Alla USL7 rientra lo stato di agitazione
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 11, 2012
Alla USL7 rientra lo stato di agitazione.
Lo stato di agitazione attivato lo scorso 22 giugno a seguito della rottura delle relazioni sindacali con i vertici aziendali è stato ritirato.
Dopo una serie di incontri con la Direzione aziendale, dove sono state chiarite le posizioni prese dalle parti e dove si sono raggiunti accordi che permetteranno di gestire con meno problematiche il futuro aziendale, la RSU e le OO.SS. hanno deciso unanimemente di ritirare lo stato di agitazione precedentemente proclamato.
Il ripristino delle corrette relazioni sindacali può essere salutato, a ragione da entrambe le parti, come un atto il cui valore va ben oltre la semplice conduzione delle relazioni sindacali pubbliche che hanno sempre avuto momenti di crisi e momenti di condivisione; il contesto storico ed economico in cui le relazioni sindacali sono state oggi riprese è indice del grande senso di responsabilità che è parte integrante dell’agire sindacale in particolare quello della sanità senese, tale responsabilità ci auguriamo venga confermata nei futuri momenti di confronto.
Con impegno i sindacati e la RSU hanno portato a termine il lungo lavoro sulla mobilità interna ed hanno altresì raggiunto un importante accordo sui progetti incentivanti che, se regolamentati e controllati, possono risultare ancora una volta un valido strumento premiante che riconosce la professionalità dei lavoratori.
Il confronto con la Direzione aziendale pertanto è stato definito e le tematiche ancora inesplorate verranno presto poste e in agenda e discusse.
La RSU e le OO.SS. accolgono positivamente le affermazioni con cui il Direttore Generale ha proposto di condividere particolari aspetti dell’organizzazione aziendale che andrà necessariamente rivista anche in considerazione delle recentissime evoluzioni normative.
La RSU e le OO.SS. si rendono perciò disponibili a partecipare al confronto futuro nell’ottica di affrontare le problematiche di Ente e Lavoratori, con pari dignità e consapevoli delle difficoltà economiche e normative che ci troviamo davanti, ammonendo fin d’ora che non saranno disponibili ad affrontare tematiche che vadano verso la riduzione di servizi.
CGIL FP – CISL FP – UIL FPL – FIALS – NURSIND
Siena, 11 luglio 2012
Argomenti: FP |
Industria: CGIL su dati ISTAT, allarmante arretramento, manifattura a rischio
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 11, 2012
Industria: CGIL su dati ISTAT, allarmante arretramento, manifattura a rischio |
L’Istituto nazionale di statistica registra a maggio un calo della produzione industriale del 6,9% su base annua. Per la CGIL “serve una politica industriale con al centro investimenti e innovazione, altrimenti la recessione continuerà” » Le crisi della settimana dalla Nokia-Siemens alla Vdc Technologies di Anagni |
“Il vero dato allarmante è nell’ulteriore arretramento della produzione industriale. La flessione registrata, infatti, conferma la drammaticità della situazione che si riversa, in un trend negativo inarrestabile, sull’economia reale e sull’occupazione”. E’ quanto afferma il Segretario confederale della CGIL, Elena Lattuada, circa i dati sulla produzione industriale a maggio diffusi oggi dall’ISTAT che a fronte di un leggero miglioramento dello 0,8% su aprile, registrano un calo del 6,9% su base annua. Nel dettaglio, osserva la dirigente sindacale, “sono colpiti tutti i comparti, a partire dalla produzione dei beni intermedi che paga il prezzo maggiore, a testimonianza del fatto che il paese è fermo: è fermo il mercato, sono fermi gli investimenti”. L’Istituto nazionale di statistica rileva infatti come la diminuzione più marcata sia quella del raggruppamento dei beni intermedi (-8,7%), ma cali significativi si registrano anche per i beni di consumo (-6,7%) e per i beni strumentali (-5,7%), mentre ciò che diminuisce in maniera più contenuta è l’energia (-3,3%). “E’ su questi dati – prosegue Lattuada – che bisogna riflettere, non tanto sulle micro variazioni. Se si avanti così – avverte la dirigente sindacale della CGIL – è davvero a repentaglio il futuro dell’industria manifatturiera italiana”. A questo quadro, sottolinea Lattuada “si associa inevitabilmente la crescita esponenziale del ricorso alla Cassa integrazione con i punti di crisi che si aggravano”. Lattuada punta il dito contro le misure assunte dal Governo, dal provvedimento sulla crescita alla spending review, che afferma “non scalfiscono nemmeno questo quadro. Anzi – denuncia – se pensiamo alle ricadute sull’industria italiana dei tagli agli acquisti di Comuni e Regioni, sono prevedibili esiti negativi ancora più pesanti”. Dunque, conclude la dirigente sindacale della CGIL “c’è bisogno di ben altro per tentare di invertire la tendenza. E’ necessario e urgente un disegno di politica industriale con al centro gli investimenti e l’innovazione. Al di fuori di queste scelte c’è solo il perdurare della recessione. Il Governo si assuma fino in fondo le responsabilità del caso”. |
Argomenti: CGIL |
Raggiunto l’accordo alla COSMEC: la produzione continua.
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 10, 2012
Raggiunto l’accordo alla COSMEC: la produzione continua.
C’è mancato davvero poco che la COSMEC Srl di Poggibonsi, storico marchio dell’imprenditoria meccanica della Val d’Elsa, scomparisse dal panorama dei produttori di macchinari professionali per la lavorazione del legno.
Azienda nata negli anni ‘60 sull’onda del boom economico e di quel miracolo italiano che nella Val d’Elsa senese dette vita al distretto del mobile, la Cosmec negli anni si è distinta in molti mercati internazionali per l’affidabilità e l’avanzata tecnologia dei propri prodotti, caratteristiche che purtroppo a ben poco sono servite per fronteggiare la crisi in cui lentamente è sprofondata, facendole registrare nel tempo crescenti difficoltà economiche e finanziarie che ne hanno poi irrimediabilmente compromesso l’equilibrio patrimoniale e reddituale.
“Dopo alcuni anni di cassa integrazione sia ordinaria che straordinaria, e un successivo contratto di solidarietà, – spiega la FIOM Valdelsa Senese – i 30 lavoratori occupati rischiavano seriamente di assistere impotenti a quella che sembrava una fine certa quanto inesorabile. Quando il tutto sembrava oramai compromesso, uno scatto di orgoglio della famiglia fondatrice, l’opera di persuasione sia del sindacato dei metalmeccanici CGIL che dell’associazione datoriale di riferimento hanno contribuito a creare le condizioni per portare a termine un’operazione di affitto di azienda in favore di una nuova Società, che per ovvi motivi commerciali ha assunto la denominazione di COSMEC TECHNOLOGY SRL”.
Con l’obiettivo di consolidare la struttura produttiva e generare le risorse necessarie per sostenere ulteriori interventi di sviluppo, la nuova ragione sociale si è assunta l’impegno della rioccupazione di tutta la forza lavoro, attraverso un percorso graduale che dovrebbe arrivare a compimento nei termini temporali di fruizione della Cassa Integrazione Straordinaria, fatta salva la possibilità, per quanti lo richiedessero, di essere collocati in mobilità.
La FIOM-CGIL di Siena, insieme alla RSU ed ai lavoratori, “esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto teso a salvaguardare i posti di lavoro, i salari ed il patrimonio di competenze e professionalità faticosamente costruiti in decenni di esperienza lavorativa”.
Siena 10 luglio 2012
Argomenti: aziende, FIOM, valdelsa |
Sinalunga: rinnovato il Contratto Integrativo alla CAPACCIOLI
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 9, 2012
Sinalunga: rinnovato il Contratto Integrativo alla CAPACCIOLI.
A distanza di sei mesi dalla sua scadenza e dopo numerosi incontri sindacali, FIOM CGIL e RSU hanno convenuto con la Direzione della Capaccioli Srl l’intesa per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale.
“In un momento in cui i dati riferiti all’economia provinciale vengono sottoposti a continui aggiornamenti al ribasso – spiega la FIOM CGIL Siena – dettati in buona parte dalla profonda crisi del settore delle costruzioni, con la conseguente chiusura di impianti di estrazione, lavorazione e cottura dell’argilla, aver raggiunto un accordo all’interno di un’azienda metalmeccanica specializzata nella produzione di macchinari per laterizi non è a prima vista cosa di poco conto”.
“Anche per questo – continua il sindacato - i circa 50 dipendenti occupati nello stabilimento di Sinalunga hanno accolto con soddisfazione l’intesa, consapevoli che in altre realtà lavorative del territorio, di questi tempi, riuscire a mantenere inalterati i livelli occupazionali è già un risultato”.
“Avendo investito al momento opportuno in ricerca e sviluppo – prosegue la FIOM – fino a proporre soluzioni tecnologicamente avanzate a clienti presenti a qualsiasi latitudine, la Capaccioli Srl rappresenta un valido esempio della più lungimirante imprenditoria locale. Ne è una prova il successo che l’azienda di Sinalunga sta riscontrando in alcuni mercati internazionali, in special modo del nord Africa ed est europeo”.
L’accordo raggiunto, valido sia per la parte normativa che salariale, adegua gli importi economici del vecchio contratto rivalutandoli complessivamente del 6%, con possibilità di ulteriori incrementi – anche del 20% – in funzione dell’andamento di alcuni parametri.
Particolare attenzione è stata dedicata al cosiddetto welfare aziendale, così da non penalizzare al momento del riconoscimento del premio aziendale quanti nell’anno di riferimento si fossero assentati a causa di ricovero ospedaliero e successiva convalescenza fino a cinque giorni; sono stati definiti specifici permessi retribuiti per il padre lavoratore; inserita la possibilità di recuperare attraverso ore di straordinario l’incidenza del premio sulle assenze dovute a malattie brevi.
Infine, vista la dinamica dei prezzi del carburante, è stata incrementata la cifra già prevista in precedenza per le spese sostenute dai lavoratori nel tragitto casa-lavoro e ritorno.
Siena, 9 Luglio 2012
Argomenti: aziende, contrattazione, FIOM, valdichiana |
Camusso: Lavoriamo per una mobilitazione generale, ma faremo tante altre cose per cambiare. Non c’è più tempo
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 9, 2012
Camusso: Lavoriamo per una mobilitazione generale, ma faremo tante altre cose per cambiare. Non c’è più tempo
Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, durante il primo faccia a faccia con il presidente di Confindustria, Squinzi, a Serravalle Pistoiese, ha detto che si lavora per lo sciopero generale unitario, ma non esclude una mobilitazione a luglio sulla sanità. Il governo lede diritti. Bisogna urgentemente cambiare l’agenda del governo altrimenti precipitiamo
» ASCOLTA: faccia a faccia Camusso-Squinzi 07/07/2012 da www.cgil.it
Camusso, Squ
nzi. Primo faccia a faccia a Serravalle Pistoiese all’interno della sedicesima edizione di Cgil incontri. Quasi due ore piene di confronto su tutti i temi più caldi: dalla spending review, al giudizio sul governo tecnico, dalle critiche alla riforma del lavoro alla scelta di tagliare gli ammortizzatori sociali proprio nel momento di massima crisi. Poi i giudizi sulla patrimoniale, sulla concertazione e il modello di codeterminazione possibile e infine, naturalmente la decisione di andare verso lo sciopero generale, con tantissime iniziative mirate. “Noi lavoriamo per questo, per arrivare ad uno sciopero generale unitario con CISL e UIL a settembre, ma poi valuteremo e faremo comunque tante cose, tante iniziative” ha spiegato il Segretario Generale Susanna Camusso, che non esclude comunque una mobilitazione già in questo mese di luglio contro i tagli alla sanità che ledono un diritto. “Si dovrà cambiare – ha proseguito Camusso – la riforma del mercato del lavoro e la riforma delle pensioni, che oltre ad essere sbagliata ora produce nuove diseguaglianze con le deroghe introdotte per i pubblici e non per i privati”.
Ma vediamo in sintesi i punti più importanti che sono emersi dal faccia a faccia e sui quali si è espresso il Segretario Generale della CGIL.
SPENDING REVIEW. Camusso. Mai stati contrari alla spendig review, intesa come una rivisitazione della spesa. I tagli devono essere mirati, non lineari, ha detto Susanna Camusso, che a proposito di spendig review critica perfino il termine: Non è una razionalizzazione della spesa, ma sono appunto tagli lineari. Logica per fare rapidamente cassa tagliando orizzontalmente tutto. Non va bene.
PENSIONI. Camusso. La riforma delle pensioni è sbagliata e oltre a produrre veri e propri drammi sociali per i lavoratori che rischiano di rimanere senza pensione e senza stipendi, ora produce anche nuove forme di diseguaglianza e divisione tra i lavoratori, viste le deroghe per il pubblico impiego che non valgono per i privati.
SCIOPERO GENERALE. Camusso. Lavoriamo perché lo sciopero generale sia di tutti. Abbiamo bisogno di una risposta che metta il lavoro al centro. In ogni caso ci vuole una iniziativa generale, perché se non si inverte la tendenza continueremo a precipitare. Noi pensiamo che non è più tempo di aspettare. Non è possibile continuare a delegare tutte le scelte all’Europa. Ci vogliono risposte per la crescita in Italia. Per questo ci dobbiamo mobilitare. I nostri obiettivi prioritari sono chiari: creare lavoro, cambiare la riforma delle pensioni, creare lavoro per quel 36% di giovani disoccupati. Dobbiamo quindi fare tante cose anche perché lo sciopero generale non è quella occasione mitica che risolve subito tutto. Valuteremo però già in questo mese se mettere in atto una mobilitazione sulla sanità.
GIUDIZIO SUL GOVERNO. Camusso. Prima di tutto c’è da dire che con questo governo abbiamo riacquistato una credibilità internazionale e non mandiamo più in giro per l’Europa il circo Barnum. Bene la lotta all’evasione fiscale, perché si è tornati a un patto di cittadinanza nel pagare le tasse, ma sul lavoro sono state fatte scelte inique, il governo tecnico è una parentesi da chiudere. Sono tecnici che hanno poco rapporto con il lavoro come si è visto con la riforma delle pensioni. Un voto? Insufficiente. Largamente insufficiente. In ogni caso il governo tecnico deve essere una parentesi rapida, altrimenti è un vulnus.
PATRIMONIALE. Camusso. Monti faccia la patrimoniale e su questo anche Squinzi, purché si faccia una patrimoniale che non tocchi l’impresa. Importante la dichiarazione del presidente di Confindustria, perché si basa sul concetto dell’impresa che reinveste i suoi utili.
CONCERTAZIONE. Camusso. Questo governo conferma di non volere la concertazione, ma è una scelta profondamente sbagliata. C’è un’idea che è quella che non si deve discutere con le parti sociali. Ma non coinvolgere le parti è una scelta miope, ed è una scelta politica, non tecnica. Anche il presidente Squinzi è d’accordo. Oggi ci vuole più concertazione, non meno.
MARCHIONNE E FIAT. Camusso. C’è un’azienda che esercita il diritto di veto al dissenso rispetto al modello organizzativo che ha scelto. Ci hanno accusato di potere di veto, ma questo lo faceva un ministro del governo precedente, che voleva dividere i sindacati. Chi esercita davvero il potere di veto mi pare oggi un altro. In ogni caso l’Italia ha bisogno di una casa automobilistica. Consiglierei al governo di cercare un produttore di automobili.
CONTRATTI. Camusso. Si deve ripartire dal 28 giugno, da quell’accordo che è stato condiviso, anche perché ora comincia la stagione dei rinnovi contrattuali. E c’è da affrontare prima di tutto la questione salariale. Non possiamo imitare i modelli di cogestione che esistono in altri paesi, ma è necessario cominciare a sperimentare da subito nuove forme di partecipazione.
Argomenti: CGIL |
Il Comitato Direttivo CGIL Siena su MPS
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 6, 2012
Il Comitato Direttivo della Camera del Lavoro di Siena, riunitosi oggi, esprime forti preoccupazioni in ordine al piano di riassetto presentato nei giorni scorsi dalla Banca Monte dei Paschi di Siena, che ha negativamente confermato i timori della vigilia.
La riduzione di 4600 dipendenti, le esternalizzazioni, la messa in discussione della contrattazione aziendale sono alcuni dei principali elementi di grave sofferenza che le decisioni assunte dalla Banca impongono ai lavoratori e alle lavoratrici dell’Istituto.
Certamente la situazione che sta attraversando anche il sistema bancario italiano è grave, in un contesto economico-finanziario mondiale ed europeo ancora molto turbolento, come stanno a dimostrare altre vertenze che sono attualmente aperte nel nostro Paese.
Così come non possiamo non ricordare come l’andamento dello spread collegato al nostro debito sovrano influenzi direttamente e pesantemente anche le condizioni finanziare dei soggetti che detengono quote significative di titoli di stato.
C’è da sperare che i recenti accordi costruiti a livello europeo non vengano rimessi in discussione e possano effettivamente aiutare nel continente il superamento almeno in parte di questa grave crisi finanziaria che poi è anche economica e sociale.
Tuttavia, se il sistema bancario è sollecitato ad intervenire per impedire che si manifestino condizioni di default, questo non deve tradursi in atteggiamenti di imposizione che prescindano per loro natura dal necessario confronto sindacale.
Il primo valore aggiunto della Banca Monte dei Paschi di Siena si esprimeva nell’attaccamento che i dipendenti hanno sempre dimostrato, valore che per essere mantenuto ha bisogno di relazioni sindacali costanti di merito che chiediamo con forza alla Banca di garantire.
Trasparenza, equità, proporzione, eliminazione degli sprechi, sono elementi imprescindibili in qualsiasi azione che sia diretta ad incidere più o meno direttamente sulle condizioni dei lavoratori e che solo il confronto fra le parti può generare.
La nostra principale preoccupazione in questi anni di crisi è stata quella di lottare per evitare in qualsiasi contesto la perdita di posti di lavoro: questo per noi resta un obbiettivo imprescindibile che vogliamo rivendicare anche nei confronti della Banca.
Inoltre, il necessario recupero di redditività che si collega strettamente al tema dell’indipendenza strategica e quindi al collegamento fondamentale con il territorio non può penalizzare quella che pensiamo debba essere la funzione prioritaria della Banca al servizio creditizio delle famiglie e delle imprese, tanto più in un momento come questo di asfissiante crisi economica.
Il Comitato Direttivo della Camera del Lavoro di Siena
Siena, 6 luglio 2012
Chiusura Patronato INCA e Ufficio Vertenze
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 5, 2012
Argomenti: camere del lavoro, CGIL, INCA, patronato, servizi, Ufficio vertenze |
Domani assemblea alla RDB di Montepulciano
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 4, 2012
Duecentosettanta (270) è il numero di giorni che i lavoratori dell’azienda RDB hanno passato in presidio permanente davanti ai cancelli dello stabilimento di Montepulciano.
La rabbia, la tenacia, la grande forza di volontà e determinazione hanno permesso ai lavoratori di resistere fino ad oggi, preservando integralmente lo stabilimento dall’assurda volontà di cessare la produzione e smantellare la struttura poliziana, scelta operata da una guida aziendale scellerata e incapace che ha portato al declino di tutto il Gruppo.
FILLEA-CGIL e FILCA-CISL di Siena, assieme alle corrispettive organizzazioni nazionali e alle istituzioni interessate, appena conosciuta la vera entità della crisi, avevano chiesto con forza il commissariamento, al fine di tutelare l’attività e i livelli occupazionali, ma a fronte di un’azienda sorda e della concessione di ulteriori crediti è stato optato per la cessione della proprietà ad una società che non poteva essere in grado di effettuarne il rilancio non apportando alcuna liquidità aggiuntiva.
Seppur sgomenti, non ha stupito, al termine dell’ennesimo Consiglio di amministrazione del 26 giugno scorso, l’approvazione del bilancio sul presupposto della non continuità aziendale, ritenendo impraticabile l’ipotesi di un concordato preventivo e dando mandato di depositare presso il Tribunale di Piacenza ricorso per ammissione ad amministrazione straordinaria, chiaramente e purtroppo con un ritardo che ha ridotto drasticamente i posti di lavoro salvabili e la reale possibilità di futuro anche per quei pochi.
A fronte di tale drammatica situazione l’Azienda, dimostrando ulteriormente il proprio disinteresse per le conseguenze sui lavoratori, ha annullato l’incontro del 28 giugno con un generico rimando al futuro Commissario e si è presentata al tavolo presso il Ministero del lavoro del 3 luglio dando disponibilità a ritirare la procedura di mobilità aperta – cosa che per le organizzazioni sindacali era scelta di buonsenso per lasciare al Commissario una situazione libera da ostacoli – solo a fronte della certezza sulla possibilità di utilizzo di strumenti alternativi.
Il rimando del tavolo ministeriale al prossimo 19 luglio avrà infatti come obbiettivo il valutare se è già possibile usufruire di cassa integrazione straordinaria per amministrazione straordinaria – se nel frattempo sarà dichiarata l’insolvenza aziendale – o se si ricorrerà alla cassa integrazione in deroga. Nel primo caso comunque la scelta sarà certamente non indolore per i lavoratori, perché dovrà essere atteso il Commissario, che potrebbe arrivare anche dopo 90 giorni.
Va da sè che data l’attuale situazione è fondamentale l’impegno di istituzioni e politica – che fino ad oggi hanno seriamente e fattivamente assistito la vertenza – per ridurre al massimo i tempi delle procedure in atto, perché alla già grave situazione non si sommi anche la sospensione della corresponsione delle indennità di integrazione.
È evidente però che per lo stabilimento di Montepulciano le soluzioni per un possibile futuro vanno cercate altrove e ora più che mai è una corsa contro il tempo perché anche le disponibilità a suo tempo manifestate dal Ministero dello sviluppo economico per creare situazioni favorevoli alla ripartenza del sito svaniscono in concomitanza dell’arrivo del Commissario.
Di questo e di quanto ancora potrà durare il presidio davanti ai cancelli si discuterà nell’assemblea dei lavoratori indetta per domani mattina, prima della visita prevista da parte delle istituzioni comunali e provinciali.
FILLEA-CGIL e FILCA-CISL di Siena
Siena, 4 luglio 2012
Argomenti: aziende, FILLEA, valdichiana |
Spending review: Camusso, così Monti ci fa sprofondare, questo è un attacco ai lavoratori
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 4, 2012
Spending review: Camusso, così Monti ci fa sprofondare, questo è un attacco ai lavoratori
Il Segretario Generale della CGIL in una intervista su ‘la Repubblica’ dopo l’incontro con il Governo sulla revisione della spesa pubblica si dichiara delusa per l’informativa “reticente e criptica”. “Non ci è stata fornita nemmeno l’entità del decreto. E in più c’è un metodo inaccettabile: si esaurisce tutto in queste informazioni senza alcun confronto sulle conseguenze per i lavoratori. C’è una progressiva riduzione del ruolo delle parti sociali”
» Spending Review: Camusso, Governo criptico e reticente
» CGIL CISL UIL, con il taglio degli organici servizi a rischio. Pronti a mobilitarci » Spending Review: CGIL, no a nuovi tagli alla Sanità – Tabelle e grafici
04/07/2012 da www.cgil.it
«Vedremo quale sarà il decreto che il governo approverà. Ma se saranno confermate le cose che ci hanno detto a Palazzo Chigi sarà inevitabile che si passi dalla mobilitazione allo sciopero». Susanna Camusso, leader della CGIL, ha appena terminato l’incontro con il governo sulla spending review. Aveva chiesto all’esecutivo di non «gettare benzina sul fuoco». Ma non sembra abbia avuto ascolto.
Delusa o arrabbiata?
«Tutte e due non si può? Sono delusa per il fatto che dal governo ci sia stata un’informativa reticente e criptica. Non ci è stata fornita nemmeno l’entità del decreto. E in più c’è un metodo inaccettabile: si esaurisce tutto in queste informazioni senza alcun confronto sulle conseguenze per i lavoratori. C’è una progressiva riduzione del ruolo delle parti sociali ».
Un governo tecnico non ha bisogno di mediare tra gli interessi in campo. Lo ha detto più volte il premier Monti.
«Il risultato è che da mesi inseguiamo i problemi che via via vengono creati dal governo. Alla prova dei fatti questo è un metodo fallimentare. Pensi solo agli esodati. E sono arrabbiata perché noi il 3 maggio scorso abbiamo firmato un accordo con il ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi che doveva essere propedeutico all’approvazione di una delega per la riorganizzazione della pubblica amministrazione. Che fine ha fatto quell’accordo? Perché il governo non dà seguito a quegli impegni?».
Lo sa anche lei: c’è una divisione tra Patroni Griffi e la Fornero sull’estensione del nuovo articolo 18 al pubblico impiego.
«L’accordo che abbiamo firmato è molto più ambizioso: non si può ridurre tutto alla volontà di licenziare di qualche ministro».
Il governo ha detto che prima dei tagli agli organici si passerà alla ridefinizione delle cosiddette piante organiche degli uffici pubblici. Non è una garanzia?
«Ma se l’unica cosa che ci hanno detto è che taglieranno del 20% i dirigenti, ma solo quelli a concorso e non quelli a chiamata decisi dalla politica, e del 10 % gli impiegati! Questi non sono altro che tagli lineari, non hanno niente a che vedere con una spesa pubblica più efficiente e di maggiore qualità. Ma si può tagliare allo stesso modo i dipendenti del ministero dell’Economia, i vigili del fuoco, gli infermieri di un ospedale o i poliziotti?».
Avrebbe preferito l’aumento dell’Iva?
«Abbiamo sempre detto no all’aumento dell’Iva perché si traduce in una compressione dei consumi e in una riduzione di fatto del reddito disponibile. E meno consumi vogliono dire meno produzione e dunque aziende che chiudono e lavoratori che perdono il posto».
Avete ingoiato il rospo delle pensioni e ora siete pronti allo scioperare perché viene toccato il pubblico impiego, dove c’è il più alto tasso di sindacalizzazione. Non è una contraddizione?
«Non può dirlo certo alla CGIL. Noi scioperammo in un clima di isolamento anche contro la riforma delle pensioni. Dicemmo che sarebbe scoppiato il caso degli esodati. Scioperammo, da soli, anche contro il blocco della contrattazione decisa da Berlusconi. C’è continuità, non contraddizione nella nostra azione. Abbiamo sempre cercato di contrastare le politiche che scaricano tutti i sacrifici sui lavoratori e che alimentano la spirale recessiva».
Sta dicendo che Monti anziché tirarci fuori dalla crisi ci sta facendo sprofondare in una recessione più profonda?
«La sola logica del rigore porta a questi effetti».
Monti si è battuto per la crescita a Bruxelles.
«Ecco, nelle politiche nazionali non ritrovo la stessa fermezza con cui Monti, grazie soprattutto all’arrivo di Hollande in Francia, ha contrastato le misure di austerity senza crescita. Questa, piuttosto, mi pare una contraddizione».
Ma come si fa a difendere la pubblica amministrazione italiana?
«E chi la difende? Siamo i primi a dire che si deve tagliare».
Dove?
«Tutte le consulenze, per esempio. Valgono 1,5 miliardi. Si possono dichiarare esuberi e poi rivolgersi ai consulenti?».
Altro?
«Abolire le società controllate al 100% dagli enti locali e che non forniscono servizi ai cittadini. Sono solo poltrone in meno per la politica».
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Spending Review: Camusso, Governo criptico e reticente
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 4, 2012
Spending Review: Camusso, Governo criptico e reticente
Il governo non convince i sindacati che mantengono alto lo stato di mobilitazione. Negativo il giudizio della CGIL su quanto presentato oggi alle parti sociali: “ci preoccupa la genericità delle tante indicazioni e la concretezza dei numeri solo sul personale”. La CGIL teme che la revisione della spesa pubblica si traduca esclusivamente in tagli lineari e non in una politica di efficienza per evitare gli sprechi
» Camusso, il rigore non basta, sì alla patrimoniale
» Spending Review: CGIL, no a nuovi tagli alla Sanità – Tabelle e grafici
03/07/2012 da www.cgil.it
Il piano sulla spending review presentato oggi (3 luglio) dal governo alle parti sociali non convince i sindacati che mantengono alto lo stato di mobilitazione.“Il Governo ha fatto una comunicazione criptica e reticente” ha dichiarato il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso uscendo dall’incontro. “Siamo preoccupati – ha proseguito – non ci sono state date le cifre”.
Le uniche cifre fornite dal Premier Mario Monti sono state: il taglio del 20% dei dirigenti della Pubblica amministrazione, del 10% dei dipendenti e di un altro 20% delle consulenze. E’ questa la strada indicata dal governo per recuperare i 4miliardi necessari per evitare l’aumento dell’IVA a settembre. La scure del governo, così come sospettato dai sindacati, rischia di abbattersi di nuovo sui soliti noti. A pagarne le spese, infatti, il pubblico impiego e la sanità, un’ulteriore ferita che rischia di essere inflitta al welfare socio-sanitario italiano. “Questi sono gli unici numeri dati – insiste Camusso – sul resto sono state dichiarate intenzioni, alcune anche condivisibili come l’accorpamento dei piccoli enti locali e delle province”.
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