settori completamente diversi, spesso senza che vi sia stata alcuna comunicazione preventiva.

Inoltre a settembre 2011 sono state cambiate le linee guida sui trasferimenti, proprio in vista della nuova riorganizzazione, ma la Direttrice Amministrativa sostiene che in questo caso non si tratta di “trasferimenti”, bensì di riorganizzazione delle strutture.

Forse era troppo semplice definire a priori e con chiarezza compiti e responsabilità e di seguito rivolgersi al personale affinché si potesse proporre la copertura di quei ruoli attraverso selezioni e parametri predefiniti, lasciando poi scegliere all’Amministrazione quali professionalità utilizzare…

La stessa Direttrice Amministrativa ha ammesso in contrattazione il 1° Agosto che questa sarebbe stata la procedura più corretta, che avrebbe probabilmente dato i migliori risultati,… ma non c’è stato tempo!

Le Organizzazioni Sindacali vengono accusate di intralciare il lavoro dell’Amministrazione, perché ne criticano l’operato, ma quando non si rispettano i criteri di trasparenza e di equità, quando si sostiene che la maggior parte del personale è pienamente soddisfatto del lavoro che sta facendo e delle condizioni in cui lo sta facendo, e solo poche persone si lamentano della loro situazione lavorativa, allora verifichiamo con preoccupazione di essere di fronte ad un’Amministrazione ormai del tutto scollata dalla realtà vissuta dai propri dipendenti, e di essere rimasti solo noi a cogliere questo malcontento generale che ci viene segnalato di continuo da colleghi che manifestano le loro difficoltà, soprattutto nei confronti di chi dirige attualmente questa Università.

All’Amministrazione che ci critica rispondiamo che avremmo voluto e continuiamo a volere solo trasparenza ed il rispetto dei ruoli. Consideriamo questa un’occasione mancata per dare un segno reale di discontinuità.

L’interesse generale di cui ci facciamo interpreti non può sacrificare la tutela dei lavoratori, dei loro diritti e delle loro professionalità.

FLC CGIL Siena

Siena, 8 agosto 2012

Argomenti: FLC, università |

La FIOM CGIL Siena sul comparto produttivo del camper in Val d’Elsa

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 8, 2012

DOVE STA ANDANDO IL CAMPER?

I primi segnali di cedimento si presentarono esattamente quattro anni fa. Abituate nei due lustri precedenti ad una crescita costante del 10% annuo, senza per questo aver messo in atto sforzi particolari o accattivanti azioni di marketing, nel 2008 le aziende produttrici di camper furono costrette a ripensare totalmente il loro futuro.
Una produzione, come è noto, che tutt’oggi vede in Val d’Elsa, fra Siena e Firenze, ben oltre il 90% di camper – autocaravans è il termine tecnico – prodotti a livello nazionale.
Un giro d’affari che negli anni buoni superava i 600 milioni di euro, contribuendo in modo determinante al prodotto interno lordo della provincia di Siena; circa 14.000 i camper che in un anno, usciti dalle linee di produzione e caricati sulle bisarche, sfilavano in code interminabile sulle nostre strade alla volta di ogni dove; un numero di occupati, che nelle maggiori aziende produttrici   (Trigano, Rimor, SEA, Giottiline, Laika) in certi momenti ha sfiorato i 1.400 addetti.
Ma questi altro non sono che numeri di un recente passato. Il presente è ben diverso, e poco spazio lascia all’entusiasmo. Basti pensare che nell’arco di un quadriennio solo nella Val d’Elsa senese si  sono persi oltre 350 posti di lavoro; la produzione è scesa circa del 50%; le immatricolazioni di camper nuovi – in Italia – dalle 15.000 del 2007 sono stimate sotto le 5.000 per l’anno in corso.
Se il modello di società che si sta sempre più affermando riduce tempo libero e risorse ai cittadini, anche il mercato turistico è destinato a contrarsi e mutare profondamente. Nel momento in cui molte persone hanno perso il loro lavoro e altrettante rischiano seriamente di perderlo, la pensione è sempre più una meta da raggiungere in tarda età, gli stipendi sono sempre più bassi, la condizione di precarietà si sta generalizzando, è ovvio poi che sempre meno cittadini prenderanno in esame l’idea di comprare un camper, mezzo che rappresenta la sintesi della correlazione fra tempo e denaro:  soldi per acquistarlo, tempo libero per utilizzarlo. Forse le politiche di austerità, rigore, aumento dell’imposizione fiscale, taglio dello stato sociale, perpetrate da questo Governo, hanno qualche negativa ricaduta anche in questo settore?
Trigano ha dichiarato ulteriori 110 esuberi rispetto all’attuale forza lavoro di 343 dipendenti; Rimor ha formalizzato la chiusura definitiva di uno stabilimento, con l’intenzione di licenziare 67 lavoratori su 241. Quasi 180 posti di lavoro in discussione già da fine estate. Da tempo circolano indiscrezioni – mai smentite – su una possibile fusione o accorpamento, che potrebbe interessare le aziende più importanti del settore collocate nei comuni di Poggibonsi e San Gimignano. Ipotesi che sì, potrebbe permettere la creazione di un polo produttivo più efficiente e competitivo, ma a quale prezzo? Come in tutte le fusioni di aziende, ulteriori tagli occupazionali e quindi ulteriori disoccupati. La proposta portata avanti recentemente dai nostri amministratori locali di chiedere al Ministero dello Sviluppo Economico il riconoscimento per l’area interessata della denominazione di “distretto” produttivo di rilevanza nazionale, pur ammirevole nella logica di intercettare risorse economiche da far confluire nel territorio, non può prescindere dalla salvaguardia occupazionale. Viceversa, la rilevanza nazionale rischia di essere un riconoscimento fine a se stesso, senza ricadute apprezzabili sull’occupazione e  sull’economia del nostro territorio.

Marco Goracci, Segretario Generale FIOM CGIL Siena

Siena, 8 Agosto 2012

Argomenti: camperistica, FIOM, valdelsa |

Floramiata: i lavoratori in sciopero attendono l’incontro di domani

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 8, 2012

I lavoratori di Floramiata, riunitisi anche oggi in assemblea, nel proseguire il percorso di mobilitazione che li vede in sciopero da diversi giorni, intendono esprimere tutta la loro preoccupazione e indignazione.

Dall’incontro di domani con la Proprietà, cruciale per l’evoluzione della vertenza, le maestranze attendono risposte chiare e certe.

Le Organizzazioni Sindacali ed i lavoratori si aspettano che l’Azienda fornisca soluzioni concrete sul pagamento delle retribuzioni e sul rilancio di Floramiata, presentando un piano industriale che individui da subito le risorse finanziarie utili in tal senso.

Domani i lavoratori proseguiranno la mobilitazione in concomitanza con l’incontro, al termine del quale si svolgerà immediatamente un’ulteriore assemblea che deciderà il percorso dei prossimi giorni in relazione all’esito dell’incontro.

Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil di Siena

L’Assemblea dei lavoratori

Piancastagnaio, 8 agosto 2012

Argomenti: amiata, aziende, FLAI |

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