cgil siena

ICI

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 3, 2010

ICI

Argomenti: CAAF, casa, CE.SE.S., CGIL, Comuni, Dichiarazione ICI |

Iniziativa “Razzismo e nuove schiavitù”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 3, 2010

“RAZZISMO e NUOVE SCHIAVITU’”

confronto con le istituzioni, l’associazionismo e i migranti locali

Venerdì 5 febbraio 2010 – ore 21 – NH Excelsior (Jolly Hotel) – Siena (La Lizza)

scarica il volantino: razzismo-e-nuove-schiavitu-050210.pdf

Argomenti: CGIL, immigrati, migranti |

WHIRLPOOL, ancora pesante cassa integrazione

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 3, 2010

Già dalle poco confortanti dichiarazioni rilasciate a dicembre 2009 dalla dirigenza della Whirlpool di Siena si preannunciava un primo trimestre del nuovo anno con previsioni di vendita molto ridotte rispetto agli anni precedenti ed un calendario di giorni di cassa integrazione piuttosto corposo.
Purtroppo qualche giorno fa è stato presentato ai rappresentanti sindacali di stabilimento il nuovo piano di cassa integrazione per i prossimi due mesi, che evidenzia una maggiore flessione della produzione rispetto alle previsioni ed ulteriori 15 giorni (7 a febbraio e 8 a marzo) di cassa integrazione per circa la metà dei 590 lavoratori attualmente occupati nello stabilimento che produce congelatori in viale Toselli a Siena, che si vanno ad aggiungere agli 8 giorni di CIG già effettuati nel mese di gennaio ed alle oltre 30 persone già in cassa integrazione per un periodo continuativo che va dal 1° gennaio al 31 marzo 2010.
In un periodo in cui le crisi, la cassa integrazione e i licenziamenti sembrano purtroppo diventati la cosa più normale di questo mondo, le difficoltà della Whirlpool di Siena potrebbero anche non far notizia se non fosse per il fatto che dallo scorso anno sulle teste dei lavoratori pesano le dichiarazioni mai ritrattate dall’Azienda di circa 30 esuberi, al momento gestiti tramite l’utilizzo della cassa integrazione.
Continuerà ad essere così anche per i prossimi mesi?
E’ la domanda insistente che tutti i lavoratori si stanno ponendo ormai da diversi giorni.
Se tale contesto lo leghiamo alla costante ricerca della produttività – soprattutto tramite continue ristrutturazioni delle linee di produzione che utilizzando minor forza lavoro comportano ritmi di lavoro sempre più incalzanti, generando automaticamente degli esuberi – e alla decisione unilaterale dell’Azienda di venir meno a quanto stabilito dal Contratto Nazionale di Lavoro “congelando” il pagamento di due festività, ci troviamo di fronte ad un quadro che deve necessariamente richiamare anche l’attenzione delle istituzioni per evitare che da questa azienda, in cui l’età media dei lavoratori è di 40 anni, si generi uno tsunami occupazionale che per il territorio senese, tipicamente formato da piccolissime aziende artigiane, sarebbe difficilmente ammortizzabile senza pesanti conseguente per il tessuto sociale.
La FIOM CGIL, come ha già fatto costantemente in questi mesi, continuerà a tenere alta l’attenzione e ad operare affinché questa pesante crisi possa essere gestita senza ulteriori pesanti ripercussioni sui posti di lavoro.

                                                                               Per FIOM CGIL Siena, Massimo Onori
Siena, 2 febbraio 2010

Argomenti: CIG, FIOM, metalmeccanici |

Contratto di solidarietà per i dipendenti della Imer International

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 2, 2010

Con la IMER sono già due i grandi gruppi industriali metalmeccanici presenti nel territorio senese che convengono con il sindacato alla soluzione del Contratto di Solidarietà quale valida alternativa alla riduzione del personale, visto che la crisi economica e produttiva che da oltre un anno sta mietendo posti di lavoro, creando un’emergenza sociale senza precedenti,  sembra proprio non voler allentare la propria presa.

Purtroppo, come costantemente denunciato da tutta la CGIL, i periodi di cassa integrazione di cui le aziende disponevano stanno volgendo al termine, evidenziando tutti i limiti di un sistema di protezione oramai inadeguato che va riformato strutturalmente senza perdere ulteriore tempo, affinché siano estese ed ampliate le necessarie tutele economiche a tutti i lavoratori di aziende in crisi, a cominciare da quelli delle piccole aziende.

E’ proprio per evitare di infoltire la già ampia schiera di disoccupati che alla IMER INTERNATIONAL, storica azienda valdelsana specializzata nella produzione di macchine per l’edilizia, – 183 dipendenti distribuiti su tre unità produttive, la metà dei quali occupati nello stabilimento situato nell’area industriale del Sentino a Rapolano Terme – è stato raggiunto un accordo sindacale per un contratto di solidarietà.

Soluzione questa non solo equa in un periodo di difficoltà generale, ma anche la meno penalizzante il reddito dei lavoratori; non a caso, l’accordo raggiunto dopo un’estenuante settimana di trattative tra FIOM CGIL ed azienda ha registrato l’unanimità dei consensi da parte dei lavoratori, consapevoli che qualora nei prossimi mesi non si dovessero materializzare i tanto attesi segnali di ripresa produttiva, pur lavorando circa il 60% del loro normale orario di lavoro, riceveranno comunque una retribuzione superiore a 38 ore settimanali.

Ancora una volta la FIOM CGIL ha dimostrato che quando le aziende – come nel caso della IMER – affrontano queste tematiche con fare costruttivo, abbandonando la sempre più diffusa tendenza a cogliere l’opportunità della crisi per liberarsi ingiustamente di molti posti di lavoro,  è possibile raggiungere risultati di tutto rispetto all’insegna della collaborazione e della responsabilità comune, finalizzati alla salvaguardia del nostro sistema produttivo e dei livelli occupazionali.

Marco Goracci, FIOM CGIL Siena

Siena, 1 febbraio 2010

Argomenti: contratto di solidarietà, FIOM, metalmeccanici |

Fisco: Epifani, detrazioni in busta per 500 euro subito

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 1, 2010

Fisco: Epifani, detrazioni in busta per 500 euro subito
Il Segretario Generale della CGIL, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, spiega le proposte del sindacato in campo fiscale
01/02/2010

«I dati sulle dichiarazioni dei redditi pubblicati ieri dal Corriere dimostrano che è urgente intervenire. Il carico fiscale è eccessivamente squilibrato, a danno di lavoratori dipendenti e pensionati. Non possiamo aspettare tre anni, come vorrebbe il ministro dell’Economia Tremonti», dice il segretario della CGIL, Guglielmo Epifani.

Quindi per ora conferma lo sciopero generale del 12 marzo?
«Sì, uno sciopero per sollecitare la riforma del fisco e immediati sgravi a favore di lavoratori dipendenti e pensionati, per misure contro la disoccupazione e per una politica dell’accoglienza verso gli immigrati ».

Se ci fosse uno sgravio fiscale potreste fermare lo sciopero?
«È evidente che se il governo aprisse un tavolo e prendesse l’impegno a restituire subito una parte del prelievo fiscale, ad aumentare il massimale della cassa integrazione e a confrontarsi sull’accoglienza, la CGIL ne trarrebbe le conseguenze e valuterebbe la possibilità di fare marcia indietro sullo sciopero».

Ma perché volete scioperare per la riforma del fisco, se è stato proprio Tremonti a dire che il sistema lo vuole rivedere da cima a fondo?
«Perché non bastano le parole. Nel 2009 dipendenti e pensionati hanno pagato un punto in più di tasse. Se passano altri tre anni senza che il governo faccia nulla, ne pagheranno altri tre. Se alla fine, nel 2013, ci dovessero dare qualche sgravio, forse non sarebbe neppure la restituzione di quanto nel frattempo abbiamo pagato in più. Va bene aprire la discussione sulla riforma di sistema, ma intanto bisogna fare qualcosa ora».

La CGIL ha una proposta precisa?
«Sì. Ci vuole una restituzione in busta paga e sulle pensioni che sia in media di 500 euro netti a testa, entro aprile, attraverso una detrazione aggiuntiva. Poi bisogna impostare una riforma che riequilibri il carico fiscale. Non è possibile che siamo l’unico Paese senza una tassa sulle grandi fortune. È necessaria un’aliquota unica del 20% sulle rendite finanziarie mentre sempre al 20% va abbassata la prima aliquota Irpef che ora è del 23%».

E sulla Cassa integrazione?
«Bisogna far salire il tetto, perché non si può vivere troppo a lungo con 700 euro al mese, e va raddoppiata la durata dell’indennità di disoccupazione».

Ma con tutti questi scioperi, per di più senza CISL e UIL, che ottenete?
«Di scioperi generali la CGIL, da quando c’è il governo Berlusconi, ne ha fatto uno solo, nel dicembre 2008, quando denunciammo la valanga che stava per abbattersi sull’occupazione. E un altro lo abbiamo proclamato per il 12 marzo. C’è poi una vertenzialità diffusa nelle categorie e nei territori per la crisi».

Anche qui la CGIL segue una condotta tutta sua. Non avverte il rischio di una linea senza sbocchi? Al contrario di quello che lei voleva quando disse che avrebbe risindacalizzato la CGIL?
«No. CISL e UIL hanno scelto la linea di non disturbare il manovratore, la CGIL no. Ma, per quanto ci riguarda, si tratta di una scelta che parte dal merito sindacale. Isolati? Tra poco daremo i dati sul tesseramento 2009. Aumentiamo ancora gli iscritti tra i lavoratori attivi».

Lei parla di scelte sindacali, ma la CGIL non ha mai firmato un accordo col governo Berlusconi.
«Perché non ci sono stati tavoli. L’unico è stato quello sulla contrattazione, dove non potevamo firmare, così come su altri temi abbiamo opinioni diverse».

Però con quel modello accettato da Confindustria e dagli altri sindacati si stanno rinnovando tutti i contratti, paradossalmente anche con la firma della CGIL. Forse gli altri avevano ragione?
«No. I contratti che sono stati rinnovati hanno portato nelle tasche dei lavoratori più di quanto previsto dalle regole sottoscritte da Confindustria, CISL e UIL e questo grazie all’impegno della CGIL».

Se fosse come dice lei, Emma Marcegaglia, presidente della Confindustria, verrebbe contestata dalla base, ma così non è.
«Il fatto è che le categorie hanno trovato le soluzioni più adeguate al loro caso, smentendo l’impostazione centralistica della contrattazione prevista dalle nuove regole».

Sempre secondo quanto dice lei, i lavoratori alla fine ci guadagnano se il sindacato è diviso.
«In generale l’unità ci rende più forti, soprattutto per fronteggiare le crisi occupazionali, ma in alcuni casi il pluralismo è segno di vitalità. Ci vogliono però regole certe sulla rappresentatività».

A proposito di regole, l’opposizione interna (metalmeccanici, funzione pubblica e bancari) l’accusa di voler far pesare di più il voto dei pensionati a suo favore nel congresso di maggio.
«È un’accusa infondata, un paradossale abbaglio. La commissione di garanzia ha deciso un’interpretazione del regolamento che non muterà nella sostanza l’equilibrio tra la maggioranza e minoranza».

Con i suoi oppositori si è schierato anche il suo predecessore, Sergio Cofferati. Ci è rimasto male?
«In parte sì, perché non ne vedo le ragioni di merito. E poi non è mai avvenuto che un ex segretario si sia schierato nel congresso».

Torniamo ai pensionati. Non crede sia sbagliato appoggiarsi troppo su di loro? Così si farà pure massa critica, ma si continua a perdere rappresentatività fra i giovani, come ha scritto sul «Corriere » Dario Di Vico.
«La CGIL da 8 anni continua ad aumentare i propri iscritti fra i lavoratori attivi e mantiene stabili quelli fra i pensionati. In quest’ultima categoria abbiamo oltre due milioni e mezzo di tessere su 15 milioni di pensionati. Nel pubblico impiego rappresentiamo il 33% dei lavoratori, tra i metalmeccanici siamo maggioritari e siamo il primo sindacato in tutte le altre principali categorie. Che poi negli anni ci sia stato un calo del tasso di sindacalizzazione è vero, ma questo ha colpito di più i Paesi con un modello di sindacato corporativo, come la Germania, e meno i sindacati scandinavi e quello italiano».

Non può negare che finora la CGIL, come gli altri sindacati, abbia difeso di più gli interessi dei pensionati che quelli dei giovani precari?
«Ma i pensionati negli ultimi anni non hanno avuto nessuna risposta. Inoltre, noi siamo l’unico sindacato che ha proposto da un lato un aumento dell’età pensionabile e dall’altro il blocco dei coefficienti di trasformazione che penalizzerebbero le pensioni dei lavoratori giovani. Che poi ci sia una difficoltà a far proseliti tra i precari è evidente, perché questi sono disincentivati a iscriversi temendo di perdere il posto. Così come è difficile rappresentare i lavoratori più deboli che stanno nelle piccole imprese dove il sindacato non c’è».

Il Papa chiede attenzione ai lavoratori e cita i casi di Termini Imerese e di Portovesme. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, dice che il management deve mostrare senso di responsabilità, dopo aver incassato per anni i sostegni pubblici.
«Sì, ma il governo non si può tirar fuori. Ha molti strumenti per indurre una multinazionale come l’ALCOA a non chiudere gli stabilimenti. E per la FIAT deve ottenere o che ci ripensi e tenga aperto Termini o trovare valide alternative».

Se l’alternativa fosse l’arrivo di un produttore automobilistico cinese?
«Davanti a un progetto serio che mantenesse e sviluppasse produzione e occupazione, la CGIL sarebbe favorevole»

Argomenti: CGIL |

Tabelle paga istituti assistenziali Uneba febbraio 2010

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 1, 2010

associazioni-uneba_02_10.pdf

Argomenti: CGIL, FP, servizi, tabelle paga, Ufficio vertenze |

Crisi: CGIL, in 15 mesi autorizzate oltre 1mld di ore di CIG

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 31, 2010

In un anno 1 milione di lavoratori coinvolti, -3,3 mld nelle tasche
30/01/2010

La crisi ha pesato dal suo inizio fino ad oggi per oltre un miliardo di ore di cassa integrazione. Un uragano, segno di una crisi economica profonda, che da ottobre 2008 a dicembre dell’anno dopo ha visto l’autorizzazione di 634.699.339 ore di cassa integrazione ordinaria e 370.384.779 di straordinaria, per un totale di 1.005.084.118 ore di CIG. E’ il quadro che emerge dal Rapporto sulla CIG del 2009 a cura dell’Osservatorio sulla Cassa integrazione del dipartimento Settori produttivi della CGIL Nazionale. Un rapporto che non si limita a stilare l’utilizzo e l’incidenza degli ammortizzatori sociali nel corso dello scorso anno ma che prende in considerazione anche l’ultimo trimestre del 2008 per valutare a pieno l’impatto della crisi sull’occupazione e sul lavoro.

“La CIG – sottolinea la segretaria confederale della CGIL, Susanna Camusso – ha permesso di contenere, fino ad oggi, in parte i riflessi della crisi sull’occupazione e per questo resta essenziale intervenire per prolungare i massimali della CIGO, come fondamentale obiettivo immediato per fermare i licenziamenti”. Quello passato, infatti, si caratterizza come l’anno in cui c’è stato il maggiore ricorso alla CIG di sempre: sono state autorizzate 918.146.733 ore, con un aumento sul 2008 del 311,43%. Ore che hanno coinvolto un numero di lavoratori che ha superato il milione, calcolando un livello medio di ricorso alla cassa pari a 25 settimane o 5 mesi. Se invece vengono considerate le ore di CIG a zero ore, per tutto il 2009 si è registrata un assenza completa di attività produttiva per l’intero anno di oltre 478mila posizioni di lavoro.

Per questo milione di lavoratori i riflessi della loro condizione sul reddito sono sati molto pesanti. Nel rapporto si calcola che l’ammanco nelle loro tasche è di oltre 3 miliardi e 300 milioni di euro mentre se consideriamo il valore assoluto, ovvero le zero ore, la minora disponibilità economica peggiora ulteriormente ed è di oltre 3 miliardi e 700 milioni (sempre considerando valori e perdite medie sugli stipendi). Ovvero, ogni lavoratore se è stato in CIGO o in CIGS in relazione ad un periodo di 25 settimane, ha perso tra i 3.000 e i 3.500 euro, mentre un lavoratore che è stato a zero ore per tutto l’anno ha perso tra i 7.500 e gli 8.000 euro.

Dallo studio della CGIL, inoltre, emerge che la sola CIGO nel 2009 ha totalizzato  578.152.096 di ore, con un aumento del 410,37% sull’anno precedente, con alcuni grandi settori, anche in termini occupazionali, come quello Trasporti e comunicazioni e quello Metallurgico, che hanno visto un incremento della cigo rispettivamente di +1.025% e +1.245%. Il settore Meccanico ha aumentato la richiesta di cigo del +703% per un totale di 299.719.191 ore. E’ cresciuta anche la CIGS, pari a + 209% sul 2008, in particolare nella seconda parte dell’anno, anche con un raddoppio di ore sui mesi precedenti, raggiungendo i livelli attuali di erogazione della CIGO: il risultato è segno di un peggioramento degli aspetti strutturali della crisi industriale ma anche il frutto dell’entrata in vigore della nuova normativa che ha introdotto la possibilità, una volta completate le 52 settimane di CIGO, di continuare la sospensione dal lavoro in regime di CIGS.

Quanto alle regioni che hanno totalizzato un maggiore ricorso alla CIGO, si segnalano la Lombardia con 182.107.335 ore, per un aumento del +627%, l’Emilia Romagna con +813%, l’Abruzzo con +618%, il Piemonte con +532%, il Veneto con +567% e le Marche con +482%. La CIGS, sta rapidamente colmando per volume di ore, la differenza con la CIGO ed è aumentata considerevolmente con incrementi che vanno dal 100% al 500%, a partire dall’Emilia Romagna con 21.783.353 di ore e un aumento del +541%. È evidente che le Regioni con più ore sono anche quelle che hanno una struttura industriale più consistente e che nelle altre, soprattutto per le Regioni del mezzogiorno, lo spessore della crisi si evidenzia con altri indicatori.

“L’alto ricorso alla CIG – fa notare Camusso – ha rappresentato nello stesso tempo una difesa dagli effetti della crisi produttiva ma anche il risultato di una crisi profonda che ha investito il nostro apparato produttivo”. Una crisi che per la dirigente sindacale “non è affatto superata, anche se siamo in presenza di una ripresa minima degli ordinativi almeno sulle esportazioni, mentre permane un forte segnale negativo dettato dall’assenza di investimenti in macchine utensili e strumenti, da parte delle imprese”.

Camusso fa inoltre sapere che “ciò che noi stiamo registrando in queste settimane è un aumento delle richieste di licenziamenti: un nuovo fronte della crisi che si sta aprendo in molte aziende”. Infatti, rileva, “molte grandi aziende, che possono agire diversamente, stanno invece approfittando della situazione e scaricano le difficoltà sui lavoratori mentre altre aziende, in particolare le Pmi, che non reggono più e non vedono opportunità di ripresa né iniziative concrete che possano sostenerla”.

Per quanto riguarda le causali dei decreti nel ricorso CIGS, infatti, dall’analisi del sindacato emerge che l’ aumento per il 2009 è stato del 210% per un totale di decreti di 5.432. Decreti che hanno riguardato oltre 7.818 siti produttivi. Per oltre il 67,62% le domande di concessione della CIGS sono legate alla crisi industriale, con un aumento del 285% sulle domande del 2008. Altre due percentuali si evidenziano tra le altre e riguardano, per il 14,67% richieste di contratti di solidarietà, con un aumento del 270% sull’anno precedente, mentre si registra un aumento dei ricorsi al fallimento, +127,35% e rappresenta il 4,90% del totale delle richieste.

 


Allegati:
Rapporto Cgil Cig 2009.pdf

Argomenti: CGIL |

Assemblea congressuale SPI CGIL Rosia: solidarietà e sostegno ai lavoratori Novartis

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 29, 2010

L’assemblea congressuale dello SPI CGIL (Sindacato Pensionati) di Rosia riunitasi ieri ha espresso la propria solidarietà ed il proprio sostegno ai lavoratori della Novartis in lotta per difendere il posto di lavoro.
“L’assemblea congressuale – sottolinea lo SPI CGIL di Rosia – auspica che le forze istituzionali, economiche e politiche locali siano a sostegno dei dipendenti e chiede che tutti insieme facciano pressione sull’Azienda e sul governo centrale per giungere ad una risposta pienamente positiva alle richieste dei lavoratori”.

                                                             SPI CGIL Rosia

Rosia, 29 gennaio 2010

Argomenti: pensionati, SPI |

Epifani al Comitato Direttivo, sciopero 12 marzo su crisi, fisco e immigrazione

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 27, 2010

da www.cgil.it
Tre importanti obiettivi al centro della mobilitazione della CGIL. Per il Segretario Generale il quadro determinato dalle diverse crisi industriali è preoccupante, soprattutto sul piano occupazionale. Necessario intervenire subito per alleggerire intollerabile carico fiscale. Fatti Rosarno un segnale grave della profonda esasperazione di lavoratori sfruttati
26/01/2010

Una terapia d’urto per fronteggiare la crisi economica e i suoi pesanti effetti sull’occupazione, una riforma fiscale che attraverso interventi immediati alleggerisca il carico sui lavoratori dipendenti e sui pensionati, un urgente cambio di marcia nelle politiche sull’immigrazione. Sono questi i motivi al centro della mobilitazione promossa dalla CGIL e che culminerà con lo sciopero generale del 12 marzo – con quattro ore di sciopero e manifestazione in tutta Italia -, così come ha spiegato oggi il Segretario Generale della CGIL, Guglielmo Epifani, nel corso della relazione d’apertura del Comitato Direttivo Nazionale dell’Organizzazione.

Partendo dai temi dettati dalla crisi, Epifani ha osservato come sia “preoccupante il quadro determinato dalle diverse crisi industriali, dall’ALCOA alla FIAT nel Mezzogiorno, da Omega-Eutelia a Porto Marghera: quest’anno e anche il 2011 si segnalano come molto difficili per l’occupazione”. Una prospettiva difficile sul piano occupazionale che, per il leader della CGIL, “senza un piano complessivo di politica industriale, non solo per i diversi settori ma anche territoriale, sarà molto difficile trovare una soluzione”. Ma dal governo non sembra arrivare  nessun segnale in questo senso e il peso più grave si avverte nel Mezzogiorno “dove – ha detto – in intere aree sta diventando molto concreto il rischio di desertificazione industriale”. Nessun piano di intervento concreto per il Sud ma progetti come il ponte sullo Stretto che “mostra sempre più di non avere alcun senso, a cominciare dal rapporto costi-benefici. Molto più utile sarebbero interventi di riqualificazione e messa insicurezza del territorio e di politiche ambientali miranti al risparmio energetico”.

Crisi – Il primo obiettivo dello sciopero generale, dunque, è la richiesta al governo di mettere in campo, oltre che un programma complessivo di politica industriale, nel quale considerare le diverse aree di crisi, politiche di sostegno del reddito che vadano dal prolungamento e rafforzamento della cassa integrazione, all’allungamento dei massimali della disoccupazione, a interventi a favore di quei lavoratori precari che hanno perso il lavoro. Ma Epifani ha richiamato al senso di responsabilità anche il sistema delle imprese affinché, ha affermato, “non usino questa crisi, e in qualche caso sta avvenendo, come pretesto per licenziare ed abusare della mobilità”.

Fisco – Secondo obiettivo è il riequilibrio del prelievo fiscale. “Nel governo in questo momento c’è una grande confusione – ha osservato il numero uno della CGIL – sul fatto di intervenire o meno sul fisco e nessuna risposta è arrivata alla nostra lettera sul tema.  Non si può aspettare che un gruppo di studio esamini il problema, come dice il ministro Tremonti”. Secondo Epifani, di fatti, “è necessario intervenire subito perché il carico fiscale pesa in modo ormai intollerabile prevalentemente sul lavoro dipendente e sulle pensioni e se non si cambia rotta, per effetto del drenaggio fiscale a fine legislatura il lavoro dipendente registrerà un aumento di tre punti del prelievo”. La questione fiscale è un grande elemento redistributivo: “Non si tratta solo di tagliare le tasse in sé – ha spiegato Epifani al Direttivo – ma di riequilibrare in modo più equo la distribuzione, soprattutto in una fase di grande difficoltà economica come questa, perché da 30 anni è in atto un processo che sposta il peso del prelievo dalla rendita ai redditi da lavoro”. In questo senso l’ipotesi allo studio del governo, cioè quella di spostare il prelievo fiscale dalle imposte dirette a quelle indirette intervenendo sull’IVA, “è poco convincente: non è sbagliata in sé ma in questa fase potrebbe pesare sui consumi popolari e riaccendere anche qualche spirale inflazionistica e non affronterebbe, comunque, il tema centrale di una più equa distribuzione”.

Immigrazione – Terzo importante obiettivo dello sciopero sono le politiche sull’immigrazione. “Dopo i gravi fatti di Rosarno – ha sottolineato il Segretario Generale CGIL -, che sono stati un segnale grave della profonda esasperazione di quei lavoratori sfruttati, terremo in Calabria due iniziative, una di categoria e una confederale. Faremo pressioni a tutti i livelli per riprendere l’iter di una legge sulla cittadinanza e per arrivare a correggere gli aspetti più gravi dalle leggi di questo governo sugli immigrati. E’ tema centrale dello sciopero generale perché penso – ha detto Epifani – che sia una questione da affrontare unitariamente”. Per questi motivi Epifani non condivide la protesta dei soli migranti: “Trovo sbagliato uno sciopero di soli migranti: non credo sia la strada migliore usare uno strumento che isola e contrappone e questa è anche l’opinione di tanti lavoratori migranti ascoltati in questi giorni. E’ bene – ha concluso – che crescano soggettività e unità, trovo migliori le lotte che uniscono”.

Argomenti: CGIL |

Domani sciopero e sit in lavoratori Novartis

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 26, 2010

MERCOLEDI’ 27 GENNAIO DALLE ORE 9:00 ALLE ORE 10:00

(per i lavoratori in turno pomeridiano o notturnoultima ora di lavoro)

SCIOPERO CON SIT-IN davanti ai cancelli degli stabilimentidi Siena (ingresso via Fiorentina) e Bellaria (ingresso principale)

contro la procedura di mobilità aperta dall’Azienda e per manifestare la solidarietà ai colleghi coinvolti e in concomitanza con il tavolo di confronto tra OO.SS. Territoriali, esecutivo RSU e Management Aziendale

RSU NOVARTIS Vaccines and Diagnostics srl

Argomenti: FILCTEM, scioperi, sit in |

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