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Pensioni: 26 luglio mobilitazione unitaria per esodati

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 24, 2012

Pensioni: 26 luglio mobilitazione unitaria per esodati

Una giornata di mobilitazione nazionale per chiedere la rimozione di ogni vincolo numerico rispetto ai soggetti cosiddetti esodati che vanno salvaguardati. A Roma è in programma un presidio in Piazza della Rotonda (Pantheon) a partire dalle ore 9.30, nel corso del quale interverranno i Segretari generali delle Confederazioni Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti » Ascolta: sanità e pensioni diritti in estinzione

24/07/2012 da www.cgil.it

Di nuovo in piazza per gli ‘esodati’. CGIL, CISL e UIL hanno proclamato per il 26 luglio una nuova giornata di mobilitazione nazionale per rivendicare una soluzione previdenziale per tutti i lavoratori cosiddetti, esodati. A Roma è in programma un presidio in Piazza della Rotonda (Pantheon) a partire dalle ore 9.30, nel corso del quale interverranno i Segretari generali delle Confederazioni Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.

 

Per CGIL CISL e UIL, infatti, l’ampliamento dei lavoratori derogati dall’applicazione dei nuovi requisiti pensionistici (c.d. Esodati), attuata con il decreto Legge n. 95/2012 “è un primo importante passo ottenuto grazie alla mobilitazione del sindacato ma non sufficiente a risolvere il problema di centinaia di migliaia tra lavoratrici e lavoratori”. Le tre Organizzazioni sindacali ritengono infatti “necessaria la rimozione di ogni vincolo numerico rispetto ai soggetti che vanno salvaguardati”.

In questo senso un confronto di merito con il sindacato – più volte richiesto al Governo – avrebbe consentito di definire da subito i contorni della platea trovando una soluzione adeguata all’intera vicenda.

CGIL, CISL e UIL danno atto a tutti i gruppi parlamentari e alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati di aver in questi mesi lavorato per impedire che migliaia di persone fossero lasciati nell’incertezza più assoluta, senza stipendio e senza pensione. Alla luce però delle soluzioni soltanto parziali contenute nel D.L. n. 95/2012, avvertono CGIL, CISL e UIL “chiediamo ora al Parlamento di migliorare il provvedimento in esame, tenendo conto delle osservazioni che sono state già formulate unitariamente dal sindacato nei mesi scorsi”. Si tratta, spiegano i sindacati “di una battaglia che CGIL, CISL e UIL portano avanti a difesa della certezza del diritto e della credibilità delle istituzioni che non possono violare oggi patti sottoscritti in passato, cambiando le regole in corsa e disconoscendo quindi ogni impegno preso”. 

L’iniziativa unitaria del 26 luglio, concludono CGIL, CISL e UIL “si inserisce nell’ambito di una generale mobilitazione del sindacato a difesa del lavoro, per lo sviluppo e per la crescita del Paese”.


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‘Basta Tagli alla Salute’: 23 luglio mobilitazione nazionale CGIL

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 23, 2012

23 luglio

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Camusso, Monti deve cambiare strada altrimenti il Paese non ce la fa

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 20, 2012

Camusso, Monti deve cambiare strada altrimenti il Paese non ce la fa
In una intervista al quotidiano ‘l’Unità’ il Segretario Generale della CGIL si dice “fortemente preoccupata” per la situazione sociale determinata dalle scelte sbagliate del Governo e avverte “il sindacato farà la sua parte preparando una grande mobilitazione a settembre”
» ‘Basta Tagli alla Salute’. 23 luglio mobilitazione nazionale CGILCGIL, due spot per lanciare allarme tagli sanità
» Pensioni: il 25 luglio CGIL in piazza per gli esodati Ascolta: sanità e pensioni diritti in estinzione
20/07/2012 da www.cgil.it

«Anche se il presidente del Consiglio ha espresso commenti ingenerosi sulle parti sociali e sulla concertazione, anche se non vuol ascoltare le voci dei sindacati, vorrei chiedergli di cambiare strada al più presto perché così il Paese non ce la fa, non si salva e non si risolleva».

Susanna Camusso, segretario generale della CGIL, è «fortemente preoccupata per la situazione sociale, per quello che può succedere a settembre», perché dopo un anno di manovre e sacrifici «siamo ancora qui davanti a un’altra emergenza dello spread che giustifica tagli, licenziamenti, altre ingiustizie».

Segretario Camusso, pensa che Monti possa davvero accogliere il suo invito? «Non credo, per come si è mosso finora. Il sindacato confederale può piacere o meno, ma ha ancora un grande ruolo in Italia, è capace di cogliere e rappresentare le preoccupazioni e gli allarmi che salgono dalle fabbriche, dalla società. Vorrei dire al presidente Monti che oggi l’Italia leale e onesta, i lavoratori e i pensionati che hanno pagato tutte le manovre, che hanno versato l’Imu si chiedono se questi sacrifici sono utili, se garantiscono un futuro sereno, una società più giusta. L’azione di governo di Monti non ha risolto il problema dello spread, ma in compenso ha colpito duramente i lavoratori, i pensionati, senza offrire speranze reali a giovani e donne, ai ceti più deboli. A settembre le condizioni del tessuto produttivo potrebbero essere peggiorate, si potrebbero aprire nuove crisi. In questa congiuntura l’unica preoccupazione di Monti è lo spread e come tagliare l’intervento pubblico ».

Qual è il limite più grave del governo? «Si muove solo sul piano finanziario. Pensa solo a tagliare e mistifica come revisione della spesa quella che in realtà è un’altra manovra di tagli. Un conto è un intervento moralizzatore sulla spesa pubblica e potremmo dare qualche suggerimento se Monti ci ascoltasse, un altro è usare la mannaia sulla pubblica amministrazione, sulla sanità, sul trasporto locale. La spending review determinerà migliaia di licenziamenti. Il governo ne è consapevole o se ne accorgerà a cose fatte, come nel caso della riforma delle pensioni e delle migliaia di esodati?»

Cosa teme oggi? «Ci sono tre urgenze. Primo: non è chiaro se ci sono i finanziamenti per la cassa integrazione in deroga per il 2013, molte Regioni hanno finito i fondi. Secondo: spero di sbagliarmi ma c’è un gioco di emendamenti sulla prosecuzione della mobilità che potrebbe portare a un’ondata di licenziamenti anticipati. Terzo: il decreto della spending review ha un effetto depressivo sull’economia, ci stiamo avvitando su manovre e spread senza dare fiato alla produzione, la manovra colpisce i soliti noti, impoverisce le famiglie. Vorrei vedere un segnale di equità, di giustizia, di redistribuzione, una politica dura contro l’evasione e il sommerso».

Ad esempio? «Cito un caso: ma perché mentre tutti sono chiamati a fare sacrifici non si riesce mai a mettere un tetto, a ridurre le retribuzioni dei grandi manager. Perché l’autorevolezza di Monti si ferma davanti a questo ostacolo?».

Cosa farà il sindacato? «Farà la sua parte se il governo non cambia strada. La CGIL, d’accordo con le altre confederazioni, contrasterà le politiche del governo. Non possiamo accettare una linea d’azione unilaterale, ingiusta. Siamo pronti a negoziare, a fare la nostra parte come è sempre avvenuto quando il Paese era in difficoltà. Ma Monti sta sbagliando e non ce lo possiamo permettere. A settembre prepareremo lo sciopero generale. In questa situazione vorrei dire a Federmeccanica che è grave discriminare la FIOM, non c’è bisogno di altre tensioni. Rispetti i patti».

Intanto si aprono altre emergenze industriali. Come ne usciamo? «Sull’Ilva noi e Confindustria abbiamo detto al governo che il polo siderurgico di Taranto non è solo il più grande d’Europa, ma è il fornitore di larga parte dell’industria manifatturiera nazionale. Se dovesse chiudere la nostra credibilità di Paese andrebbe a zero. Per la Fiat spero che nessuno si sorprenda della cassa integrazione a Pomigliano. La CGIL denuncia da tempo i buchi del piano industriale, la mancanza di investimenti, la strategia di trasferire gli interessi prevalenti del Lingotto all’estero. Le parole di Marchionne sono state esplicite. Mi sorprende il silenzio di Monti e del ministro Fornero, molto rispettosi dell’autonomia delle imprese. Il presidente francese Hollande ha detto a Peugeot che non può licenziare 8mila lavoratori e di chiudere una grande fabbrica. Magari Monti potrebbe usare un po’ della sua moral suasion su Marchionne».

La sinistra si prepara al voto, imperversa il dibattito, dalle primarie alle alleanze. Che idea si è fatta? «Non sono interessata a schieramenti, personalismi. E neanche al dibattito se Monti deve succedere a Monti. Spero che il centro sinistra avvii una seria fase programmatica per proporre un’alternativa di governo. L’unica condizione che davvero conta è mettere le persone e i loro problemi al centro della politica e dell’azione di governo».

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Situazione socio-economica: l’intervento del Segretario Claudio Guggiari

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 20, 2012

Si sta per chiudere questo mese di luglio e le prospettive che abbiamo di fronte non sono per niente rosee.

Una grave ondata speculativa contro il nostro Paese nel mese di agosto sembra quasi un destino inevitabile. Di certo c’è che il capitalismo finanziario sta cercando di rimodellare, con qualche complicità, il sistema socio economico dell’Europa, da sempre più attenta che altrove alle compatibilità sociali. Siamo di fronte all’evidenza di ciò che rappresenta in termini politici la speculazione finanziaria, che trae origine anche dalla debolezza del nostro sistema produttivo.

Possiamo dire che molti stanno arrancando mentre pochi stanno continuando ad accumulare ricchezza, come accade nel nostro territorio.

Non ci sono ricette univoche, ma quell’impegno sull’equità che il Governo Monti aveva in ipotesi progettato deve inderogabilmente manifestarsi.

Tagli alla sanità, tagli ai servizi, inasprimento della tassazione, aumento della disoccupazione, aumento nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, diminuzione della produttività, confusionaria riorganizzazione istituzionale, aumento delle famiglie in stato di povertà, difficoltà nell’erogazione del credito: tutti segni evidenti di una condizione di progressivo deterioramento del Paese.

Bisogna prendere atto che la ricchezza deve essere redistribuita a favore del lavoro e che lotta all’evasione fiscale, tassazione necessaria delle rendite finanziarie, patrimoniale sui redditi più alti e sui grandi patrimoni sono oramai ineludibili. Perché bisogna incentivare la crescita produttiva, l’occupazione giovanile, la capacità di spesa delle famiglie soprattutto dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e privilegiare chi intende reinvestire sulla qualità dei processi produttivi e dei prodotti. Eliminare in modo lineare i servizi – gli uffici postali per esempio – contribuisce solo a penalizzare i virtuosi o chi sarà sempre più isolato in rapporto ad un territorio vasto come il nostro.

La disoccupazione che a Siena ha superato nel 2011 la media di quella regionale, l’alta percentuale di contratti di lavoro precari – circa il 92% di quelli stipulati nel 2011 – e l’utilizzo massiccio dei voucher a partire dall’agricoltura – il più alto in termini assoluti fra le province toscane nei primi 5 mesi del 2012 – ci sottolineano quanto sia necessario crescere come dimensione aziendale, avere solide basi commerciali, trarre dalle capacità del lavoro e dall’innovazione i requisiti di qualità necessari, evitare scorciatoie in termini di disimpegno o riduzione del costo del lavoro. Certo non solo questo. Ma questo è fondamentale.

Credo sia importante per noi che non si perda il filo della speranza, che vuol dire però consapevolezza, impegno, responsabilità.

Saluto favorevolmente che l’Università degli Studi di Siena sia per merito considerata la prima Università in Italia. Di quel risultato tanto è scritto nelle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Ente che con responsabilità continuano a confrontarsi con il vertice aziendale per concorrere al risanamento definitivo senza subire ulteriori penalizzazioni.

Così come devono essere finalmente ascoltate le ragioni dei Sindacati del Monte dei Paschi. Il necessario processo di riorganizzazione non solo dovrà alimentarsi di equità, proporzione e rispetto delle norme, ma non può prescindere dal confronto con chi conosce l’Istituto e può contribuire con idee e proposte al futuro della più antica Banca italiana.

Claudio Guggiari, Segretario Generale CGIL Siena

Siena, 20 luglio 2012

Argomenti: CGIL |

I sindacati di Tiemme contro il Presidente

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 18, 2012

Le Segreterie Territoriali di Arezzo, Grosseto, Piombino e Siena Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Trasporti esprimono il loro dissenso su quanto dichiarato recentemente alla stampa da Marco Simiani in merito al suo anno di attività da Presidente della Tiemme Spa.

“Purtroppo – dichiarano le Organizzazioni Sindacali – quanto asserito dal Presidente non corrisponde a verità, affermare che in Tiemme Spa le cose vanno tutte bene non è assolutamente vero. Proviamo a fare un censimento tra tutti i lavoratori ed gli utenti e poi vediamo se le risposte rispecchiano le dichiarazioni di Simiani oppure no. Capiamo bene che il Presidente negli autobus della Tiemme non viaggia, caso mai pubblicizza l’arrivo del nuovo mezzo ecologico acquistato in Cina a cui è stata dedicata anche un’ennesima Società…”.

“Entrando nel merito delle problematiche – continuano Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Trasporti – potremmo farne una lista infinita, ma ci limiteremo solo a qualche esempio: mezzi a cui non funziona l’aria condizionata, autobus che a causa di guasti meccanici si fermano per strada, molteplici disservizi prodotti non sicuramente dai lavoratori. Allora finiamola con questi slogan di facciata! I lavoratori della Tiemme sono i primi che hanno pagato in termini di turni di lavoro, di salario, di accanimento da parte dell’utenza, insomma il parafulmine di una Società che è nata con uno scopo ben preciso, affrontare le gare di appalto e vincerle, ma tale scopo/scusa spesso viene usato nelle trattative sindacali come ricatto. E poi che dire della trattativa di armonizzazione dei contratti di secondo livello delle quattro Società conferenti in Tiemme Spa che non ha trovato intesa?”.

“Vorremmo dire al Presidente – proseguono i Sindacati – che l’occasione mancata di non aver potuto enunciare di aver trovato un’intesa comune per tutti è dovuta purtroppo alla proposta del Direttore Generale che andava solo in una direzione: meno diritti per i lavoratori, più lavoro e meno salario! E non corrisponde certo a verità quando viene affermato che nell’accordo c’erano i soldi per i lavoratori: viviamo in un mondo dove i soldi non sono mai troppi e figuriamoci se ci facevamo scappare questa opportunità!”.

Le Organizzazioni Sindacali rivendicano che non possono essere solo i lavoratori a pagare ed invitano nuovamente la Dirigenza Aziendale a dare un segnale partendo da loro, riducendosi lo stipendio del 30% per 3 anni, “ma sappiamo bene che non verrà fatto” – sottolineano.

In ultima analisi un passaggio sulla futura gara di appalto. “Noi non ci riteniamo responsabili del suo andamento basato su un accordo fatto o non fatto – evidenziano i Sindacati -, caso mai l’attenzione la possiamo indirizzare su scelte di carattere politico fatte negli ultimi anni che hanno prodotto un incremento di alcune figure aziendali a discapito di tutti i lavoratori, basti pensare ad una Società come la Tiemme Spa che vanta ben 5 Consigli di Amministrazione! E noi saremmo i responsabili di un futuro andamento negativo dell’impresa? I lavoratori hanno sempre fatto il proprio dovere, spesso anche più del dovuto pur di tirare avanti un’azienda in cui credono e che dà loro la possibilità di mantenere le loro famiglie, quindi questi slogan di buon senso ce li possiamo pure risparmiare!”.

Siena, 17 luglio 2012

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Spending review: CGIL, ancora tagli alla spesa e ai servizi

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 17, 2012

Spending review: CGIL, ancora tagli alla spesa e ai servizi

“Una vera e propria manovra economica pluriennale, non una revisione della spesa pubblica” accusa la CGIL che torna ad incalzare il governo, analizzando le singole misure previste nel decreto. “Iniziare dalla lotta all’evasione, dalla riforma del fisco e introdurre una patrimoniale strutturale sulle grandi ricchezze“
» ‘Basta Tagli alla Salute’. 23 luglio mobilitazione nazionale CGIL Due spot per lanciare allarme tagli sanità 16/07/2012 da www.cgil.it

Si continua a fare cassa con la sanità, con la formazione, con il lavoro pubblico, riducendo i finanziamenti agli enti locali. Per la CGIL la ‘revisione della spesa pubblica’, contenuta nel decreto legge n.95, è una “mera operazione di tagli alla spesa e ai servizi”. Una vera e propria manovra economica pluriennale, accusa il sindacato di Corso d’Italia, che si va ad aggiungere alle manovre pesantissime degli anni passati e che ancora una volta è destinata a colpire il lavoro, i cittadini ed i servizi.

La CGIL, nel suo dossier, elaborato dai dipartimenti confederali, analizza le conseguenze nefaste che la spending review, così come annunciata dal governo Monti, avrà sulla sanità, sulla formazione, sull’istruzione e la ricerca, sulle pubbliche amministrazioni, sulle regioni ed enti locali, sul lavoro pubblico, “facendo così – avverte la CGIL – si riducono i servizi alle persone e al paese”, mentre “per la lotta agli sprechi ed alle spese superflue o rinviabili, come quelle militari, si fa ben poco”. Si può agire trovando le risorse innanzitutto nella lotta all’evasione, riformando il fisco e introducendo una patrimoniale strutturale sulle grandi ricchezze, ma nulla di ciò viene fatto e si continua, secondo il sindacato guidato da Susanna Camusso, a varare “provvedimenti a carattere recessivo” che rischiano di non produrre neanche un maggiore contenimento dei deficit e del debito pubblico in rapporto al PIL.

Un decreto che, come sostenuto dal Governo, è stato varato per evitare l’aumento delle aliquote IVA e per gestire situazioni di emergenza quali il terremoto e il problema ‘esodati’. Ma ai tanti lavoratori senza più stipendio, né pensione, secondo la CGIL, non è stata ancora data una risposta esauriente, perchè, come riferisce il sindacato, rimarrebbero fuori, infatti, oltre 200mila tra lavoratori e lavoratrici, “questo nuovo provvedimento non può essere spacciato come la soluzione del problema”.

Sanità. Il governo, invece di operare una seria riorganizzazione della sanità e della spesa, taglia ancora il finanziamento. Questa non è spending review, non è una riqualificazione della spesa e non è una eliminazione degli sprechi. Il finanziamento per per il servizio sanitario nazionale verrà ridotto di circa 900 milioni nel 2012, 1.800 milioni nel 2013, 2.000 a decorrere dal 2014 (4.700 milioni nel triennio). Questa riduzione del finanziamento si aggiunge ai tagli per 7.950 milioni previsti dalla manovra Berlusconi (2.500 milioni nel 2013, 4.950 milioni a decorrere dal 2014). Il totale del saldo da finanziare per il triennio 2012-2014 diventa così di 12.650 milioni. Ma i tagli cumulati nel triennio sono ormai quasi 22 miliardi. A ciò si aggiungeranno la riduzione dei posti letto che le regioni dovranno deliberare, che ridurranno l’offerta di servizi sanitari, provocheranno emergenze occupazionali sia nel settore pubblico che in quello privato di gestione dei servizi, inoltre l’intervento sulla produzione industriale farmaceutica e dei dispositivi medici che rischieranno di avere ripercussioni pesanti sul lavoro e sull’innovazione del Paese.

Acquisto di beni e servizi. Ad alcune misure positive, quali quelle che fanno assumere valore strategico alle centrali di committenza relative agli appalti e all’acquisto di beni e servizi, si aggiungono la riduzione del 5% per acquisti di beni e servizi del sistema sanitario e la ricontrattazione degli appalti per prezzi di beni e servizi superiori del 20% a quanto disposto dall’Osservatorio per i contratti pubblici. Si tratta di tagli lineari che colpiscono a fondo il sistema pubblico fino a renderlo incapace di agire. Gli stessi tagli al capitolo “fornitura di beni e servizi” rischiano di produrre effetti negativi sia nella produzione dei beni, distruggendo valore industriale e ricerca, sia, come nel caso dei servizi sull’occupazione in un settore che impiega non meno di 500.000 lavoratori, con rischi per un 15% degli addetti o su quello delle condizioni retributive e contrattuali oltre che delle condizioni di lavoro delle tante persone addette.

Pubbliche amministrazioni. Tutte le pubbliche amministrazioni sono colpite dall’ennesima manovra di riduzione della spesa che prosegue con interventi annuali dal 2008 e che ha prodotto misure che hanno già tagliato la spesa per non meno di 100 miliardi, o da interventi sbagliati. Nei Ministeri un taglio di circa 5 miliardi della spesa per il triennio che si aggiunge a quelli già del precedente governo. Si tratta anche questa volta di tagli lineari e di riduzione della spesa per acquisti di beni e servizi che ormai mettono in discussione la stessa possibilità di esercitare le funzioni proprie delle amministrazioni. In particolare forte preoccupazione per le misure che riguardano i 2 grandi enti previdenziali ed assicurativi (INPS ed INAIL) al cui funzionamento e alle cui funzioni partecipano le forze sociali. Questi Enti sembrano essere diventati una sorta di cassa di prelievo continuo da parte dei Governi.

Lavoro pubblico. Le misure sul lavoro pubblico sono in continuità con quelle del precedente governo di attacco al lavoro ed al sistema dei servizi pubblici. Tagli lineari alle dotazioni organiche con lavoratori in eccedenza; interventi su istituti che riguardano il potere di acquisto (buoni pasto); ferie obbligatorie che non tengono conto dello stato dei servizi alla persona come nel caso della Sanità; ritorno alla carica con le norme Brunetta sul merito individuale, già bloccate dal precedente governo. Il tutto avviene mentre i contenuti dell’Intesa firmata dal Governo, dai sindacati e da Regioni ed enti Locali il 3 maggio ultimo scorso vengono ancora colpevolmente disattesi proprio mentre di loro vi sarebbe bisogno per rendere reale e non solo sbandierato un intervento di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. La presenza di alcuni parziali contenuti in tema di relazioni sindacali nei processi di riorganizzazione, che agiscono solo “per la gestione degli esuberi”, accanto al peggioramento di norme preesistenti, testimonia della bontà di quell’accordo e del danno che si fa al Paese ed al lavoro pubblico se quell’intesa non diventa tutta operativa. In questo quadro risaltano, insieme alla riduzione delle dotazioni organiche delle amministrazioni ed enti centrali, le misure che rimettono in vita per i dipendenti pubblici ‘in esubero’ gli istituti previdenziali precedenti la riforma Fornero, per risolvere i problemi del presupposto esubero di personale.

Regioni ed Enti Locali. Anche in questo caso i tagli di 7.200 milioni di euro (2012/2013) si aggiungono a quelli della manovra Berlusconi, mettendo a questo punto in serio rischio la continuità dei servizi che le autonomie locali erogano alle persone, l’occupazione, fino all’estensione delle forme di dissesto finanziario. In questo quadro è stata inserita una misura di riforma ordinamentale che riguarda la soppressione e l’accorpamento delle province, la costituzione delle città metropolitane e una diversa forma associata di gestione delle funzioni fondamentali da parte dei piccoli Comuni che desta forti criticità anche dal punto di vista democratico. Si tratta di misure improvvisate, attuate senza un disegno organico, senza alcuna attenzione alle questioni occupazionali che inevitabilmente rischieranno di aprirsi a seguito di tali provvedimenti e che riguardano una platea di non meno di 400mila lavoratori e di tantissimi lavoratori precari che operano per queste strutture. Si tratta di misure assunte in una logica di tagli della spesa, quindi senza alcun investimento necessario per riportare efficienza e senza alcun intervento di revisione del Patto di Stabilità.

Istruzione, formazione e ricerca. Continua la politica di disinvestimento nella formazione e nella ricerca, non si tratta di una razionalizzazione della spesa ma di ulteriori tagli lineari (360 milioni nella scuola e 200 nell’università e nella ricerca) che avranno effetti negativi sulla qualità dell’offerta formativa e sulle attività di ricerca. In particolare, nella scuola prosegue la politica di riduzione del personale (previsto un taglio di altri 15mila docenti) senza alcun disegno di riorganizzazione e di reinvestimento per innalzare la qualità. Ancora pesanti tagli per le Università e gli Enti Pubblici di Ricerca, blocco delle assunzioni, aumenti delle tasse universitarie nonostante la preoccupante diminuzione delle iscrizioni passate dal 44% dei 19enni nel 2004 al 29% nel 2010/11. Nel momento in cui la crisi obbliga ad accelerare gli investimenti sui fattori strategici per la crescita, si taglia sugli Enti di Ricerca con il rischio di bloccare il funzionamento e la ricerca.

Approfondimenti:

1) cosa è la spending review

2) Appalti, Società, Enti

3) Il lavoro pubblico

4) Sanità, Enti Previdenziali e Assicurativi, Covip

5) Istruzione, Formazione, Ricerca

6) Beni Culturali

7) Riforme Ordinamentali

8) Salvaguardia Lavoratori Esodati

 

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Crisi: CGIL, in sei mesi 500 mln ore CIG e 500mila in Cassa

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 16, 2012

Crisi: CGIL, in sei mesi 500 mln ore CIG e 500mila in Cassa

L’Osservatorio CIG della CGIL nazionale a giugno rileva un taglio di reddito di 2 mld, pari a 4.000 euro per ogni lavoratore. Per la Confederazione “l’impennata nella richiesta di Cassa ordinaria è il segno evidente di come il sistema produttivo non si attenda nei prossimi mesi una ripresa produttiva” » Rapporto CIG giugno 2012Causali aziende CIGS giugno 2012

14/07/2012 da www.cgil.it

 Le crisi della settimana dalla Nokia-Siemens alla Vdc Technologies di Anagni

Al giro di boa del 2012 la richiesta di ore di Cassa integrazione supera il mezzo miliardo, in deciso aumento sullo stesso periodo dello scorso anno. Da inizio anno a giugno il totale di ore di cassa integrazione è stato pari a 523.761.036, con un incremento sui primi sei mesi del 2011 pari a 3,16%, e con un impennata della cassa integrazione ordinaria, “segnale inequivocabile di come il sistema produttivo non si attenda a breve una ripresa produttiva”. Dietro questi numeri sono coinvolti oltre 500 mila lavoratori che hanno subito un taglio del reddito per oltre 2 miliardi di euro, quasi 4.000 euro per ogni singolo lavoratore. Questi i dati che emergono dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell’Osservatorio CIG del dipartimento Settori produttivi della CGIL Nazionale nel rapporto di giugno.

Il Segretario Confederale della CGIL, Elena Lattuada, fa un primo bilancio di questi sei mesi, alla luce del rapporto: “C’è un inquietante assestamento della crisi su livelli estremamente negativi, peggiori di quelli dello scorso anno, con un trend nella richiesta di ore che mira al miliardo anche per il 2012”. Secondo la sindacalista, infatti, “ciò che desta estrema preoccupazione è l’impennata nella richiesta di ore di Cassa integrazione ordinaria: segno evidente di come il sistema produttivo non si attenda nei prossimi mesi una ripresa produttiva”. Per questi motivi “non è più eludibile l’adozione di una strategia di politica industriale, come sollecitato dal presidente Napolitano: il decreto sviluppo non è all’altezza della gravità della crisi, serve un deciso cambio di rotta, in netto contrasto con le politiche rigoriste e recessive fin qui adottate”.

Dati CIG giugno – Con 95.389.166 ore, giugno è il terzo mese con il ricorso più alto alla cassa tra gli ultimi dodici. Nel dettaglio dell’analisi della CGIL, infatti, si rileva come la cassa integrazione ordinaria (CIGO) totalizzi un monte ore pari a 30.947.664 per un -10,63% sul mese precedente. Da inizio anno la CIGO registra invece 166.635.792 di ore per un deciso +40,77% sul primo semestre del 2011. La richiesta di ore per la cassa integrazione straordinaria (CIGS), sempre a giugno, è stata di 37.307.261 ore di maggio, in aumento sul mese precedente del +1,04%, mentre il dato dei primi sei mesi del 2012, pari a 185.061.859 ore autorizzate, segna un -16,51% sullo stesso periodo dello scorso anno. Infine la cassa integrazione in deroga (CIGD) registra a giugno una flessione sul mese precedente del -20,11% per un totale pari a 27.134.241. Da inizio anno sono state richieste 172.063.385 ore di CIGD, in aumento del +2,38% sul periodo gennaio-giugno del 2011.

Causali di CIGS – Prosegue a giugno la riduzione del numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di CIGS. Da gennaio sono state 2.886 per un -24,57% sullo stesso periodo del 2011 e riguardano 5.075 unità aziendali (-11,18%). Diminuisce il ricorso per crisi aziendale (1.595 decreti per un -32,21%) ma rappresenta il 55,27% del totale dei decreti, così come frena il ricorso al fallimento (165 domande per un -31,54%). Aumentano le domande di ristrutturazione aziendale (135 per un +14,53%), pari al 4,64% del totale, mentre le domande di riorganizzazione aziendale sono 146, ovvero il 5,06% del totale. Insomma, sottolinea il rapporto, “i percorsi di reinvestimento e di rinnovamento strutturale migliorano leggermente ma continuano ad essere una percentuale bassa”, solo il 9,70% del totale dei decreti.

Regioni – E’ la Lombardia la regione che registra il ricorso più alto alla cassa integrazione. L’analisi della CGIL segnala infatti che sono 120.625.807 le ore registrate da inizio anno, che corrispondono a 115.986 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 67.100.884 ore di CIG autorizzate per 64.520 lavoratori. Terza, e ovviamente prima per le regioni del centro, c’è il Lazio con 45.736.701 ore che coinvolgono 43.978 lavoratori. Infine per il Mezzogiorno è la Campania la regione dove si segna il maggiore ricorso alla cig con 39.203.130 ore per 29.041 lavoratori.

Settori – E’ la meccanica il settore in cui si riscontra ancora una volta il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione. Secondo il rapporto della CGIL, infatti, sul totale delle ore registrate da inizio anno, la meccanica pesa per 165.407.469, coinvolgendo 159.046 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 76.471.086 ore di CIG autorizzate per 73.530 lavoratori coinvolti e l’edilizia con 56.914.826 ore e 54.726 persone.

Occupazione e lavoratori in CIG – Considerando un ricorso medio allaCIG , pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (13 settimane), sono coinvolti da inizio anno 1.007.233 lavoratori in CIGO, CIGS e in CIGD. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 26 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attività produttiva per 503.616 lavoratori, di cui 170 mila in CIGS e 165 mila in CIGD. Continua così a calare il reddito per migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell’Osservatorio CIG, si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla CIG abbiano perso nel loro reddito oltre 2 miliardi di euro, pari a 3.988 euro per ogni singolo lavoratore.

 

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Indennizzi Enel: la Federconsumatori assiste gli utenti nella compilazione della domanda

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 13, 2012

Indennizzi Enel: la Federconsumatori di Siena assiste gli utenti nella compilazione della domanda

La Federconsumatori provinciale di Siena informa tutti i cittadini che a livello nazionale è stato finalmente concluso l’accordo tra ENEL e tutte le Associazioni di consumatori aderenti al Consiglio nazionale dei consumatori in relazione agli indennizzi che verranno riconosciuti da Enel stessa a tutti coloro che hanno subito la sospensione dell’erogazione dell’energia elettrica per un periodo superiore ai 3 giorni e mezzo già sanzionati dall’Autorità dell’Energia con un importo di 300 euro da assegnare direttamente in bolletta.

L’intesa prevede un contributo economico straordinario per i disagi subiti progressivo, perché quantificato in 90 euro (ovviamente in più ai trecento di cui sopra) ogni 24 ore successive ai 3 giorni e mezzo, fino ad un massimo di 650 euro raggiungibile con l’11° giorno.

“Questo accordo di contrattazione consumeristica con il gruppo Enel che interesserà circa 23.500 utenze a livello nazionale – spiega il Presidente della Federconsumatori Provinciale di Siena Wilde Terrosi – è il primo maturato nel settore energetico ed apre una nuova pagina nella storia del consumerismo per la tutela degli interessi collettivi”.

Per ricevere l’indennizzo occorrerà inoltrare una domanda che potrà essere compilata presso tutti gli sportelli della Federconsumatori a partire da lunedì 16 luglio 2012 e non oltre il 31/12/2012. Gli indennizzi saranno erogati agli aventi diritto entro il febbraio 2013.

La Federconsumatori di Siena ha i propri sportelli presso il Policlinico Le Scotte, a Poggibonsi, Sinalunga e Montepulciano e svolge una capillare presenza in numerose altre realtà in totale collaborazione con la CGIL. Lo sportello di Siena è a disposizione degli utenti dal martedì al venerdì, in Via Garibaldi 45, dalle 9.30 alle 12.30.

Siena, 13 luglio 2012

Argomenti: FEDERCONSUMATORI |

Comunicato dei Sindacati ai lavoratori TIEMME

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 12, 2012

FILT CGIL – FIT CISL – UILTrasporti – FAISA CISAL – UGLTrasporti

Segreterie Territoriali di Arezzo – Grosseto – Piombino – Siena
 
COMUNICATO AI LAVORATORI DI TIEMME
 
In data odierna si sono incontrate le OO.SS. e la Direzione Tiemme Spa in merito alla definizione di un percorso di armonizzazione iniziato ormai da un anno e mezzo, nel quale l’impegno comune era quello di produrre un testo unico degli istituti contrattuali delle aziende conferenti rispettando le particolarità e le peculiarità storico/normative delle varie sedi operative.
L’accellerata impressa nell’ultimo mese e mezzo dalla Direzione Aziendale di Tiemme Spa ha inteso espressamente mettere in discussione l’intero impianto normativo-economico di tutti gli accordi aziendali esistenti frutto di contrattazioni effettuate nelle quattro sedi operative confluenti in Tiemme Spa.
Le piattaforme da noi faticosamente prodotte sono state puntualmente respinte al mittente.
L’intransigenza aziendale manifestata con la proposta presentata nell’ultimo periodo di trattativa ha prodotto sulla carta solo enormi recuperi di produttività a discapito dei lavoratori con il conseguente esclusivo abbattimento degli istituti contrattuali economico-normativi che sono di fondamentale importanza per tutti i lavoratori interessati trascurando aprioristicamente la riorganizzazione strutturale dell’azienda.
Per le tutte le ragioni illustrate al tavolo della trattativa unitariamente tutte le OO.SS. ritengono irricevibile la proposta presentata.
Riteniamo che eventuali atti unilaterali aziendali che dovessero manifestarsi anche nelle singole Sedi Operative determineranno l’immediata ed unitaria risposta delle OO.SS. di tutti i territori mobilitando tutti i lavoratori di Tiemme Spa.
Lavoratori/lavoratrici! Il periodo che avremo di fronte sarà sicuramente un periodo di forti conflitti sindacali, ma utilizzeremo tutte le nostre forze alla difesa di diritti dei lavoratori conquistati nel tempo, condannando fermamente la convinzione dell’Impresa che a pagare debbano essere solo e comunque i lavoratori.
 
Le Segreterie Provinciali FILT CGIL – FIT CISL – UILTrasporti – FAISA CISAL – UGLTrasporti di Arezzo – Grosseto – Piombino – Siena

Siena, 12 Luglio 2012

Argomenti: FILT |

Agevolazioni bolletta acqua 2012

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 12, 2012

AGEVOLAZIONI BOLLETTA ACQUA

Nota sintetica

Per nuclei familiari che si trovano in determinate condizioni relative all’età, al reddito, al numero dei componenti familiari, alle condizioni di salute, i gestori applicano riduzioni percentuali sulla bolletta dell’acqua.

Al fine di dimostrare il possesso del requisito economico i richiedenti dovranno rendere apposita autodichiarazione del loro ISEE.

Utenze condominiali

Le suddette agevolazioni possono essere usufruite anche dai nuclei familiari, in possesso dei requisiti previsti, che si trovino all’interno di una utenza condominiale. In questo caso l’istanza dovrà essere presentata dall’Amministrazione del Condominio e corredata dalla necessaria documentazione.

 

A.A.T.O. 6

L’A.A.T.O. (Autorità di Ambito Territoriale Ottimale) 6 Ombrone ha modificato il valore dell’indicatore ISEE per il riconoscimento delle agevolazioni tariffarie per la bolletta dell’acqua.

I Comuni della provincia di Siena interessati sono: Abbadia San Salvatore, Asciano, Buonconvento, Casole d’Elsa, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Castiglione d’Orcia, Cetona, Chiusdino, Colle di Val d’Elsa, Gaiole in Chianti, Montalcino, Monteriggioni, Monteroni d’Arbia, Monticiano, Murlo, Piancastagnaio, Pienza, Radda in Chianti, Radicofani, Rapolano Terme, San Casciano dei Bagni, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia, Sarteano, Siena, Sovicille, Trequanda.

Bolletta ridotta del 70% (compresa la quota fissa):

a)      Nuclei familiari con indicatore ISEE fino a 8.135,12 euro

b)      Nuclei familiari con indicatore ISEE fino a 11.266,64 euro, in presenza di:

1)      almeno un componente portatore di handicap (certificazione Asl);

2)      un componente con un grado di invalidità superiore al 66% (certificazione Asl);

3)      nucleo familiare interamente composto da ultrasessantacinquenni;

4)      un componente che, a causa di particolari condizioni mediche, necessiti di un significativo maggior utilizzo di acqua (certificazione Asl).

Bolletta ridotta del 50% (compresa la quota fissa):

c)      Nuclei familiari composti da 4 o più persone con indicatore ISEE fino a 12.160,74 euro

I nuclei familiari che rientrano nelle suddette agevolazioni sono esentati dal versamento della cauzione.

La domanda per usufruire delle agevolazioni deve essere presentata al Gestore a partire dal 1° luglio e non oltre il 30 ottobre di ogni anno, a mezzo del modulo predisposto. Le agevolazioni hanno effetto nell’anno successivo.

A.A.T.O. 5

Anche l’A.A.T.O. (Autorità di Ambito Territoriale Ottimale) 5 “Toscana Costa” ha modificato il valore dell’indicatore ISEE per il riconoscimento delle agevolazioni tariffarie per la bolletta dell’acqua.

Il Comune della provincia di Siena interessato è Radicondoli.

Tariffa ridotta del 25% e quota fissa ridotta del 50%:

a)      Nuclei familiari con indicatore ISEE fino a 8.408 euro

Tariffa ridotta del 25% e quota fissa esente:

 

a)      Nuclei familiari con indicatore ISEE fino a 11.211 euro in cui sia presente un soggetto che a causa di particolari condizioni mediche necessiti di un maggior utilizzo di acqua.

La domanda per usufruire delle agevolazioni deve essere presentata al Gestore dal 1° al 30 settembre di ogni anno, a mezzo del modulo predisposto. Le agevolazioni hanno effetto nell’anno successivo.

I nuclei familiari facenti parte di complessi condominiali con numero di condomini non superiori a 4, ove non sia presente l’Amministratore, potranno presentare l’istanza direttamente.

A.A.T.O. 4

Ricordiamo che il ‘fondo utenze deboli’ dell’ A.A.T.O. 4 Alto Valdarno prevede un’agevolazione tariffaria dei consumi dell’acqua pari al 50% della tariffa base per tutte le famiglie (utenze domestiche) che presentano un ISEE inferiore a 8.030 euro.

I Comuni della provincia di Siena interessati sono: Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, Sinalunga e Torrita di Siena.

L’agevolazione decorre dalla data di presentazione della domanda.

Oltre al modello ISEE, in corso di validità, va presentata un’autocertificazione della residenza e della lettura del contatore.

Se si abita in un condominio serve anche l’autocertificazione da parte dell’amministratore condominiale del consumo presunto annuo dell’utente per cui si richiede l’agevolazione.

A.A.T.O. 2

I Comuni della provincia di Siena interessati sono: Poggibonsi e San Gimignano.

I requisiti e la misura del contributo sono stabiliti dal singolo Comune tramite i Servizi Sociali. Occorre pertanto che i cittadini si rivolgano direttamente alle suddette strutture.

Per assistenza alla compilazione della modulistica rivolgersi agli uffici del Ce.Se.S. srl presenti nelle sedi della CGIL.

 

Siena, luglio 2012

Argomenti: bollette, bonus acqua, CAAF, CE.SE.S., CGIL, SPI |

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